Dall’inizio di marzo condividiamo tutti la stessa esperienza: rimanere a casa per limitare le possibilità di contagio e salvaguardare la salute di tutti, soprattutto dei più deboli tra noi. Un periodo in cui dobbiamo stare distanti e rinunciare a tutte quelle attività che ci permettevano di stare insieme. Tra queste anche i corsi di Pilates, il noto sistema di allenamento, presso l’APRI di Torino (Associazione Pro Retinopatici e Ipovedenti).
Fin dall’inizio, dunque, insieme a Simona Valinotti, abbiamo cercato una via per proseguire l’esperienza anche in questo periodo di lockdown. Una bella sfida per rimanere vicini anche in un momento in cui vanno rispettate le distanze fisiche.
Come abbiamo fatto? Proviamo a spiegarlo partendo da tre parole chiave.
Tecnologia: in questo periodo è la connessione alla rete internet che ci ha permesso di continuare a “collegarci tra noi”, rimanendo al sicuro nelle nostre case.
Anche per i nostri corsi abbiamo utilizzato applicazioni di web-conference (Zoom), da personal computer o da smartphone. Fondamentali, a questo scopo, le tecnologie che facilitano l’accesso per non vedenti e ipovedenti, quali ad esempio screen reader e sintetizzatori vocali.
Preparazione: una web-conference “da remoto” non potrà mai avere l’immediatezza e l’efficacia di una lezione “in presenza”. Con una buona preparazione, tuttavia, ci si può avvicinare.
Alcuni consigli: effettuare una prima sessione dedicata alla preparazione del collegamento, verificando le connessioni, studiando le posizioni e la collocazione del computer (o dello smartphone), in modo che l’insegnante possa osservare e guidare i movimenti, dando a ciascuno consigli e indicazioni personalizzate.
Molto utile è anche l’invio anticipato degli esercizi, in modo da consentire ai partecipanti di prepararsi e sfruttare al meglio le indicazioni dell’istruttore.
Per favorire l’efficacia delle lezioni, ma anche la vicinanza tra i partecipanti, abbiamo organizzato due gruppi ristretti (massimo sei persone oltre all’insegnante). E basta qualche bottiglia di acqua per sostituire gli attrezzi disponibili in palestra!
Empatia: è forse la parola più importante di tutte, per sentirci vicini, anche “da remoto”.
Si parte dal desiderio di stare insieme e condividere un’attività che ci aiuta a stare bene, fisicamente e spiritualmente. Passa dalla passione dell’insegnante e dalla disponibilità di tutti per superare le piccole difficoltà e l’inevitabile fatica… perché gli esercizi si fanno… sorridendo!
Importanti, in questo àmbito, sono soprattutto gli esercizi che aiutano il rilassamento, la concentrazione, la piena consapevolezza e la continua attenzione al benessere di ognuno.
È stata dunque proprio una bella sfida, ma dopo alcune settimane di corsi regolari, possiamo dire di averla vinta con il contributo di tutti i partecipanti!
Coordinatrice dei corsi di Pilates presso l’APRI di Torino (Associazione Pro Retinopatici e Ipovedenti).
Articoli Correlati
- L'integrazione scolastica oggi "Una scuola, tante disabilità: dall'inserimento all'integrazione scolastica degli alunni con disabilità". Questo il titolo dell'approfondita analisi prodotta da Filippo Furioso - docente e giudice onorario del Tribunale dei Minorenni piemontese…
- Sordocecità, la rivoluzione inclusiva delle donne Julia Brace, Laura Bridgman, Helen Keller, Sabina Santilli. E poi Anne Sullivan. Le prime quattro erano donne sordocieche, la quinta era “soltanto” quasi completamente cieca, ma non si può parlare…
- Un passo avanti, due passi indietro? Profonda delusione era stata espressa dal presidente dell'EDF (European Disability Forum), Yannis Vardakastanis, al momento dell'adozione da parte della Commissione Europea di una bozza di direttiva sulla non discriminazione per…