Il treno della valorizzazione dei Centri Territoriali di Supporto è partito

Il rinnovato ruolo dei CTS (Centri Territoriali di Supporto) e la loro rinascita come luoghi di consulenza, indirizzo e supporto sulle nuove tecnologie per l’inclusione nella scuola, sono i temi del presente contributo di Francesco Fusillo, consulente della task force promossa dal Ministero dell’Istruzione sull’inclusione, organismo il cui obiettivo principale, come scrive lo stesso Fusillo, «è far circolare le competenze e far sentire gli insegnanti di sostegno parte di un grande gruppo che ha un grande scopo: l’inclusione di tutte le persone che frequentano le scuole italiane»

Scheda sui CTS

Una scheda che sintetizza le varie funzioni dei CTS (Centri Territoriali di Supporto)

È con un po’ di soddisfazione personale che scrivo questo contributo, per approfondire alcune questioni che attengono al ruolo dei CTS (Centri Territoriali di Supporto), alla loro rinascita come luoghi di consulenza, indirizzo e supporto sulle nuove tecnologie per l’inclusione nella scuola, nonché al percorso avviato con il nuovo Bando Ausili (Decreto Legislativo 63/17, articolo 7, comma 3), che vede nei CTS il luogo di validazione e supporto per la buona riuscita dell’operazione.

A questo punto è forse opportuno chiarire previamente due aspetti, ovvero cosa sono i CTS e cos’è il citato Bando Ausili.
I CTS sono unità territoriali su base provinciale che nel 2006 il Ministero dell’Istruzione istituì per supportare la penetrazione delle nuove tecnologie a supporto dell’inclusione delle persone con BES (Bisogni Educativi Speciali). Tali strutture si sono distinte in questi anni per una massiccia opera di formazione e supporto delle scuole e dei singoli insegnanti di sostegno, allo scopo di migliorare la situazione dell’inserimento e dell’inclusione delle/i nostre/i alunne, alunni, studentesse e studenti con bisogni speciali, in particolare mettendo in essere progetti che tramite ausili specifici potessero permetter loro di conquistare autonomie e apprendimenti.
I CTS Provinciali hanno personale docente che con un impegno aggiuntivo svolgono un incarico molto importante, specie negli ultimi tre anni, per l’assegnazione di fondi destinati agli ausili che il citato Decreto 63/17 ha loro assegnato. Si tratta di un compito di accompagnamento, supporto e validazione di progetti che portano ad acquistare ausili tecnologici, oltreché a proporre formazione e investimenti nella messa in opera di progetti dedicati, come detto, alle autonomie e agli apprendimenti e si parla di 30 milioni di euro in tre anni spalmati sui 106 CTS italiani.
La preziosa sostanza di questo impegno deve fare riferimento al fatto che nel nostro Paese ci sono circa 300.000 alunne/alunni/studentesse/studenti seguite/i da 150.000 insegnanti di sostegno; e che nelle due annualità 2017-2018 e 2018-2019 sono stati validati ed evasi circa 26.000 progetti, con un’importante ricaduta per tutti gli alunni, le scuole e le famiglie.
Adesso, dunque, è ripartito il percorso per l’ultima annualità del bando (2019-2020) e i CTS sono di nuovo in campo con lo stesso ruolo delle annualità passate, ma con una marcia in più, data dalla rinnovata veste e dal supporto che il Ministero dell’Istruzione ha attribuito a questi organismi nella validazione ed erogazione dei fondi a fronte dei progetti presentati.

Ma come fare perché i CTS diventino capaci di esprimere professionalità diffusa e capacità di analisi sulle richieste che dovranno selezionare?
È in tale passaggio che questa volta il Ministero ha agito con competenza, supportando tanto il compito delle scuole nella stesura dei progetti sugli ausili, quanto i CTS nella selezione degli stessi, istituendo una task force multiprofessionale, dove i Centri Territoriali di Supporto sono ben rappresentati, assieme alla GLIC (Rete Italiana dei Centri di Consulenza su ausili tecnologici per le disabilità), ad altri esperti del settore e all’INDIRE (Istituto Nazionale di Documentazione Innovazione e Ricerca Educativa).
Questo nuovo organismo ha implementato varie azioni che vanno a rispondere alla criticità di impostare un progetto didattico-educativo il quale preveda l’acquisto di ausili che poi verranno forniti in comodato d’uso ai ragazzi e alle ragazze con bisogni speciali.

Cosa ha fatto dunque in sostanza la citata task force? Ha rivisitato la scheda progetto, semplificandola, mettendo in evidenza la filiera decisionale (chi fa cosa), esplicitando obiettivi e risultati attesi, fornendo ai CTS uno schema valutativo molto semplificato.
Ha realizzato inoltre un percorso formativo articolato per le scuole, per i CTS, per gli insegnanti di sostegno e non, con l’obiettivo di accompagnare i docenti verso una buona scelta e di creare progetti precisi ed efficaci (se ne veda a questo link, al quale possono accedere tutti gli insegnanti).
E ancora, è stato rivalutato il ruolo del software libero e dell’Open Source come opportunità e risorsa per l’inclusione (tale sezione è presente nella formazione del Corso A). Quest’ultima è certamente un’occasione di scelta e valorizzazione che permetterà di risparmiare molti fondi da destinare all’acquisto di materiali (ausili e apparecchiature tecnologiche), per cui sarà possibile avviare progetti dove si acquisteranno solo strumenti e gli allestimenti potranno essere fatti con applicativi gratuiti e accessibili. Potrà inoltre essere finanziata la formazione dei docenti e il supporto ai progetti software che forniscono servizi, progetti che si avvalgono di un finanziamento diffuso per essere erogati.
Si pensi, ad esempio, a SimCAA per la CAA libera (Comunicazione Aumentativa Alternativa), a So.Di.Linux per allestire PC ad alto valore inclusivo nelle postazioni bifronte, a OpenBoard per avere PC con attività interattive gestibili al tatto, o ad Eviacam per gestire il PC con il movimento del volto.

In una pagina dedicata nel sito di INDIRE sono contenuti: un ambiente formativo (@learning), per accompagnare gli insegnanti a realizzare un “Buon Progetto”; un percorso guidato per la risposta al bando, realizzando la “scheda progetto”; un ambiente per ricevere assistenza online. Vi è inoltre una scheda per la post-valutazione del progetto ed è in allestimento un’ulteriore scheda di “buone pratiche”, allo scopo di mettere in luce le migliori azioni avviate grazie al finanziamento con gli ausili, per servire anche come elemento di formazione e contatto fra docenti.
Molto, quindi, è stato avviato, anche se non tutto è finito e restano altri temi sul tappeto relativamente alla questione ausili, vale a dire un inventario nazionale, il riuso, la manutenzione, il passaggio fra scuole e l’analisi-validazione dell’efficacia degli ausili.

Questo impianto, questa rinnovata importanza del ruolo dei CTS, che ha avuto il suo primo input già nello scorso mese di gennaio, grazie all’impulso dato dallo staff del IV Ufficio Ministeriale diretto da Clelia Caiazza, grazie anche a un importante seminario svoltosi alla presenza della ministra Lucia Azzolina e della funzionaria della Direzione Generale dello Studente Giovanna Boda, porterà sicuramente a un beneficio diffuso nelle scuole italiane che si occupano di includere e promuovere l’educazione e l’apprendimento dei bambini e ragazzi/e con Bisogni Educativi Speciali [del seminario citato si legga ampiamente anche sulle nostre pagine, al testo “I Centri Territoriali di Supporto tornano nel cuore del processo di inclusione”, N.d.R.].
Non tutto è stato fatto, però, per dare veramente struttura e continuità ai CTS provinciali, se è vero che manca ancora una stabilizzazione delle risorse umane, che per l’importante lavoro svolto, vanno sicuramente tenute in considerazione dal Ministero. Non è possibile, infatti, che una partita così importante, come validare, supportare e formare il personale che si occupa dell’inclusione, sia affidata a colleghi che svolgono questo ufficio con orario aggiuntivo, senza nessun riconoscimento né distacco dall’insegnamento. E tuttavia il treno della valorizzazione dei Centri Territoriali di Supporto è partito e speriamo che a breve anche la questione delle risorse umane venga affrontata.

Far circolare le competenze e far sentire gli insegnanti di sostegno parte di un grande gruppo che ha un grande scopo: l’inclusione di tutte le persone che frequentano le scuole italiane. È questo l’obiettivo della task force avviata presso il Ministero.

Insegnante esperto, consulente della task force del Ministero dell’Istruzione sull’inclusione.

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