Presso Casa Facca a Fiume Veneto (Pordenone), sede polifunzionale di proprietà dell’Azienda Sanitaria n. 5, è stato avviato nei giorni scorsi un ciclo di propedeutica all’abitare, rivolto a giovani persone con disabilità che vogliano staccarsi dalla famiglia per acquisire indipendenza e risorse di autonomia.
Tale percorso fa parte di un più ampio progetto rivolto all’“abitare sociale” gestito insieme alla Fondazione Down Friuli Venezia Giulia dall’Associazione Laluna di Casarsa della Delizia (Pordenone), la quale aveva già sperimentato nel territorio di Sacile questo tipo di propedeutica, che dura in genere per tre anni, sfociando poi in un progetto di vita indipendente.
Nel frattempo, sempre a cura dell’Associazione Laluna, sta entrando in fase di realizzazione a Casarsa anche il progetto Gravitiamo a casa nostra, che si propone di sviluppare un’autonomia possibile per persone con disabilità gravi, sperimentando un modello di abitare innovativo. In un appartamento dedicato, infatti, si è trasferita una giovane donna con disabilità, che vivrà assieme a un’assistente personale, nuovo tipo di figura che non si limiterà a un ruolo assistenziale, ma sosterrà più in generale il progetto di vita della stessa giovane donna con disabilità.
Si tratta di un inserimento avvenuto nell’àmbito del più ampio progetto di cohousing Lalunanuova, che recentemente ha visto assegnare un altro appartamento tramite bando pubblico a una mamma con il proprio bambino.
«Il nostro scopo – spiegano infatti da Laluna – è quello di garantire alle persone con disabilità una buona qualità di vita non solo attraverso un supporto assistenziale, ma lavorando anche sulle loro aspirazioni personali e la possibilità di autodeterminarsi, sviluppando un approccio metodologico più ampio. Con questo obiettivo, ad esempio, abbiamo inaugurato lo scorso anno Lalunanuova 2.0 [se ne legga anche sulle nostre pagine, N.d.R.], progetto di espansione e ristrutturazione di due immobili adiacenti alla già presente Comunità Cjasaluna, che ha rafforzato la relazione tra le persone con disabilità e la comunità locale». (S.B.)
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: Susanna Fontana (susanna.fontana@aipem.it).