Sta facendo molto discutere la recente lettera della ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina, pubblicata il 27 aprile scorso, e inviata alle scuole italiane, sull’inclusione scolastica degli alunni con disabilità in tempo di coronavirus, sui problemi conseguenti e su alcuni inviti ai dirigenti e ai docenti.
Invero questa lettera è il frutto di una precedente lettera del 26 marzo, inviata alla Ministra dalla FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), a firma del proprio presidente nazionale Vincenzo Falabella, nella quale si invitava la Ministra stessa a sollecitare il mondo della scuola a garantire effettivamente l’inclusione scolastica degli alunni con disabilità, specie intellettive e del neurosviluppo, rimasti privi del diritto allo studio a causa della didattica a distanza [se ne legga sulle nostre pagine a questo link, N.d.R.].
Ecco qui di seguito un brano significativo della lettera di Falabella:
«Le proponiamo quindi di evidenziare ai Dirigenti Scolastici che l’insegnante curricolare e quello di sostegno svolgano, quanto più possibile, la didattica in maniera congiunta, includendo pienamente l’alunno con disabilità nell’attività di classe, prevedendo anche lezioni integrative individuali.
In particolare va suggerito che:
° I docenti per il sostegno intervengano durante le lezioni a distanza per la classe, offrendo precisazioni e mediazioni per gli alunni con disabilità.
° I docenti per il sostegno svolgano videolezioni personalizzate per i singoli alunni, per supportarli nel raggiungimento degli obiettivi previsti dal proprio Piano Educativo Individualizzato.
° I docenti curricolari intervengano in tali lezioni per chiarire alcuni aspetti concernenti le rispettive discipline.
° I docenti per il sostegno, come i colleghi curricolari, utilizzino il registro elettronico per indicare quotidianamente gli argomenti svolti, i compiti assegnati e l’invio di materiali didattici, in modo da facilitare la comunicazione con le famiglie, per il necessario loro coinvolgimento che la situazione impone.
Chiediamo inoltre che durante o al termine delle videolezioni con tutta la classe, i docenti promuovano il dialogo tra gli alunni con disabilità e i loro compagni, specie quelli che sono più amici o che sono dei “tutor”, per “mantenere viva la comunità di classe, di scuola e il senso di appartenenza”, come ben sottolineato dalle Linee Guida più volte citate.
Nell’ottica quindi di tutelare l’esigenza della socialità, si potrebbe privilegiare, quando coerente, l’assegnazione di lavori di gruppo (ricerche, produzioni di elaborati), svolti da un gruppo di alunni in remoto (su una piattaforma di web conference); e i gruppi di lavoro potrebbero essere coordinati dall’assistente all’autonomia e alla comunicazione.
A questo proposito ricordiamo che la recente situazione emergenziale sta portando letteralmente alla “scomparsa” della figura dell’assistente all’autonomia e alla comunicazione, che essendo formalmente un dipendente privato, rischia di vedersi “sganciato” da tutto l’iter di coprogrammazione, confronto e progettazione che le scuole stanno pur faticosamente mettendo in piedi. E questo nonostante tali figure svolgano un lavoro spesso fondamentale per alunni con problemi relazionali».
A questa lettera era seguita il 30 marzo una comunicazione telefonica dello stesso Presidente della FISH con la Ministra, con la quale si era ribadita la necessità di una sollecitazione ufficiale ai dirigenti scolastici ed ai docenti per far sì che si prendessero effettivamente in carico il progetto inclusivo di ciascun alunno con disabilità.
Successivamente la Ministra ha comunicato di avere istituito un Gruppo di diciotto esperti, per affiancarla nell’attuale imprevista ed emergenziale situazione.
Purtroppo le Associazioni aderenti alla FISH riscontravano che nessuno dei componenti di quel Gruppo, docenti universitari di chiara fama, dirigenti scolastici e altri esperti del settore, risultava essere conosciuto per una comprovata esperienza e conoscenza nella pedagogia e didattica speciale e quindi nel campo dell’inclusione scolastica.
Pertanto il Presidente della FISH, fortemente sollecitato dalle Associazioni aderenti e unitamente alla FAND (Federazione tra le Associazioni Nazionali delle Persone con Disabilità), l’altro grande organismo di Associazioni di persone con disabilità, ha pubblicato un duro comunicato sulla necessità che nel Comitato venisse nominato un esperto sull’inclusione scolastica [se ne legga sulle nostre pagine a questo link, N.d.R.].
E invece non è accaduto nulla fino appunto al 27 aprile, quando la Ministra ha pubblicato la propria lettera, che è un sentito invito al mondo della scuola di occuparsi concretamente dell’inclusione scolastica. Eccone di seguito un passaggio:
«Pur certa e convinta che quanto si è fatto e si continuerà a fare per garantire l’inclusione nelle classi e nelle sezioni della scuola italiana sia il frutto del massimo impegno da parte di tutti i docenti e i dirigenti scolastici, sento l’esigenza di condividere con voi alcune riflessioni che nascono da questa fitta trama di testimonianze, poiché credo che possano contribuire a sanare alcuni disallineamenti riscontrabili nelle pratiche didattiche quotidiane e anche stimolare alla costruzione di strategie utili a recuperare quanto, in termini di socializzazione e didattica inclusiva ha, malgrado l’impegno di tutti, perso di efficacia.
In tutte le scuole del sistema nazionale di istruzione è previsto che i docenti di sostegno siano garanti del diritto allo studio degli alunni loro affidati, ora più che mai, in un momento in cui la contitolarità formale sulla classe, prevista dalla norma, deve tradursi in un atteggiamento di inclusività che si sostanzi in contatti diretti con i bambini e i ragazzi, attraverso stimoli visivi, in maniera sincrona, sia per fini didattici che per fini più squisitamente relazionali e sociali. Nella didattica, in particolare, è opportuno che il docente di sostegno si affianchi alle attività di tutta la classe, in presenza dell’alunno con disabilità, non solo per facilitare e fornire feedback sui contenuti, per mediare con strumenti e metodologie individualizzati la trasmissione del sapere, ma anche per riportare l’attenzione dell’intero gruppo classe sulla possibilità di creare occasioni di rinnovata socializzazione in un ambiente condiviso, seppure virtuale. Il principio della contitolarità educativa sulla classe, e per tutti gli alunni, coinvolge direttamente anche i docenti curricolari, i quali dal canto loro sono chiamati a intervenire direttamente anche in attività didattiche inclusive “dedicate”, poiché rivestono il ruolo di adulti di riferimento di tutta la classe e il contatto con loro restituisce all’alunno con disabilità una prima misura di inclusione nel suo contesto di appartenenza.
È evidente che il docente di sostegno ha la piena facoltà, nonché il dovere dettato da questa condizione di specialità che stiamo vivendo, di curvare e ricalibrare il PEI [Piano Educativo Individualizzato, N.d.R.], coinvolgendo il dirigente scolastico e il consiglio di classe nelle scelte e informandone le famiglie, man mano che emerga la necessità di ripensare la didattica, i contenuti e le metodologie. È importante, in ogni caso, che le scelte siano compiute nella piena condivisione tra docenti, famiglie e alunni, nell’interesse esclusivo di questi ultimi».
La lettera è stata oggetto di un’ampia discussione in seno alle Associazioni e all’opinione pubblica. Le Associazioni hanno apprezzato il pensiero, e tuttavia si attendevano, dopo la prima lettera del Presidente della FISH, la comunicazione telefonica e il successivo comunicato stampa, che alla lettera si accompagnasse una Circolare, per esplicitare i doveri delle singole componenti della scuola nell’evitare l’abbandono degli alunni con disabilità specie intellettive e del neurosviluppo; questi ultimi, è opportuno ricordarlo, costituiscono circa l’85% degli oltre 250.000 alunni con disabilità frequentanti le scuole pubbliche italiane.
Inoltre, la mancata nomina dell’esperto richiesto ha contribuito a creare una grande illusione nelle famiglie che hanno visto la lettera come una semplice bonaria esortazione e non come un atto normativo di un Ministro che certamente è consapevole, anche per esperienza professionale personale, dei gravissimi problemi che la sospensione delle lezioni ha determinato in tantissime famiglie, per l’isolamento e assai spesso anche per l’abbandono completo degli alunni, pur in presenza, quando possibile, dell’impegno delle famiglie stesse, che hanno dovuto letteralmente trasformarsi in docenti e assistenti.
Come detto, la discussione sulla lettera è stata molto ampia tra le Associazioni, anche per la ricerca di soluzioni sia per la fine di questo anno scolastico, sia per la ripresa del nuovo, assai incerta circa le modalità con cui potranno svolgersi le lezioni, oltreché sulla necessità di superare l’attuale situazione di abbandono e discriminazione di moltissimi studenti con disabilità.
La Ministra ha comunicato che le Associazioni saranno audite dal Comitato di esperti, senza però nominare quanto richiesto dalle Associazioni stesse, né convocare una riunione urgente online del Comitato Scientifico dell’Osservatorio del Ministero sull’Inclusione Scolastica, di cui le due Federazioni FISH e FAND fanno parte, ove si possono trovare delle soluzioni operative condivise e straordinarie da proporre al Governo.
Nel frattempo, le organizzazioni aderenti alla FISH hanno dato vita al proprio interno a un ampio dibattito, per formulare emendamenti al Decreto Legge 22/20 sulla scuola, con l’obiettivo di ottenere almeno garanzie sula valutazione e gli esami di quest’anno e sulla continuità dei docenti per il sostegno per il prossimo, nonché la certezza che, comunque vadano le cose, cessi per gli alunni con disabilità la didattica a distanza.
Tali emendamenti sono stati illustrati dal Presidente della FISH in un’audizione in videoconferenza con la Commissione Cultura del Senato, accompagnati da un’ampia memoria.
Al termine di questo dibattito la FISH stessa ha divulgato un comunicato tramite il quale ha messo a disposizione delle forze politiche e del Governo un ampio documento, recante osservazioni e proposte relative agli aspetti fondamentali per la vita in sicurezza e l’esercizio dei diritti delle persone con disabilità, quali l’appropriatezza degli interventi sanitari, sociali, lavorativi, scolastici e di vita indipendente, alla luce della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità [di tale documento, disponibile a questo link, si legga già ampiamente anche sulle nostre pagine, N.d.R.].
Nel documento si invita pure la Ministra Azzolina a far completare dai propri funzionari, insieme con le Associazioni, i lavori avviati da tre anni per la predisposizione dei numerosissimi regolamenti e Decreti Ministeriali applicativi del Decreto Delegato 66/17 [integrato e corretto dal Decreto Legislativo 96/19, N.d.R.] sull’inclusione scolastica, senza i quali rimangono sulla carta le grandi novità presenti in tale Decreto, quali la valutazione della qualità effettiva dell’inclusione realizzata nelle singole scuole e nelle singole classi, i princìpi nuovi dell’ICF [la Classificazione Internazionale del Funzionamento, della Disabilità e della Salute, fissata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, N.d.R.], la formazione iniziale e obbligatoria in servizio di tutti i docenti sulle didattiche inclusive, la continuità didattica e altro ancora.
In questo clima fortemente propositivo, alcune Associazioni insistono con la Ministra per un suo maggiore impegno normativo. Tra esse l’AIPD (Associazione Italiana Persone Down) ha inviato ad Azzolina una propria lettera(disponibile a questo link), molto pacata, ma assai ferma e vibrante di denunce e richieste, quali la nomina di uno specialista in inclusione scolastica nel citato Comitato di esperti.
È da ritenere a questo punto che tutte le richieste contenute negli emendamenti al Decreto Legge 22/20, nell’ampio documento della FISH e nella lettera dell’AIPD, oltreché in numerosi interventi dell’ANFFAS (Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale), dell’ANGSA (Associazione Nazionale Genitori Soggetti Autistici), dell’ABC (Associazione Bambini Cerebrolesi), della FIADDA (Famiglie Italiane Associate in Difesa dei Diritti degli Audiolesi), dell’AISM (Associazione Italiana Sclerosi Multipla), della UILDM (Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare) e di altre Associazioni ancora, convincano la Ministra, data la sua sensibilità, ad un incontro con la FISH e a far propri gli emendamenti proposti dalla Federazione, oltreché alla convocazione del Comitato Tecnico-Scientifico dell’Osservatorio sull’Inclusione e a tradurre in atti normativi le belle parole di esortazione e condivisione contenute nella sua lettera, rivolte ai docenti e alle famiglie.
I Greci antichi avevano fissato, come canone per valutare l’armonia delle opere d’arte, il motto kalòs kai agathòs, che sta per “bello e buono”, ovvero affascinante esteticamente ed edificante a libello educativo; la lettera della Ministra è “bella”, ma adesso è necessario che, con atti normativi, divenga anche “ buona”, cioè idonea a realizzare concretamente le richieste delle Associazioni delle persone con disabilità e dei loro familiari, per la migliore crescita educativa degli alunni.
Un’ulteriore annotazione: dopo avere inviato la propria lettera, la ministra Azzolina ha dichiarato informalmente che a settembre le scuole riapriranno senza doppi turni, ma secondo la seguente modalità: ciascuna classe frequenterà a settimane alternate con mezza classe con didattica in presenza e l’altra metà a distanza. A questo punto mi permetto di chiederle di voler far proprio un emendamento al Decreto Legge 22/20, presentato dalla FISH durante la citata audizione alla Commissione Cultura del Senato, secondo il quale, nell’ipotesi indicata dalla Ministra, «gli alunni con disabilità frequentino le lezioni sempre in presenza», qualunque sia il turno della metà della classe, dal momento che per tali alunni la didattica a distanza si è mostrata letteralmente esiziale.
Accogliere questo emendamento da parte della Ministra farebbe diventare la sua lettera “molto buona”, in attesa che divenga “ottima”, accogliendo le altre richieste formulate dalle Associazioni aderenti alla FISH.
Confidiamo dunque in Lei, Gentile Ministra, e nel Parlamento.