Era il 27 maggio 1991, ovvero esattamente ventinove anni fa, quando l’Italia ratificò con la Legge 176/91 la Convenzione ONU sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza, approvata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 20 novembre dell’anno precedente.
«Mai come in questo momento – dichiara in una nota diffusa in occasione di tale anniversario Francesco Samengo, presidente di UNICEF Italia – alla luce della pandemia di Covid-19 che stiamo ancora vivendo, è importante dare risposte per i 10 milioni di bambini e ragazzi che vivono in Italia, soprattutto per quelli più vulnerabili che hanno sofferto maggiormente a causa di violenza, povertà e diseguaglianze. La pandemia, infatti, ha aggravato la situazione della povertà minorile in Italia, che prima dello scoppio dell’emergenza sanitaria registrava 1 milione e 200.000 bambini in povertà assoluta».
«Durante questo periodo – aggiunge il Presidente di UNICEF Italia -, i bambini hanno anche sofferto dell’isolamento sociale dal punto di vista della salute psicofisica. Inoltre, non tutti hanno avuto accesso a device [apparecchiature tecnologiche, N.d.R.] e/o le famiglie hanno avuto la possibilità di seguirli nella didattica a distanza, per la quale si confermano ampie disuguaglianze regionali, che vedono il Mezzogiorno maggiormente in sofferenza».
«In questo anniversario – conclude Samengo -, chiediamo che i diritti dei bambini e dei ragazzi non rimangano sulla carta e che i bambini vengano finalmente messi al centro di una nuova risposta per il loro futuro. Bisogna ripensare per loro spazi e possibilità di crescita, sviluppo e istruzione in sicurezza».
È un messaggio, quello di UNICEF Italia, che facciamo del tutto nostro, senza mai dimenticare che i tantissimi bambini e ragazzi con disabilità, nel nostro Paese e nel mondo, risultano sempre essere i “più vulnerabili tra i vulnerabili”. (S.B.)
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