Le vacanze sono un modo per rilassarsi e scoprire nuove località. Che c’è di meglio, infatti, che stare in un bel posto con una buona compagnia? Questo vale per tutti, anche se, in certi casi, per le persone con disabilità ciò comporta un’organizzazione più meticolosa e complessa.
Ci sono persone che possono viaggiare tranquillamente da sole, altre che possono contare su un solido gruppo di amici. Spesso, le persone con disabilità partecipano a vacanze organizzate dai vari centri e istituti, passano il tempo in famiglia o con uno specifico accompagnatore.
Per quanto mi riguarda – compatibilmente con la mia disabilità motoria, che non mi è mai stata troppo di ostacolo per realizzare viaggi, uscite ed esperienze particolari, nei limiti dei miei gusti e delle mie forze – mi è sempre piaciuto passare una parte dell’estate in giro per l’Italia con una persona che mi accompagnasse. Ho fatto dei bellissimi viaggi con alcune persone care, tra cui mia madre e mia nonna, con le quali ho girato il mondo, soprattutto prima dell’11 settembre 2001.
Con Ali, una persona che mi ha cresciuto, ho girato soprattutto Toscana e Liguria. Non sono mancati poi dei bellissimi viaggi, in Italia e all’estero, con mia sorella Daria. Lei ed io abbiamo solo nove anni di differenza e anche per questo ci divertiamo sempre tanto e spesso, anche in vacanza, scriviamo insieme e ideiamo progetti per il futuro! Lei è piena di energia e lo stare bene è assicurato!
Per la parte delle vacanze estive che non passo in famiglia, cerco di organizzarmi con una persona per fare qualche viaggio in giro per il Bel Paese. Anche in questo caso ho collezionato delle bellissime esperienze, soprattutto in località di mare, dove, oltre a bei bagni e relax, abbiamo organizzato gite pomeridiane e serali nei dintorni.
Qualche anno fa, in Sicilia, facendo base in un bellissimo agriturismo nella Val di Noto, insieme a un’assistente abbiamo girato, con una macchina a noleggio, tutti i dintorni, macinando circa 300 chilometri in una settimana e ci siamo divertite entrambe moltissimo, tra mare e città barocche!
Non manca mai, poi, una tappa estiva in Toscana da Ali, Regione che, come detto, ho girato in lungo e in largo accompagnata da alcune persone del posto.
Negli ultimi due anni, purtroppo, le mie aspettative sulla vacanza sono state completamente disattese: mi sono trovata con assistenti che mi hanno fatto pesare la mia voglia di viaggiare e di esplorare posti nuovi, oltre ad ogni singolo aiuto necessario.
La prima assistente è stata dolce e gentile per tanti anni, poi, per varie sue situazioni personali, è completamente cambiata, diventando nei miei confronti insofferente e verbalmente aggressiva.
Dal punto di vista pratico molte cose le faccio da sola, ad esempio in acqua nuoto come un pesce! Mi piace rilassarmi, in spiaggia o all’ombra di un albero, perciò il riposo non manca, anche se è più scaglionato nell’arco della giornata rispetto alle classiche due ore pomeridiane. Non ho poi mai negato, nel prendere accordi su un nuovo viaggio, il fatto che in vacanza porto la sedia a rotelle per i lunghi tragitti e per scoprire posti nuovi.
Non ho un’indole avventurosa e scelgo sempre sistemazioni comode e ben attrezzate. Nelle recenti esperienze, mi è stato fatto pesare il dovere spingere la sedia a rotelle ultraleggera con me sopra, che arrivo a mala pena a 50 chili! Proprio queste persone mi hanno consigliato di rivolgermi, per le prossime vacanze, ad un assistente uomo… l’idea mi solletica non poco, ma mi rendo conto che per alcune esigenze pratiche ci vorrebbe una donna.
Quest’anno, poi, è stato ancora più particolare, un anno segnato dall’epidemia da Covid-19, che in un modo o nell’altro ha limitato viaggi e spostamenti per tutti. Fortunatamente mia sorella ed io abbiamo potuto fare affidamento sulla casa di nostra madre al mare, vicino a Roma, dove abbiamo passato buona parte delle vacanze. Questa volta le aspettative, partite abbastanza basse, sono ancora una volta state disattese, ma in meglio!
Per quanto riguarda tuttavia la prima parte di agosto, pensavo di essere bene organizzata a casa di Ali, con una persona che doveva solo pensare a me e portarmi in giro. Invece mi sono scontrata con un’assistente priva di iniziativa e parecchio pigra, cosicché abbiamo passato la maggior parte del tempo in casa. A peggiorare inoltre la situazione, ha inciso qualche mio piccolo problema di salute, durato pochi giorni.
Sempre sul tema viaggi e disabilità, ci sono alcuni casi fortunati in cui amicizia, handicap e voglia di viaggiare si combinano perfettamente dando vita a bellissime esperienze.
È ad esempio entusiasmante la storia di Luca Paiardi e Danilo Ragona, entrambi in sedia a rotelle a seguito di un incidente, che dopo essersi conosciuti in riabilitazione, hanno girato il mondo con molteplici e spericolate avventure.
Protagonisti della rubrica Viaggi in carrozza del programma RAI Kilimangiaro, hanno deciso di condividere con altri le loro incredibili esperienze, dando vita al progetto Viaggio Italia, un’organizzazione per i viaggi alla scoperta dei limiti e della voglia di superarli, o di riconoscerli, per dimostrare che vivere con una disabilità non preclude un’esistenza piena, intensa e ricca di emozioni.
Seguendo le loro imprese, quello che più mi ha colpito, al di là della narrazione delle loro fantastiche esperienze, è la loro amicizia autentica e complice, che fonda le sue radici in un vissuto comune e nella condivisione della stessa passione per l’avventura e lo sport.
C’è chi, invece, riesce e preferisce viaggiare da solo, come nel caso di Simona Anedda, patita dei viaggi, che ha girato il mondo facendo di questa passione un lavoro in qualità di tour leader per Congressi Medici. Vocazione che non è stata sopita quando, nel 2012, le è stata diagnostica la sclerosi nultipla. Nel suo blog In viaggio con Simona, oltre ai racconti delle sue avventure, si evince la sua spiccata ironia e la filosofia con la quale ha accetto la malattia: «Poco prima di partire per un viaggio nella Guyana Francese – scrive -, ho iniziato a stare male e al ritorno, dopo molti accertamenti ed esami, mi è stata diagnosticata la sclerosi multipla. Un medico mi disse: “È meglio che rimanga a riposo e lontana dal caldo”. E io risposi: “E se partissi per il Brasile, come la vede?”. Insomma, alla notizia ho reagito partendo da sola per un viaggio di due mesi nel mondo carioca, nel gennaio 2013».
Prendendo spunto dalla mia esperienza e non solo, mi viene da pensare al tema più generale delle vacanze di noi persone con disabilità. Se abbiamo l’esigenza di organizzarci per un viaggio senza la famiglia o gli amici, a chi possiamo rivolgerci? Molti assistenti sono preparati sul tipo di disabilità, su come muovere una persona allettata, su come rapportarsi con chi ha handicap cognitivi, ma spesso tutto questo non serve. Basterebbero invece una buona predisposizione di spirito alla vacanza e al viaggio, intraprendenza ed entusiasmo nel programmare nuovi itinerari, pazienza e capacità di prendersi cura di una persona. Cose che, al di fuori della famiglia e di Ali, negli ultimi due anni mi sono proprie mancate!
In molti casi per le persone con disabilità cognitiva vengono organizzati soggiorni residenziali di gruppo. È sicuramente più complicato garantire delle vacanze individuali di qualità per chi, magari, ha “solo” una disabilità motoria, ma tanta voglia di girare e partecipare alle decisioni che riguardano l’organizzazione della vacanza. Cercando nel web si trovano molteplici siti di associazioni o agenzie dedicate al turismo accessibile, che forniscono informazioni su itinerari e sistemazioni a prova di carrozzina, come ad esempio LP Tour – Viaggi senza barriere o Strabordo. E tuttavia è più complicato trovare un singolo accompagnatore per una vacanza. Per questa specifica esigenza ci si rivolge a forum dedicati, agenzie di assistenti e operatori o si fa appello al passaparola. Ma il “fai da te” è spesso un’incognita, perché, nella maggior parte dei casi, si finisce per interfacciarsi con persone che concepiscono l’accompagnamento ad un viaggio alla stregua dell’assistenza domiciliare, senza alcuna propensione alla vacanza, allo svago, alla scoperta dell’arte e all’esplorazione. In queste situazioni lo spirito vacanziero viene meno sia per chi è assistito sia per chi assiste.
A fronte di quanto detto fin ora, spero che sempre più persone con disabilità possano realizzare i loro sogni e progetti di viaggio, facendo affidamento sia sulla loro inventiva che sul supporto di persone qualificate pronte a condividere l’entusiasmo per una nuova partenza! Quanto a me, mi ritengo fortunata perché posso progettare nuovi weekend e viaggi con mia sorella e mi auguro di trovare la persona giusta per periodi di vacanza più lunghi.