È indirizzata alla Presidenza della Regione Piemonte, all’Assessorato Regionale per le Politiche della Famiglia, dei Bambini e della Casa, al Sociale e alle Pari Opportunità, oltreché ai Direttori dei Servizi Socio-Sanitari delle Aziende Sanitarie Regionali e agli Enti Gestori delle Funzioni Socio-Assistenziali, una stringente lettera inviata dalla totalità delle organizzazioni che si occupano di disabilità nel Piemonte (se ne legga l’elenco nel box in calce), ove si chiedono provvedimenti urgenti ed erogazioni degli interventi per le persone con disabilità o patologie croniche.
«In riferimento alla Circolare del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali 1/20 del 27 marzo [“Sistema dei Servizi Sociali – Emergenza Coronavirus”, N.d.R.] – si legge nella lettera – va considerato che: le strutture residenziali per le persone anziane o con disabilità della Regione sono duramente colpite dal contagio da Covid-19, e rischiano di diventare focolai d’infezione per tutta la popolazione; le persone con disabilità ricoverate nei servizi residenziali, in particolare con gravi disabilità del neurosviluppo, difficilmente sono in grado di comprendere e attuare le più semplici misure di prevenzione e di riferire sintomi soggettivi e, se ammalate, il loro ricovero in ospedale o in terapia intensiva può essere problematico; le persone con disabilità in condizioni di gravità e non autosufficienti che vivono sole con l’assistente personale, in condizioni di dipendenza per tutte le necessità primarie (igiene personale, nutrizione, vestizione, approvvigionamento di cibo, farmaci, dispositivi di protezione individuale, presìdi medici, ecc.) sono quotidianamente a rischio di sopravvivenza, segregazione, abbandono, qualora i loro assistenti si ammalino o decidano di lasciare il lavoro per tornare a casa propria; le stesse persone di cui sopra che vivono in famiglie costituite da genitori anziani e fragili corrono i medesimi rischi».
Alla luce di tutto ciò, quindi, le organizzazioni chiedono «di estendere la somministrazione regolare di test diagnostici a scopo preventivo a tutti gli operatori e gli ospiti delle strutture residenziali per anziani e disabili, a prescindere dal riscontro di un operatore o di un residente positivo al coronavirus; di garantire la distribuzione di dispositivi di protezione individuale agli operatori e agli ospiti di tutte le strutture residenziali pubbliche e private convenzionate, per anziani e disabili; di attivare l’individuazione sul territorio delle persone con disabilità grave che vivono sole con l’assistente personale o con genitori anziani e monitorarne giornalmente la situazione per via telefonica, garantendo che non restino prive di assistenza, oltreché assicurando la continuità dei sostegni economici attivati con la Delibera di Giunta Regionale 51-8960 del 16 maggio 2019 [“Approvazione di nuove Linee guida per la predisposizione dei progetti di Vita indipendente”, N.d.R.]; di attivare la consegna a domicilio di farmaci, presìdi e sussidi sanitari alle persone con disabilità gravi o malattie croniche che ne abbiano bisogno; di consentire ai pazienti con patologie croniche, ovvero con “Piano Terapeutico”, che di norma ritirano farmaci specifici presso le farmacie ospedaliere, di poterlo fare nelle farmacie del territorio per evitare ingressi in ospedale». (S.B.)
La lettera di cui si parla nella presente nota è stata inviata dall’Associazione Consequor per la Vita Indipendente, dal Comitato Legge 162 Piemonte, dalla CPD di Torino (Consulta per le Persone in Difficoltà), da CP Torino (Coordinamento Paratetraplegici del Piemonte), da ENIL Italia (European Network on Independent Living), dalla FAND Piemonte (Federazione tra le Associazioni Nazionali delle Persone con Disabilità), dalla FISH Piemonte (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) e dall’Associazione del Piemonte Sindrome X Fragile.
Per ulteriori informazioni: germano.tosi@fastwebnet.it.