«L’emergenza dovuta al Covid-19 sta gravando pesantemente sulle persone con disabilità e sulle loro famiglie. Infatti, le misure volte a contrastare la diffusione del contagio hanno, gioco forza, condotto alla sospensione dei servizi educativi e assistenziali in favore dei suddetti cittadini, addossandone interamente sulle famiglie bisogni e necessità. A tutti i livelli istituzionali poco si è parlato di disabilità e ciò è avvenuto esclusivamente a seguito di segnalazioni provenienti dalle persone che vivono tale condizione o dalle Associazioni che le rappresentano. Tali comportamenti hanno suscitato nelle famiglie una sensazione di totale abbandono, insinuando in esse la convinzione di veder considerato il proprio familiare con disabilità “vittima sacrificabile”, così come ci giunge notizia avviene in altri Stati».
Si apre così una nota diffusa da numerose organizzazioni della Provincia di Vicenza o diffuse sul territorio del Veneto, a partire dalla FISH di Vicenza (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) (a questo link è disponibile l’elenco di tutte le organizzazioni che hanno sottoscritto la nota).
«Questa emergenza – proseguono le Associazioni beriche – giunge in un momento in cui persevera, ormai da circa un biennio, la quasi totale mancanza di dialogo tra Associazioni, Conferenza dei Sindaci e ULSS, dialogo per altro contemplato dalla Legge 328/00. In tal senso molteplici sono state le richieste volte a favorire il coinvolgimento delle Associazioni nella co-programmazione e organizzazione dei servizi, ma, ad oggi, le richieste sono cadute nel vuoto, mentre proseguono i lavori tra l’ULSS 8 Berica e gli Enti che gestiscono i servizi».
«Nemmeno in questa fase emergenziale – si legge ancora nella nota – le persone con disabilità e le Associazioni che le rappresentano sono state ascoltate e coinvolte nella ridefinizione e nella riprogrammazione delle modalità di espletamento dei servizi alternativi a sostegno delle persone stesse e delle loro famiglie. Non hanno potuto quindi esprimere le prioritarie necessità, le precauzioni da adottare nei confronti di un’utenza fragile e non sono state messe a conoscenza delle misure adottate a garanzia di una sicura ripresa dei servizi».
«Pertanto – concludono le organizzazioni -, deplorando tali comportamenti, chiediamo di essere ammesse alla concertazione per la ridefinizione dei servizi, rendendo noto che adotteremo ogni possibile iniziativa utile a contrastare comportamenti discriminatori nei confronti delle persone con disabilità, rafforzando il nostro impegno per la piena realizzazione dei princìpi contenuti nella Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità».
E una prima iniziativa di sostanza è la petizione nel web denominata Le persone con disabilità e le loro associazioni chiedono visibilità, lanciata anch’essa dalla FISH di Vicenza e raggiungibile a questo link. (S.B.)
Ricordiamo ancora il link al quale è disponibile l’elenco delle organizzazioni firmatarie della nota sulla quale si basa il presente testo. Per ulteriori informazioni e approfondimenti: fish.vicenza@gmail.com.
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