«Le 14.000 famiglie a noi associate, che da sempre si battono per vedere riconosciuta e adeguatamente sostenuta la figura del caregiver familiare, auspicano che il Parlamento approvi al più presto un’apposita legge in merito. A tal fine abbiamo depositato presso l’11^ Commissione del Senato un nostro articolato testo emendativo, in linea con analoghe proposte della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) e del Forum del Terzo Settore».
Lo si legge in una nota diffusa dall’ANFFAS (Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale), nella quale vengono poi elencati i punti ritenuti maggiormente qualificanti del citato testo emendativo, vale a dire:
«Il ribadire che il caregiver familiare non sostituisce gli interventi, le prestazioni ed i servizi di cui può essere beneficiaria la persona assistita, ma li integra e li valorizza, nell’ottica di una proficua collaborazione tra i diversi soggetti, a vario titolo coinvolti; il contribuire a costruire un contesto inclusivo e solidale, dove al centro ci sia sempre la persona, perseguendone la migliore qualità di vita possibile nel rispetto del proprio progetto individuale di vita; il chiarire che il mettersi a disposizione per l’attività di cura da parte del caregiver deve rappresentare una scelta volontaria, per concorrere, all’interno di una serie integrata di servizi, al percorso di vita della persona di cui si prende cura e carico e con l’assenso di quest’ultima; la necessità di intervenire verso quei caregiver, in genere donne, che hanno svolto, nella loro vita, attività di cura, soprattutto in un percorso di lunga assistenza, ma senza alcun concreto riconoscimento e supporto; il riconoscere il lavoro di cura prestato, garantendo anche una specifica tutela pensionistica previdenziale; il prevedere la possibilità di optare, in alternativa, per la corresponsione di un’indennità economica; il prevedere la tutela della salute e dell’equilibrio psicofisico del caregiver, garantendo la possibilità di avere propri spazi, proprie necessità e una propria vita».
«Si deve prendere atto – prosegue la nota dell’ANFFAS – che non si può più attendere ulteriormente per avere una legge sui caregiver familiari, visto che anche durante l’attuale pandemia le famiglie delle persone con disabilità intellettive e disturbi del neurosviluppo e non autosufficienti sono state lasciate da sole ad affrontare un carico spesso molto al di là delle loro stesse forze. Ciò a causa della totale mancanza di una adeguata rete di servizi e sostegni. Si tratta quindi, in buona sostanza, di mettere in atto una serie diversificata di soluzioni che vada dall’accesso ai servizi di sollievo appositamente dedicati ai caregiver, al riconoscimento economico e previdenziale soprattutto delle mamme che hanno dovuto, loro malgrado, abbandonare il lavoro per dedicare la loro vita ai propri cari con gravi disabilità, alla previsione ancora di sistemi assicurativi volti a garantire sia il caregiver che la persona con disabilità, nonché alla costruzione e al sostegno di risorse informali che i territori possono attivare e promuovere, anche grazie all’attivo coinvolgimento degli Enti del Terzo Settore e delle Reti di Volontariato».
«In questa direzione – concludono dall’ANFFAS -, con spirito collaborativo e propositivo, va la nostra proposta, la proposta della più grande Associazione italiana di familiari delle persone con disabilità, caregiver da sempre, che non può, e speriamo non lo rimanga, restare inascoltata». (S.B.)
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: comunicazione@anffas.net.
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