La Sezione dei Terapisti Occupazionali della SIRN (Società Italiana di Riabilitazione Neurologica), in collaborazione con l’AITO (Associazione Italiana Terapisti Occupazionali), ha elaborato un questionario (raggiungibile a questo link) sul tema L’impatto della pandemia da Covid-19 nel settore della terapia occupazionale, con l’obiettivo di individuare il profilo del terapista occupazionale che lavora appunto con il paziente Covid-19 e quindi il contributo di tale professionista nella pandemia, passando per la riabilitazione a distanza e il ruolo del riabilitatore nel team alla luce dei nuovi bisogni della società.
Con l’avanzamento della pandemia, infatti, c’è un numero crescente di pazienti Covid che soffrono non solo delle tipiche polmoniti con sindrome da distress respiratorio acuto, ma anche – come si apprende gradualmente – da una varietà di altri problemi, neurologici e cardiologici. Inoltre, vi è un numero crescente di pazienti che, dopo avere subito settimane di ventilazione artificiale, possono presentare i tipici segni di malattie critiche come le neuromiopatie.
La pandemia interessa i servizi sanitari e richiede pertanto cambiamenti radicali sia nell’organizzazione che nei metodi operativi, con l’obiettivo di mantenere la sicurezza dei pazienti e del personale ospedaliero. I professionisti sanitari e, ove possibile, gli psicologi, devono contribuire alla riduzione dell’ansia e della depressione, in particolare nelle persone che sviluppano delirio, rabbia, paura, distimia, insonnia, attacchi di panico o sentimenti di abbandono durante l’isolamento o che sono a rischio di non collaborazione o non aderenza al trattamento.
L’importanza della riabilitazione, del resto, è evidenziata anche dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), dalla quale viene sottolineato che man mano che i sintomi respiratori di un paziente migliorano, quando la persona viene staccata dal supporto di ventilazione, arriva il momento della riabilitazione funzionale gestita dall’intero team multidisciplinare, che può includere terapisti occupazionali, fisioterapisti, logopedisti e dietologi. L’obiettivo, infatti, è riportare le persone al loro precedente livello di funzionalità e alla capacità di essere di nuovo indipendenti, un processo che può richiedere settimane o addirittura mesi.
Una “fotografia” dell’impatto dell’emergenza nel settore della terapia occupazionale appare pertanto necessaria, per comprendere il ruolo del professionista in àmbiti che nel nostro Paese sono stati finora poco esplorati (benessere mentale, riduzione dei sintomi di ansia e depressione, prevenzione del delirio, inclusione scolastica, azioni educative verso la famiglia, riabilitazione a distanza etc.). In sostanza, allo scopo di elaborare strategie e proposte adeguate alla situazione attuale, è indispensabile conoscere la realtà lavorativa concreta che stiamo vivendo, in tutti i diversi settori di attività.
Questa indagine coincide con il forte impegno della Sezione Terapisti Occupazionali della SIRN, avvalendosi, come detto, della collaborazione dell’AITO, nel sostenere il ruolo essenziale della terapia occupazionale in queste difficili circostanze e nel promuovere ogni azione volta a garantire quanto necessario tutelando i cittadini e il personale operativo.
Ricordiamo ancora il link al quale è disponibile il questionario di cui si parla nel presente testo. Esso potrà essere compilato fino al 13 maggio. Per ulteriori informazioni: ggabriellacasu@gmail.com.