Per fare bene veramente, l’arte dev’essere accessibile a tutti

È importante la riapertura di musei e strutture culturali, perché, come sottolineano dall’Associazione L’abilità di Milano, «la bellezza, l’arte e la cultura possono essere una risposta fondamentale al disagio sociale di questi mesi di isolamento. E tuttavia, se visitare un museo fa bene a tutti, allora dev’essere accessibile davvero a tutti». E del resto, la stessa Associazione L’abilità è da tempo impegnata a fondo su questo fronte, con il progetto “Museo per tutti”, realizzato insieme alla Fondazione De Agostini, al quale hanno già aderito numerose strutture culturali del nostro Paese
Statua con la mascherina
Pur rispettando tutte le necessarie norme di sicurezza, stanno gradualmente riaprendo i musei e altre strutture culturali

«La bellezza, l’arte, la cultura – sottolineano dall’Associazione L’abilità di Milano – possono essere una risposta al disagio sociale di questi mesi di isolamento, in cui abbiamo finalmente compreso che la cultura è vita o quanto meno un bene a cui difficilmente si può rinunciare. E tuttavia è doverosa un’altra osservazione, ovvero che se ad esempio visitare un museo è un’attività che fa bene a tutti, allora dev’essere accessibile davvero a tutti, senza lasciare indietro nessun tipo di pubblico».
L’organizzazione milanese, del resto, è impegnata a fondo da alcuni anni su questo fronte, come abbiamo più volte raccontato anche su queste pagine, con il progetto Museo per tutti. Accessibilità museale per persone con disabilità intellettiva, realizzato in collaborazione con la Fondazione De Agostini, al quale hanno già aderito numerose strutture culturali del nostro Paese.

«Quella di visitare un museo – dichiarano oggi da L’abilità – è una possibilità che per le persone con disabilità intellettiva è ancor più significativa e importante dopo i mesi di chiusura forzata e di allontanamento dalla vita sociale, già occasione rara prima dell’isolamento da pandemia. E questo perché le persone con disabilità, a forza di star chiuse in casa, hanno oggi più difficoltà nel riconnettersi con il mondo esterno perché disabituati a tutti gli input di cui esso è ricco. Ma proprio l’arte, i musei, i luoghi di cultura possono essere dei punti di raccordo: infatti, sono sia ricchi di stimoli che luoghi sicuri, ma anche luoghi raccolti in cui riprendere in mano il rapporto con il mondo».

Entrando maggiormente nel dettaglio, va ricordato che in questo momento Museo per tutti è attivo in sette Musei Nazionali e in nove Beni del FAI (Fondo Ambiente Italiano). Esso è pensato per far sì che le persone con disabilità intellettiva possano visitare un museo in autonomia, da sole o insieme a un caregiver. Lo strumento di supporto alla visita è la guida accessibile, scaricabile online, che attraverso l’utilizzo di immagini e testi semplificati, permette di svolgere la visita anche in autonomia, singolarmente. Un aspetto positivo, questo, anche in tempo di coronavirus, in cui è necessario mantenere il distanziamento sociale e non sono consentite le visite guidate di gruppo.

Detto che la riapertura dei vari Musei – compresi quelli aderenti al progetto di L’abilità – si sta attuando in modo graduale, ricordiamo in conclusione che di un nuovo modello di accoglienza si è parlato recentemente anche durante.
Ed è proprio di un nuovo modello di accoglienza che ci si è interrogati durante il recente convegno annuale dell’ICOM Italia (International Council of Museums), svoltosi il 18 maggio, in corrispondenza della Giornata Mondiale dei Musei e che questa volta ha avuto come tema centrale proprio l’inclusione e la diversità, dando vita ad un ampio dibattito sui nuovi tipi di pubblico che i musei sono chiamati ad accogliere. (S.B.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: Ufficio Comunicazione L’abilità (Anna Tipaldi), comunicazionelabilita.org.

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