«Fare chiarezza su questa norma significherebbe garantire lo stesso diritto a tutte le persone con disabilità e consentire a molti di uscire finalmente di casa. Abbiamo segnalazioni continue di difficoltà nel trovare parcheggio, difficoltà che si tramutano nella rinuncia a muoversi e quindi nella rinuncia a moltissime attività essenziali»: lo ha dichiarato nei giorni scorsi alla «Repubblica» Marco Rasconi, presidente nazionale della UILDM (Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare), a proposito di una battaglia che questa Associazione condivide già da tempo con Cittadinanzattiva, oltreché con il sostegno di Legambiente, quella cioè volta a garantire in tutti i Comuni d’Italia l’esenzione dal pagamento del parcheggio tra le strisce blu, per le persone con disabilità munite di contrassegno. A tutt’oggi, infatti, sono i singoli Comuni a decidere di volta in volta se far pagare quel parcheggio, oppure se concedere l’utilizzo gratuito degli spazi, ciò che crea notevoli situazioni di difformità da Comune a Comune. «Ad esempio – hanno sottolineato sempre a “Repubblica” Cittadinanzattiva e UILDM – una persona con disabilità che vive a Roma non paga la sosta sulle strisce blu, mentre se vive a Orbetello (Grosseto) o a Taranto deve pagare».
Era stato del resto lo stesso sottosegretario alle Infrastrutture e ai Trasporti Roberto Traversi, come avevamo riferito sulle nostre pagine, a parlare recentemente, dopo un incontro con Cittadinanzattiva e UILDM, di «una battaglia di civiltà e di uguaglianza», sottolineando che «garantire ai disabili la possibilità di usufruire gratuitamente dei parcheggi sulle strisce blu non è un privilegio, ma una garanzia di diritto alla mobilità, a fronte di minori opportunità che gli stessi hanno rispetto alle persone non disabili che, al contrario, possono servirsi senza difficoltà di altri mezzi di locomozione, quali biciclette o motocicli, oppure di mezzi pubblici il cui utilizzo è consentito anche alle persone con disabilità, ma con modalità di non sempre facile applicazione».
Per arrivare al risultato voluto, tuttavia, serve una modifica dell’articolo 188 del Codice della Strada, che disciplina la materia, ciò che non è ancora avvenuto, dal momento che la relativa Proposta di Legge, sottoscritta da oltre cinquanta Parlamentari di tutti gli schieramenti, già approvata all’unanimità nel testo unificato di riforma dello stesso Codice della Strada, è tuttora ferma alla Camera.
Quale potrebbe essere dunque una soluzione più semplice e soprattutto più immediata? «Quella di inserire un emendamento a costo zero nel cosiddetto “Decreto Rilancio” (Decreto Legge 34/20), ciò che secondo Cittadinanzattiva e UILDM «garantirebbe un’approvazione in tempi rapidi». Saranno quindi tutti da seguire i prossimi sviluppi della situazione. (S.B.)
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