È articolata e si basa da una parte sull’apprezzamento per le risorse aggiuntive destinate ad alcuni fondi, ma anche sulle forti perplessità riguardanti soprattutto il settore del lavoro e la mancata attenzione ai caregiver familiari, la nota con cui le organizzazioni FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) e FAND (Federazione tra le Associazioni Nazionali delle Persone con Disabilità) commentano i contenuti del cosiddetto “Decreto Rilancio”, dopo la pubblicazione dello stesso in Gazzetta Ufficiale (Decreto Legge 34/20).
Da una parte, infatti, i Presidenti delle due Federazioni, Vincenzo Falabella e Nazaro Pagano, esprimono apprezzamento innanzitutto per lo sforzo nell’aumentare la dotazione del Fondo Non Autosufficienze per il 2020, con 90 milioni in più, 20 dei quali da riservare ai progetti di vita indipendente: «È positivo inoltre – dichiarano poi – che proprio all’ultimo sia stato rimosso il vincolo legato alle “disabilità gravissime”, divisivo e improprio». «Lascia tuttavia l’amaro in bocca – aggiungono – il mancato formale riconoscimento del ruolo dei caregiver familiari. Alcune organizzazioni, infatti, avevano espresso legittime e condivisibili richieste, anche quelle non recepite, cosicché il carico assistenziale, già greve in precedenza, è ancora più forte sulle famiglie in questa fase di emergenza che ha visto lo stop di molti servizi essenziali».
Riguardo poi l’aumento di 20 milioni per il Fondo per il “Dopo di Noi” (Legge 112/16), «ci auguriamo – dichiarano Falabella e Pagano – che sia decisamente diretto verso gli intenti espressi dalla norma, ovvero costruire l’autonomia e il supporto alle persone quando la famiglia viene a mancare, così come auspichiamo che il nuovo Fondo di sostegno per le strutture semiresidenziali che ospitano persone con disabilità (20 milioni di euro) contribuisca ad una più rapida riapertura delle stesse con requisiti di sicurezza».
E ancora, dalla parte degli aspetti ritenuti apprezzabili, vi è la conferma dell’estensione dei permessi lavorativi da Legge 104 per i mesi di maggio e giugno, mentre molto debole viene ritenuto l’impatto del reddito di emergenza sui nuclei con persone con disabilità.
L’auspicato aumento delle pensioni di invalidità è stato infine rinviato a un’altra occasione normativa.
Come detto inizialmente, però, le maggiori perplessità riguardano forse gli aspetti del lavoro, della flessibilità e della protezione, in particolare dei lavoratori con disabilità o con esiti da patologie oncologiche o, ancora, con problemi di immunodeficienza. «Avevamo chiesto in tutti i modi e in tutte le sedi – dichiarano infatti i Presidenti di FISH e FAND – di chiarire e rendere operativa l’indicazione dell’articolo 26 del Decreto “Cura Italia”». Vale certamente la pena, a questo punto, ricordare ai Lettori di cosa si stia parlando.
L’articolo 26 del Decreto Legge 18/20, meglio noto come “Cura Italia” (convertito poi nella Legge 27/20) prescriveva che ai lavoratori dipendenti pubblici e privati in possesso del riconoscimento di disabilità con connotazione di gravità, nonché ai lavoratori in possesso di certificazione rilasciata dai competenti organi medico legali, attestante una condizione di rischio derivante da immunodepressione o da esiti da patologie oncologiche o dallo svolgimento di relative terapie salvavita anche se non in possesso della certificazione di handicap con connotazione di gravità, venisse riconosciuto sino a fine aprile lo status di ricovero ospedaliero sulle assenze effettuate. «Ebbene – affermano Falabella e Pagano – sono passati due mesi e ancora ad oggi non vi è alcuna formale indicazione operativa rispetto a quella norma, nessuna circolare che indichi ai lavoratori e ai datori di lavoro come si debba richiedere l’astensione dal lavoro quando c’è una situazione personale ad alto rischio. Inoltre, il Senato in sede di conversione del Decreto “Cura Italia”, ha peggiorato se possibile la disposizione originaria. E il nuovo “Decreto Rilancio”, ignorando le richieste anche di altre organizzazioni, quali la FAVO (Federazione Italiana delle Associazioni di Volontariato in Oncologia), l’AIL (Associazione Italiana contro Leucemie, Linfomi, Mieloma) e UNIAMO-FIMR (Federazione Italiana Malattie Rare), si limita ad estendere un vago beneficio di altri due mesi. Questa è una lacuna molto grave e irrispettosa che si assomma al mancato recepimento di altri correttivi, ad esempio sulle indennità ai lavoratori autonomi, dell’agricoltura, dello spettacolo ecc. che siano anche persone con disabilità».
Infine, sempre sul fronte del lavoro, altre preoccupazioni arrivano dall’articolo sulla sorveglianza sanitaria. Secondo FISH e FAND, infatti, «è condivisibile e apprezzabile che venga avviata, sui luoghi di lavoro, una sorveglianza straordinaria, ma gli effetti sulle persone con disabilità e altri problemi sono piuttosto preoccupanti ed incerti, poiché delinearne l’inidoneità temporanea senza prevedere strumenti di integrazione del reddito significa rendere assai probabile che quei lavoratori (e quelli prossimi alla pensione) trascorrano mesi lontani dal posto di lavoro e senza retribuzione. «Si tratta di uno scenario per noi inaccettabile – concludono Falabella e Pagano – e sinonimo di esclusione progressiva dal mondo del lavoro che contrasteremo in tutti i modi senza più accettare alibi o scusanti e riprendendo e rafforzando anche il confronto e le comuni strategie con altri attori dell’impegno civile e sindacale». (S.B.)
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