Le persone con disabilità non possono essere dimenticate dalle Istituzioni: a metterlo per iscritto è stato l’Alto Commissariato dell’ONU per i Diritti Umani, come già ampiamente riferito anche su queste pagine. Durante la pandemia di Covid-19, in realtà, sono state tante le esigenze e i bisogni essenziali purtroppo non affrontati in maniera idonea, riguardanti soprattutto le persone con disabilità, come il diritto al cibo su cui ho già avuto modo di soffermarmi in altra sede. Per fornire dunque strumenti efficaci e dare risposte tempestive a queste persone in condizioni di fragilità, l’Alto Commissariato ha pubblicato le Linee Guida, rivolte in particolare agli Stati, sui diritti delle persone con disabilità, da rispettare anche nel corso dell’emergenza coronavirus [a questo link ne è disponibile un ampio estratto in italiano, grazie alla traduzione curata dalla Federazione LEDHA, N.d.R.]. I governi di tutto il mondo sono avvisati.
Ma quali sono queste disposizioni messe nero su bianco dall’ONU? Tra le varie indicazioni, anche a seguito delle pessime notizie provenienti dagli Stati Uniti legate alla non inclusione nelle terapie intensive di pazienti cronici o persone con gravi disabilità, viene affermato di «proibire il rifiuto del trattamento di cura negli ospedali sulla base della disabilità e abrogare le disposizioni che impediscono l’accesso al trattamento». Ma non solo questo. Le Nazioni Unite, infatti, hanno sollecitato di «garantire test prioritari per le persone con disabilità che presentano sintomi», oltre ad inserire donne e uomini non autosufficienti «all’interno delle linee guida per l’assegnazione delle risorse, come i ventilatori o l’accesso alla terapia intensiva», nonché «assicurare la continua fornitura e l’accesso ai medicinali per le persone con disabilità durante la pandemia».
Un capitolo specifico viene quindi dedicato all’abbattimento di ogni barriera architettonica e all’individuazione e rimozione di qualsiasi ostacolo, per «garantire l’accessibilità a tutti degli ambienti di cura, ospedali, strutture dove trascorrere il periodo di quarantena».
Di fondamentale importanza è anche «la disponibilità e la diffusione di informazioni e comunicazioni sulla salute con modalità, strumenti e formati accessibili», anche ad esempio per persone cieche, ipovedenti e sorde.
Altri punti dirimenti da rispettare sono quelli legati alla «formazione e sensibilizzazione degli operatori sanitari per prevenire le discriminazioni basate su pregiudizi nei confronti delle persone con disabilità».
Infine è stato sottolineato l’aspetto delle misure da adottare a beneficio dei soggetti non autosufficienti, coinvolgendo direttamente le loro Associazioni. Lo si è fatto scrivendo: «Consultare da vicino e coinvolgere attivamente le persone con disabilità e le loro organizzazioni rappresentative» nel formulare una risposta inclusiva e che tenga con estrema attenzione delle sensibilità peculiari delle persone disabili in tutte le loro diversità.
Come spesso accade in questi casi, un conto sono le indicazioni, ma altro aspetto sono le azioni. L’ONU ha diramato le Linee Guida da seguire, ma poi dovranno essere i singoli Stati a recepirle e a renderle operative, senza dimenticare nessuno. D’ora in poi nessun Governo potrà dire di non saperlo.
Le presenti riflessioni sono già apparse in “InVisibili”, blog del «Corriere della Sera.it» (con il titolo “Covid-19 e disabilità: le linee guida dell’Onu riusciranno a eliminare le discriminazioni?”). Vengono qui riprese, con alcuni riadattamenti al diverso contenitore, per gentile concessione.
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