E Letizia potrà continuare a gareggiare e a sognare nuovi traguardi

Per due volte campionessa italiana di paradressage, una tra le più conosciute e praticate discipline paraequestri, Letizia Minuti, giovane toscana con un’importante disabilità motoria, ha rischiato di non poter più gareggiare per la mancanza di una sella su misura, realizzata a partire dalle sue caratteristiche, oltre che per le notevoli spese connesse al suo sport. Ma oggi, grazie a una raccolta fondi lanciata lo scorso anno dal giornale «La Nazione», la sella personalizzata è stata acquistata e così Letizia potrà continuare a migliorare e a sognare nuovi traguardi

Letizia Minuti

Letizia Minuti, campionessa di paraequitazione, accanto alla nuova sella acquistata grazie alla raccolta fonda lanciata dal quotidiano toscano «La Nazione»

Per due volte campionessa italiana di paradressage, una tra le più conosciute e praticate discipline paraequestri, Letizia Minuti, venticinquenne di Pontedera (Pisa), ha rischiato di non poter più gareggiare per la mancanza di una sella su misura, realizzata a partire dalle sue caratteristiche. Ma oggi, grazie a una raccolta fondi lanciata lo scorso anno dal quotidiano toscano «La Nazione», la sella personalizzata è stata acquistata.

Minuti ha riportato una disabilità motoria importante all’età di nove anni, in seguito a un’emorragia cerebrale. La sua passione per i cavalli è iniziata nel 2012, quando ha intrapreso un percorso di ippoterapia presso il Centro Ippico Le Sbarre di Ponsacco (Pisa). In breve tempo, con il supporto dell’istruttrice Linda Vanni, l’ippoterapia ha lasciato il posto all’attività sportiva vera e propria e alle competizioni.
La prima medaglia è arrivata nel 2015, un argento al Campionato Italiano di Equitazione di Arezzo. Nel 2018 e 2019, col suo fidato Coriandolo, Letizia ha conquistato il podio nazionale di paradressage. E tuttavia, fare equitazione a certi livelli comporta notevoli spese: l’iscrizione alle gare, il trasporto del cavallo, le trasferte per partecipare alle competizioni, attrezzature personalizzate ecc. Spese difficili da sostenere per una famiglia divenuta monoreddito perché la madre di Letizia, Dorella, ha dovuto lasciare il lavoro per prestarle assistenza.

Letizia e Coriandolo

Letizia con il suo fidato cavallo Coriandolo

Ma una bella storia non può finire così, e la raccolta fondi partita lo scorso anno dalla Valdera si è estensa a tutta Italia, permettendo sia l’acquisto della sella su misura, sia la copertura delle altre spese legate alle competizioni.
Una sella “speciale” per cavalcare un sogno, è stato il titolo con il quale «La Nazione» ha dato notizia il 1° giugno scorso del traguardo raggiunto, riportando i commenti soddisfatti della madre e dell’istruttrice di Letizia. «Siamo davvero contente, entusiaste, ringraziamo di cuore tutte le persone che ci hanno permesso di arrivare a questo risultato», ha dichiarato al quotidiano Dorella Donati, comprensibilmente emozionata. «L’acquisto di questa sella permetterà a Letizia di continuare a camminare nel suo sogno – è stato invece il commento dell’istruttrice Linda Vanni, che ha curato personalmente l’acquisto e tutti gli adattamenti della sella. Questa sella ha una seduta più solida, più profonda, Letizia sarà più al sicuro, è cucita bene ed è molto morbida oltre ad avere appoggi sicuri e modificabili. Dove potrà arrivare non si può dire, quel che è certo è che ora ci impegneremo ancora di più affinché continui a crescere e sognare. Un giorno potremo aspirare a fare gare internazionali, ma procederemo per gradi, nel rispetto della sua patologia e senza coltivare false speranze. Anche io mi associo al ringraziamento a tutti coloro che hanno permesso alla nostra campionessa di continuare a correre in sicurezza».

Il quotidiano non riporta le parole di Letizia, ma pubblica la foto qui riprodotta in cui è ritratta accanto alla nuova sella. Guarda in camera, sorride con la mascherina abbassata, fa il gesto della vittoria. E per qualche istante ci sorprendiamo a sorridere al giornale… (Simona Lancioni)

Il presente testo è già apparso nel sito di Informare un’H-Centro Gabriele e Lorenzo Giuntinelli di Peccioli (Pisa) e viene qui ripreso, con minimi adattamenti al diverso contenitore, per gentile concessione.

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