Un modo per essere più consapevoli della propria intimità

di Zoe Rondini*
Può il “"tantrismo” (o semplicemente “Tantra”), la nota corrente filosofica e spirituale di origine orientale, essere di utilità alle persone con disabilità? «Se seguita in modo serio, semplice e al tempo stesso approfondita, tale disciplina - scrive tra l’altro Zoe Rondini - può portare la persona con disabilità a scoprire o ad essere più consapevole della propria intimità e ad affrontare consapevolmente una relazione»

Donna e uomo in mezzo a colori e luciMolte persone vogliono prendere confidenza con il mondo olistico o con il mondo delle disabilità, e molti si domandano: cos’è il “massaggio tantrico”? Quali benefìci può portare alla nostra cultura e alla società? A chi è adatto? Tantra e disabilità è un accostamento possibile? E ancora, le persone con disabilità sono informate su quel che concerne l’educazione affettivo-sessuale? [il “tantrismo” o semplicemente “Tantra” è una corrente filosofica e spirituale di origine orientale, N.d.R.].
Talvolta accade che chi è a contatto con la realtà di noi persone con disabilità non tenga conto delle nostre esigenze. Con queste mie riflessioni, dunque, intendo fornire delle risposte a domande che trovo legittime.

L’amore e la sessualità rappresentano un’esperienza infinitamente misteriosa e soggettiva. Lungi dall’esprimere giudizi moralistici, vorrei parlare del massaggio tantrico, di come a volte possa aiutare le persone, tentando di mostrare quanto esso sia legato ai concetti di amore e rispetto di se stessi e dell’altro.
La pratica del Tantra fa parte delle discipline olistiche che si prendono cura della totalità dell’individuo che è l’Insieme di Corpo, Mente e Spirito.
Il Tantra è arrivato in Occidente nel ventesimo secolo, trovando un terreno culturale fertile grazie alla rivoluzione sessuale e all’emancipazione della donna. Oggi riscontra sempre più interesse, proprio perché unisce in un’unica pratica alcuni dei desideri umani più profondi: quello di amare e quello di essere veramente se stessi.
Il Tantra è legato al concetto di amore, di rispetto e fiducia in se stessi e nell’altro. Non è una pratica che riguarda, come spesso erroneamente si tende a credere, unicamente gli aspetti sessuali, ma è un’antica e sapiente pratica spirituale, ampia e complessa.

Per parlare in modo serio, semplice e approfondito di una filosofia che non tutti conoscono, e che per questo viene strumentalizzata anche da persone poco esperte, mi sembra utile procedere con ordine.
Innanzitutto, come altri tipi di massaggi, anche quello tantrico è una manipolazione, un trattamento. La fiducia reciproca e l’aspetto spirituale dell’erotismo sono i punti fondamentali. Il massaggio tantrico «propone la coltivazione della sessualità affinché si arrivi a vivere l’estasi e la beatitudine, concepite come esplorazione del divino. Ci suggerisce di vedere l’unione sessuale come celebrazione dell’unità con il divino. […] Con esso possiamo arrivare a vivere intensamente l’orgasmo aprendo la via al superamento dell’ego come individualità separata e quindi alla percezione gioiosa del divino come beatitudine» (se ne legga approfonditamente a questo link).
Il Tantra è legato al concetto di amore, di rispetto e fiducia in se stessi e nell’altro; può essere usato anche per superare vergogna, tabù e pregiudizi propri o all’interno della coppia. La cura e l’attenzione prestati all’armonia e alla fluidità durante il massaggio, il contatto “non interrotto” durante la seduta, il silenzio, il ritmo, la musica, la circolazione energetica, conducono in chi riceve il massaggio stesso a una maggiore consapevolezza del proprio “schema corporeo”, insieme a una crescita di sensibilità e di capacità percettiva sia del mondo esterno che di se stessi e del partner.
Ancora c’è sospetto e poca comprensione verso questa disciplina e riguardo ai benefìci che può portare; ciò è dato da diversi fattori.
Il Tantra può essere utile ad alcune persone con disabilità per scoprire il proprio corpo e le proprie pulsioni. Può insegnare a praticare l’autoerotismo. Il massaggio tantrico non nasce per chi è disabile, per questo, a differenza dell’“assistenza sessuale”, non si pone come un’ulteriore terapia. L’aspetto terapeutico, infatti, è fin troppo presente nella vita di molti di noi. Grazie a questa pratica si può vivere la sessualità in modo più totale verso noi stessi e verso l’altro. Le tensioni muscolari ed eventuali blocchi emotivi si allentano e lasciano il posto a una sensazione di benessere e tranquillità.
Il massaggio tantrico, va detto poi, è un’esperienza diversa dal fare l’amore e dal fare sesso, può essere usato, come già accennato, anche per superare vergogna, tabù e pregiudizi.
E ancora, con il massaggio tantrico si può raggiungere l’estasi sessuale. Spesso, però, esso viene impiegato da persone non adeguatamente preparate o da altre che lo usano come mezzo di prostituzione il che va a discapito di un’antica pratica che permette la liberazione di energie e che dona benessere psicofisico a coloro che, per i motivi più disparati, hanno problemi ad avere un rapporto di coppia.

Non tutti sanno le differenze tra il sesso tradizionale e il sesso tantrico: il primo, in genere, dura meno del secondo. Quest’ultimo, infatti, prevede l’utilizzo di diverse tecniche, è “multi-orgasmico”, va a risvegliare i sette chakra, ovvero i punti dove risiedono le nostre energie talvolta bloccate; facendo ciò, l’energia vitale viene rimessa in circolo e dona una sensazione di benessere che dura anche dopo la pratica.

Bisogna comunque tenere presenti le differenze tra le culture occidentali e orientali, per comprendere l’espansione o le resistenze innescate verso la sessualità tantrica: «L’antica cultura indiana considera la sessualità in un modo ben diverso da quello di altre civiltà: non soltanto il sesso vi appare esperienza normale e necessaria, ma addirittura esso è considerato un valore sacro» (A. Thirleby, Tantra, un invito a vivere l’affettività, l’amore e l’erotismo in modo libero e completo). Tuttavia, è necessario astenersi da un’erronea condotta sessuale.
È un fatto che la richiesta di massaggi tantrici sia aumentata negli ultimi anni, così come i centri che li praticano, gli annunci pubblicitari degli operatori, i siti che ne parlano. È importante essere accorti e dubitare delle persone poco esperte e con pochi anni di formazione, o di chi pensa che possa imparare questo tipo di massaggio con poco tempo e poco studio.

Molte persone, anche con disabilità, cercano in questo massaggio un atto d’amore; ciò non è del tutto sbagliato e utopistico: questo massaggio, infatti, è emozionale e di coppia. Esso può aiutare le persone con disabilità a conoscere il proprio corpo e ad avere maggiore consapevolezza della proprie emozioni e sensazioni. In altre parole può portare la persona con disabilità a scoprire o ad essere più consapevole della propria intimità e ad affrontare consapevolmente una relazione.
Ciò detto, in alcuni casi, può spaventare i familiari e i caregiver che non sono pronti ad accettare il fatto che il figlio o l’assistito non sia un “eterno bambino”.
Personalmente temo per le molte persone che esprimono attraverso i social network il forte desiderio di scoprire la sessualità e avere una relazione, ma non sanno minimamente come proteggere sé stessi e l’eventuale partner dai rischi. Forse un operatore olistico esterno alla famiglia potrebbe fare un po’ di chiarezza sull’educazione affettivo-sessuale.

La strada per conoscere e per fare nostra la filosofia del Tantra è ancora lunga; per molti è ancora difficile immaginarne i benefìci che se ne potrebbero trarre. Quasi mai viene affrontata nei convegni che trattano il temi della sessualità e degli “OEAS”, gli “operatori all’emotività, all’affettività e alla sessualità per le persone con disabilità”. E nonostante negli ultimi anni di Tantra si parli di più sia da parte degli organi d’informazione che in qualche film, siamo ancora lontani dal dimostrarne i benefìci e da divulgarne la tradizione. Inoltre, sono ancora poche le testimonianze di come le persone con disabilità scoprano la “Via del Tantra”. Bisognerebbe, infine, contrastare l’idea che sia una moda degli ultimi tempi, che sia una cosa losca e poco chiara o una pratica che non ha nulla a che vedere con chi ha una “diversità”.

Pedagogista e curatrice del portale “Piccolo Genio.it”. È autrice del libro “Nata Viva” (prima edizione 2011, Società Editrice Dante Alighieri).

Share the Post: