Piemonte: serve più chiarezza, anche sulla tutela delle persone più fragili

«Chiediamo trasparenza sulle azioni a tutela dei soggetti fragili (persone con disabilità, anziani, malati psichiatrici, senza fissa dimora, immigrati, detenuti): garantire loro la necessaria assistenza è un atto di civiltà che non può essere affidato soltanto al volontariato»: anche questo si legge in un messaggio inviato ai vertici della propria Regione dal Segretario di Cittadinanzattiva Piemonte, che chiede innanzitutto di «rimediare alla scarsa qualità dell’informazione ufficiale proveniente dalle ASL e di promuovere il coinvolgimento delle comunità locali nel governo dell’emergenza»

Foto di spalle a una donna in carrozzina in ombra davanti a una porta-finestra aperta«Chiediamo trasparenza riguardo alle azioni intraprese a tutela dei soggetti fragili, come le persone con disabilità, gli anziani, i malati psichiatrici, i senza fissa dimora, gli immigrati, i detenuti: garantire loro la necessaria assistenza costituisce un atto di civiltà che non può essere affidato soltanto al volontariato»: anche questo si legge nella lettera-appello inviata al presidente della propria Regione Alberto Cirio e all’assessore alla Salute Luigi Icardi, da Alessio Terzi, segretario di Cittadinanzattiva Piemonte, che chiede innanzitutto di «rimediare alla scarsa qualità dell’informazione ufficiale proveniente dalle ASL del territorio e di promuovere il massimo coinvolgimento delle comunità locali nel governo dell’emergenza».

«Desideriamo – scrive Terzi – dare un contributo al governo dell’emergenza segnalando alcune questioni che richiedono chiarimenti ufficiali e puntuali, e di cui è stato dato scarso risalto nei siti web delle Aziende Sanitarie Regionali, a partire dai limiti quantitativi e dalla precaria gestione del regime dei tamponi: qual è l’organizzazione che dovrebbe garantire il governo della situazione? Quale il protocollo da seguire? Come si registrano le richieste che pervengono dai medici di famiglia, dagli enti locali, dalle RSA [Residenze Sanitarie Assistenziali, N.d.R.] e da altri soggetti? Come si garantiscono risposte tempestive e una comunicazione tempestiva degli esiti?».

Secondo il Segretario di Cittadinanzattiva Piemonte, si assiste alla presenza di lacune informative anche in relazione al funzionamento delle USCA (Unità Speciali di Continuità Assistenziale), istituite dal Decreto Legge 11/20 dell’8 marzo, con l’obiettivo di implementare la risposta all’emergenza nell’àmbito dell’assistenza territoriale, gestendo a domicilio i pazienti sospetti o accertati Covid-19 che non necessitano di ricovero ospedaliero. «Un intervento strategico – sottolinea Terzi – che non sta tuttavia ricevendo la necessaria attenzione e che rischia dunque di essere vanificato».

Rispetto poi alle modalità di sostegno attivate in favore dei medici di famiglia, l’esponente di Cittadinanzattiva Piemonte chiede: «Quanti medici dispongono, ASL per ASL , di tutti i dispositivi di protezione individualed necessari? Quali misure sono state prese per ridurre il carico burocratico e organizzativo? Chi garantisce risposte tempestive alle loro segnalazioni e alle loro richieste? E anche quanti sono gli operatori sanitari, azienda per azienda, che non possono partecipare all’assistenza perché ricoverati o posti in quarantena?».

Viene inoltre lamentato di non aver potuto disporre di alcun chiarimento nemmeno sulle «modalità di distribuzione dei farmaci destinati ai malati cronici e oncologici», chiedendo se «sia stata attivata la distribuzione tramite le farmacie in tutte le Aziende Sanitarie, se siano state prese le misure necessarie per ridurre le procedure burocratiche (come prescrizioni o certificazioni) e quali misure siano state adottate o abbia intenzione di adottare la Regione, per ovviare alla carenza di farmaci improvvisamente divenuti di “interesse Covid-19” e quindi impiegati off-label [al di fuori delle condizioni autorizzate dagli enti preposti, N.d.R.], per i pazienti attualmente in trattamento all’insegna di indicazioni autorizzate».

«Mi preme infine evidenziare – conclude Terzi – che un governo efficace sulle varie questioni segnalate richiede il massimo coinvolgimento delle comunità locali: a queste ultime, infatti, dev’essere garantito il diritto costituzionale a intervenire nelle decisioni che le riguardano, a partire dalla salvaguardia della salute. Senza un loro protagonismo è impossibile creare il clima di concordia necessario per far fronte con successo alla miriade di problemi legati alla necessità di convivere a lungo con il virus che non possono essere governati solo dall’alto. Proponiamo dunque di dare ampio mandato ai Direttori di Distretto, sostenuti da cabine di regia che vedano la presenza dei responsabili delle équipe dei medici di Medicina Generale, di rappresentanti dei sindaci, dei farmacisti, degli infermieri di comunità, dei consorzi socio-assistenziali e, evidentemente, della cittadinanza attiva. Che possano condurre alla formazione di reti capaci di valorizzare competenze e risorse, individuare tempestivamente problemi e strozzature e prendere gli opportuni provvedimenti». (S.B.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: press.cittadinanzattiva.piemonte@gmail.com.

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