Un’azione a tutela degli operatori sanitari impegnati nell’emergenza Covid-19

«Chiederemo al Legislatore Statale la previsione di un emendamento ai provvedimenti da adottare che preveda il riconoscimento all’attività sanitaria, resa nell’emergenza del Covid-19, quale “adempimento di un dovere e in evidente stato di necessità”, per impedire l’insorgenza di contenziosi giudiziari»: lo si legge nell’“Azione a sostegno della tutela dei diritti della cittadinanza in rete” cui hanno già aderito numerose Associazioni e Società Scientifiche e che è tuttora aperta alla sottoscrizione da parte di «tutte le organizzazioni di volontariato e dei politici di buona volontà»
Operatrice sanitaria impegnata nell'emergenza Covid-19
Operatrice sanitaria impegnata nell’emergenza Covid-19

«Riconoscendo che l’assistenza sanitaria in tempo di emergenza Covid-19 è stata resa nell’adempimento di un dovere e in evidente stato di necessità, atteso lo stato di emergenza e urgenza nel quale i professionisti sanitari, il Ministero della Salute e le Regioni stanno prestando il loro servizio, ci impegnamo a chiedere al Legislatore Statale la previsione di un emendamento ai provvedimenti da adottare che preveda il riconoscimento all’attività sanitaria, resa nell’emergenza del Covid-19, quale “adempimento di un dovere e in evidente stato di necessità”, così da impedire l’insorgenza di contenziosi giudiziari»: è quanto si legge in quella che viene definita come Azione a sostegno della tutela dei diritti della cittadinanza in rete, aperta alla sottoscrizione da parte di «tutte le organizzazioni di volontariato e dei politici di buona volontà».
All’iniziativa hanno già aderito numerose Associazioni e Società Scientifiche, tra le quali anche la FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) ed è tuttora aperta ad ogni altra organizzazione che vorrà sottoscriverla.

«L’attuale periodo di pandemia – si legge nella premessa del documento -, che sta coinvolgendo la popolazione mondiale, europea e nazionale, conseguente alla diffusione del Covid-19, ha posto in rilievo la portata sociale di diverse funzioni professionali, quali il primario diritto costituzionale di tutela della salute e quello alla difesa dei diritti dei cittadini e dei decisori politici. I professionisti del Servizio Sanitario Nazionale, Regionale, anche convenzionato, tramite il Ministero della Salute e le Direttive emanate in periodo di pandemia dalla Presidenza del Consiglio e dal Governo Conte, sono tesi ad assicurare, a tutti i cittadini, l’assistenza sanitaria necessaria per superare la malattia conseguente al loro contagio al Covid-19, con sforzo e sacrificio dell’intera categoria, data l’assenza di vaccini e di cure conosciute e/o comprovate da evidenze scientifiche e validate dalla Comunità Scientifica. Assistenza sanitaria prestata, quindi, nell’adempimento di un dovere e in un evidente stato di necessità, date le condizioni di straordinaria e generalizzata emergenza e urgenza planetaria».

Viene quindi rilevato che «sono numerosi i messaggi e i tutorial di Avvocati, iscritti agli Albi Professionali, apparsi di recente sui social-media, con i quali si pubblicizzano attività di assistenza, anche gratuita, per tutti quei casi di responsabilità professionale sanitaria conseguente a prestazioni assistenziali per contagi da Covit19». «L’Avvocato – si sottolinea – è soggetto a norme deontologiche poste a presidio dell’affidamento della collettività della correttezza dei comportamenti e della qualità delle prestazioni professionali. L’Avvocato, quindi, soprattutto in una materia delicata come la responsabilità sanitaria, non può e non deve accettare, ancor meno procacciare, incarichi che non sia in grado di svolgere con adeguata competenza o che siano temerari, persecutori e palesemente infondati. Numerosi, del resto, sono i provvedimenti di Consigli degli Ordini, sull’intero territorio nazionale, intervenuti per stigmatizzare e denunciare comportamenti deontologicamente scorretti, tenuti da alcuni iscritti».

È dunque alla luce di tali premesse che le organizzazioni promotrici di tale azione, « al fine di tutelare i diritti degli operatori della sanità pubblica e privata convenzionata (medici, infermieri, operatori socio sanitari), chiamati dal Governo, dalla Protezione Civile e dal Ministero della Salute a far fronte all’emergenza Covid-19, si uniscono all’invito, rivolto a tutti i Professionisti iscritti agli Albi, a non accettare incarichi e ad astenersi dal pubblicizzare, ingannevolmente, prestazioni di assistenza legale generalizzata e non rispettosa dei doveri deontologici cui sono tenuti». E in ogni caso, le organizzazioni stesse «offrono sin d’ora la piena disponibilità a prestare assistenza legale, attraverso i propri professionisti, al fine di tutelare i loro diritti nelle azioni giudiziarie che dovessero essere intentate nei loro confronti, dichiarando altresì che valuteranno la legittimità e l’utilità di costituirsi, nei termini e nei modi consentiti dalla legge, in tutti i giudizi per responsabilità sanitaria, conseguente a infezioni da Covid-19, di cui verranno a conoscenza, a tutela delle posizioni dei professionisti sanitari e dirigenti sanitari implicati». (S.B.)

A questo link è disponibile l’elenco delle organizzazioni che hanno finora aderito all’azione di cui si parla nella presente nota. Per ulteriori informazioni o per eventuali adesioni: presidenza@finco.org.

Share the Post: