Una diagnosi di demenza non può motivare il rifiuto delle cure e dei supporti

«Ribadiamo il nostro impegno per un approccio alla demenza basato sui diritti umani. Una diagnosi di demenza da sola, infatti, non dovrebbe mai essere una ragione per rifiutare alle persone l’accesso ai trattamenti, alla cura e al supporto»: lo dichiarano dall’AITO (Associazione Italiana Terapisti Occupazionale), organizzazione che in tal senso ha sottoscritto l’analoga posizione espressa da Alzheimer Europe, rispetto alla distribuzione delle scarse risorse sanitarie per i servizi di terapia intensiva durante la pandemia da Covid-19

Disegno di persona con demenza«Ribadiamo il nostro impegno per un approccio alla demenza basato sui diritti umani, con la ferma convinzione che anche dopo la diagnosi, le persone con demenza possono vivere molti anni di esistenza significativa con un’alta qualità di vita. Una diagnosi di demenza da sola, infatti, non dovrebbe mai essere una ragione per rifiutare alle persone l’accesso ai trattamenti, alla cura e al supporto».
È quanto si legge in una nota dell’AITO (Associazione Italiana Terapisti Occupazionale), con la quale viene motivata la sottoscrizione della posizione espressa dall’organizzazione Alzheimer Europe (disponibile a questo link), rispetto alla distribuzione delle scarse risorse sanitarie per i servizi di terapia intensiva durante la pandemia da Covid-19. (S.B.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: segreteria@aito.it (Gabriella Casu).

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