«Margherita – racconta la mamma Lucia – è nata 17 anni fa, seconda di tre figli. La sua disabilità, la sindrome di Down, è stata per me motivo di grande dolore e smarrimento perché fino ad allora avevo un’idea della perfezione e della felicità completamente distorte; pensavo dipendessero dal controllo di ogni cosa. Da allora, grazie a mia figlia sono cambiata, cresciuta, arricchita e liberata da pesi inutili che non mi facevano stare bene. Stimo Margherita per il suo impegno ed entusiasmo che mette in tutto quello che fa: dalla scuola agli affetti, fino allo sport che riveste un ruolo fondamentale nella sua vita».
Il nuoto è entrato nella vita di Margherita in silenzio e a poco a poco è diventato suo amico. Ora lei aspetta il momento di poter finalmente tornare a nuotare, libera di essere se stessa senza pensare troppo al domani perché anche questo fa parte della sua natura così forte e unica.
Lo sport nel Team torinese dell’Associazione Pandha, aderente a Special Olympics Italia [la componente nazionale del movimento sportivo dedicato alle persone con disabilità intellettive, N.d.R.], le ha di sicuro aperto un nuovo mondo, perché si è trovata subito inclusa in ogni iniziativa, parte integrante di un gruppo. E poi le gare, un bel momento per mettere alla prova le abilità acquisite nello sport e non solo, anche per la sua autonomia.
«Spesso – sottolinea ancora la mamma di Margherita -, per la “fretta” non diamo la giusta importanza alla capacità di “cavarsela” da soli e sovente la famiglia interviene a mediare le difficoltà che i nostri figli incontrano; invece è molto importante farli provare sempre, esattamente come recita il Giuramento dell’Atleta di Special Olympics, ovvero «Che io possa vincere, ma se non riuscissi, che io possa tentare con tutte le mie forze». Forse non sempre permettiamo loro di provare a superare le loro difficoltà senza intervenire, ma in modo autonomo. Lo sport, in questo senso, è un insegnamento anche per noi genitori: l’opportunità di fare affrontare le difficoltà, anche della vita quotidiana, come una sfida da superare con il proprio impegno e le proprie forze».
«In questi mesi – conclude Lucia – il coronavirus non ha stravolto la vita di Margherita, perché è stata comunque sempre impegnata via web con la scuola, con le attività proposte da Special Olympics o da altre Associazioni che frequenta. Di sicuro le è mancato il contatto con i compagni di scuola, gli amici del nuoto o di ballo e le gare programmate tutte saltate. Eravamo già in lista per i Giochi Nazionali Special Olympics di Varese: una grossa perdita per i nostri sportivi, ma in gran parte colmata da nuove opportunità come gli Smart Games [di questi ultimi si legga anche la nostra presentazione, N.d.R.] che hanno permesso a Margherita di sentirsi nuovamente viva attraverso lo sport, mettendosi alla prova anche in altre discipline, mai praticate, come l’atletica, le bocce e il bowling».
«Mi sono divertita tanto – racconta Margherita, parlando degli Smart Games -, è stato un bel momento di condivisione con tanti altri atleti, che spero di rivedere presto, insieme alle loro famiglie e ai volontari».
Special Olympics Italia è la componente nazionale del movimento di sport praticato da persone con disabilità intellettive.
Articoli Correlati
- L'integrazione scolastica oggi "Una scuola, tante disabilità: dall'inserimento all'integrazione scolastica degli alunni con disabilità". Questo il titolo dell'approfondita analisi prodotta da Filippo Furioso - docente e giudice onorario del Tribunale dei Minorenni piemontese…
- Sordocecità, la rivoluzione inclusiva delle donne Julia Brace, Laura Bridgman, Helen Keller, Sabina Santilli. E poi Anne Sullivan. Le prime quattro erano donne sordocieche, la quinta era “soltanto” quasi completamente cieca, ma non si può parlare…
- Qualcosa di intangibile che ti manca Venticinque anni accanto a una figlia con gravissimi problemi di disabilità, con tutti i tempi della vita quotidiana letteralmente “irregimentati”, come «in una fionda, con l’elastico sempre tirato». Poi la…