Le strutture residenziali per persone con disabilità richiedono un piano a sé!

«Nei prossimi giorni – scrivono dalla Federazione lombarda LEDHA – la Giunta della nostra Regione determinerà il funzionamento dei servizi residenziali per anziani e persone con disabilità. A tal proposito esprimiamo tutta la nostra preoccupazione per l’eventualità che le stesse regole disegnate per le residenze sanitarie anziani possano essere utilizzate anche per i servizi residenziali dedicati alla disabilità, ovvero per persone giovani e adulte, con caratteristiche, esigenze e desideri molto diversi tra loro. Per queste persone chiediamo quindi un piano specifico»

Particolare di persona in carrozzina«Nei prossimi giorni la Giunta Regionale della Lombardia prenderà in esame una Delibera che andrà a determinare il funzionamento dei servizi residenziali per anziani e persone con disabilità, rispettivamente le RSA e le RSD, all’indomani della fase acuta dell’epidemia, in un territorio come il nostro che dovrà convivere ancora a lungo con il coronavirus. A tal proposito esprimiamo tutta la nostra preoccupazione per la decisione di Regione Lombardia di volere adottare le stesse regole di funzionamento per residenze e comunità in cui vivono persone con caratteristiche, esigenze e desideri molto diversi tra loro».
È quanto si legge in una nota diffusa dalla LEDHA (Lega per i Diritti delle Persone con Disabilità), componente lombarda della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), il cui presidente Alessandro Manfredi si è così espresso in una lettera inviata al presidente della Regione Fontana e agli assessori regionali Gallera e Bolognini: «Vediamo in particolare con preoccupazione l’eventualità per cui le regole disegnate per le Residenze sanitarie per anziani, possano essere sostanzialmente utilizzate per determinare l’organizzazione e il funzionamento dei servizi residenziali per le persone con disabilità giovani e adulte».

La richiesta della LEDHA alla Regione Lombardia è pertanto segnatamente quella di stralciare dal provvedimento in esame le strutture residenziali per le persone con disabilità, come le RSD, le CSS (Comunità Socio Sanitarie) e le Comunità Alloggio, «perché – sottolinea Manfredi – in questo momento, l’esigenza fondamentale di questa ampia comunità di persone è di poter essere parte della vita sociale, in sicurezza e in condizioni di eguaglianza con gli altri, in coerenza con il principio di non discriminazione sancito dalla Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità».

«Il rischio – si legge ancora nella nota della LEDHA – è che provvedimenti troppo stringenti, finalizzati al contenimento del Covid-19 e alla tutela della salute fisica delle persone ospiti di queste strutture, finiscano per penalizzare e isolare ulteriormente le persone con disabilità. In questo momento, dunque, la sfida deve essere quella di trovare un bilanciamento tra la tutela della salute e la garanzia dei diritti fondamentali delle persone con disabilità».
«Chiediamo inoltre – concludono dalla Federazione lombarda – che si formi, nel più breve tempo possibile, un gruppo di lavoro che riunisca i rappresentanti delle Direzioni Generali Welfare e Disabilità, degli Enti Gestori, delle Associazioni e degli Enti Locali, al fine di poter raccogliere tutti gli elementi utili per la stesura di un piano specifico dedicato ai servizi residenziali per le persone con disabilità giovani e adulte». (S.B.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: ufficiostampa@ledha.it.

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