«Fra i recenti provvedimenti straordinari assunti in occasione dell’emergenza Covid-19 – si legge in una nota della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) – c’è anche il noto bonus di 600 euro, misura pensata per sostenere i lavoratori autonomi (comprese le cosiddette “partite IVA”), altrimenti privi di strumenti di protezione e di integrazione del reddito come la cassa integrazione. Tuttavia, in fase di applicazione di quel bonus, sono stati introdotti elementi che comportano un’ingiustificabile disparità di trattamento per i lavoratori autonomi invalidi: infatti, essi ne vengono esclusi se percepiscono un’integrazione al reddito appunto in ragione della loro invalidità».
La stessa FISH ha posto il problema all’INPS, e ne riferisce così la risposta: «L’esclusione non riguarda le pensioni/assegni assistenziali, quelli per invalidità, cecità e sordità civile, ma “solo” le analoghe prestazioni previdenziali di invalidità, quelle che spesso constano di poche centinaia di euro e che derivano da versamenti previdenziali del lavoratore stesso».
Si tratta di una discriminazione che la Federazione ha chiesto venga tempestivamente rimossa, in una lettera aperta al Governo (disponibile integralmente a questo link), sottoscritta insieme a FAND (Federazione tra le Associazioni Nazionali delle Persone con Disabilità), FAVO (Federazione Italiana delle Associazioni di Volontariato in Oncologia), UNIAMO-FIMR (Federazione Italiana Malattie Rare) e AIL (Associazione Italiana contro le Leucemie-Linfomi e Mieloma).
«I lavoratori con disabilità in condizione di maggiore fragilità economica e di salute – è l’esordio della lettera aperta – non avranno il Bonus di 600 euro se non interverrà un chiarimento interpretativo ed applicativo da parte di chi, a livello governativo, ha ideato il cosiddetto “reddito di ultima istanza”».
«Tale orientamento applicativo – conclude la lettera – costituisce un inaccettabile danno in palese contraddizione con la volontà del Legislatore, determinata dallo stato emergenziale causato dal Covid-19 e, infine, si porrebbe in violazione dei nostri principi costituzionali (articoli 3 e 38, comma 2 della Costituzione).Solo una corretta interpretazione dei combinati disposti delle norme che hanno istituito il “reddito di ultima istanza”, chiarendo che ad essere esclusi dal bonus sono i lavoratori “titolari di pensione di anzianità o di vecchiaia”, potrebbe riportare ad equità questa distorsiva interpretazione normativa che, al momento, lascia senza sostegno e in totale abbandono i lavoratori invalidi. Richiediamo quindi un tempestivo e dirimente intervento governativo che ponga immediato rimedio a questa palese discriminazione». (S.B.)
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: ufficiostampa@fishonlus.it.
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