Da tempo abbiamo rilevato che se tutti siamo nella tempesta, non tutti, però, siamo nella stessa barca. Esprimiamo quindi il nostro disappunto per uno stato di cose che si protrae da troppo tempo.
Gli utenti fragili della Regione Lazio sono quelli che hanno subito le maggiori conseguenze della pandemia, perché a tutt’oggi sono quelli “confinati”. Persino Regioni più martoriate della nostra dal Covid-19 hanno ripreso, con le dovute cautele, le attività.
Le persone fragili, e con loro le famiglie, sono allo stremo e non vi è traccia di adeguate azioni che l’Amministrazione Regionale dovrebbe intraprendere per un ritorno alla “vita pre-Covid” e per un recupero delle abilità acquisite, che ormai si vanno perdendo.
La riapertura dei Centri sociosanitari e il riavvio delle attività socioassistenziali sono avvenuti solo sulla carta con fruibilità praticamente nulla e i problemi continuano a gravare sempre sulle famiglie.
Sono tuttora ignorati aspetti quali quelli dei tirocini, dell’inserimento lavorativo, delle attività scolastiche, dei trasporti e dell’isolamento degli utenti residenziali, sia per l’utenza con disabilità che per quella con problematiche relative alla salute mentale.
I soggiorni estivi, in assenza di una precisa Direttiva Regionale, vengono gestiti in modo completamente diverso tra le varie ASL, creando gravi disomogeneità.
Sono inoltre da troppo tempo attesi provvedimenti per un’effettiva integrazione sociosanitaria, che la Regione Lazio continua inspiegabilmente a rinviare nel tempo.
È poi assente una precisa regolamentazione sul “budget di salute” che la Regione sta sperimentando da anni e sul quale non sembra si riesca a mettere un punto fermo. La conseguenza è che rispetto al cosiddetto “Dopo di Noi”, la Regione Lazio sta demandando i propri compiti ad iniziative comunali, come per le recenti Linee Guida del Comune di Roma, alimentando disomogeneità tra i suoi territori e lasciando spazio a discutibili applicazioni della Legge [Legge 112/16, N.d.R.].
Tutte queste tematiche – più volte rappresentate anche attraverso richieste specifiche e frequenti solleciti da parte delle Consulte Regionali del Lazio e Cittadine di Roma, dalla stragrande maggioranza delle Consulte Municipali di Roma Capitale e da numerose Associazioni – non vanno affrontate in tavoli separati ed estemporanei, ma in un contesto organico e organizzato, perché la vita delle persone fragili non può essere affidata ad interventi improvvisati, ma richiede un paziente e faticoso lavoro di confronto e condivisione con tutte le legittime rappresentanze dell’utenza.
Chiediamo pertanto alla Regione Lazio di dare riscontro alle nostre proposte e costituire con la massima urgenza un Tavolo Permanente di Confronto su tutti questi temi, confronto non più procrastinabile.
La presente “Opinione” è sottoscritta da: Consulta Regionale H del Lazio; Consulta Cittadina H di Roma; Consulta Cittadina Salute Mentale di Roma; Consulte Municipali H dei Municipi di Roma I, II, III, IX, XII, XIII e XV; Consulta per l’inclusione del Municipio X di Roma; Consulta Qualità della Vita Persone con Disabilità dell’ASL RM 1; Tavolo della Partecipazione delle Associazioni ASL RM 2; Associazioni dell’ex Consulta del IV Municipio di Roma.
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