Disabilità: le potenzialità e i rischi dell’intelligenza artificiale

La disciplina dell’intelligenza artificiale riveste e ancor più rivestirà in futuro un’influenza crescente sulla vita di tutti i cittadini e anche le persone con disabilità ne possono e ne potranno trarre importanti benefìci in alcuni casi. Tuttavia, si tratta di una disciplina che ha anche il potenziale per aumentare la discriminazione nei loro confronti. Per questo il Forum Europeo sulla Disabilità ha voluto inviare alcune raccomandazioni alla Commissione Europea, nell’àmbito della consultazione pubblica che ha portato all’elaborazione di un “Libro Bianco sull’intelligenza artificiale”

Rappresentazione grafica dell'intelligenza artificialeCome da definizione di Wikipedia, «l’intelligenza artificiale è una disciplina appartenente all’informatica riguardante i fondamenti teorici, le metodologie e le tecniche che consentono la progettazione di sistemi hardware e di programmi software capaci di fornire all’elaboratore elettronico prestazioni che, a un osservatore comune, sembrerebbero essere di pertinenza esclusiva dell’intelligenza umana».
Si tratta, segnatamente, di un tema che riveste e ancor più rivestirà in futuro un’influenza crescente sulla vita di tutti i cittadini. «E anche le persone con disabilità – come viene sottolineato dall’EDF, il Forum Europeo sulla Disabilità – ne possono e ne potranno trarre importanti benefìci in alcuni casi». Tuttavia, sempre secondo il Forum, è una disciplina che ha anche «il potenziale per aumentare la discriminazione nei loro confronti».

Alla luce di tale consapevolezza, l’EDF ha voluto pronunciarsi nell’àmbito della consultazione pubblica promossa dalla Commissione Europea, che ha portato all’elaborazione di un Libro Bianco sull’intelligenza artificiale, consistente in un insieme di raccomandazioni volte a garantire un’intelligenza artificiale etica.
Tra le istanze espresse dal Forum, particolare evidenza viene data alla necessità di «sensibilizzare sulla materia tutti i cittadini, compresi quelli con disabilità, durante lo sviluppo e l’implementazione dell’intelligenza artificiale», e in particolare «sul processo decisionale automatizzato e su come i dati personali sensibili possono essere utilizzati dalle tecnologie basate su tale disciplina».
Per valutare inoltre «le potenziali lacune nella legislazione sui diritti umani», l’EDF ha chiesto che venga «sviluppata una legislazione specifica, in linea con le leggi e gli standard europei, contro la discriminazione, per regolare gli appalti pubblici e per l’accessibilità».
Un messaggio, quindi, improntato in generale all’esigenza di «controllo umano, responsabilizzazione e meccanismi di ricorso per tutti i cittadini», per evitare appunto che una delle basi dei futuri sviluppi tecnologici possa diventare un’ulteriore fonte di discriminazioni e disuguaglianze. (S.B.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: Ufficio Comunicazioni con l’Esterno dell’EDF (André Felix), andre.felix@edf-feph.org.

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