E se il Sindaco “picconasse” anche le barriere architettoniche?

di Claudio Ferrante*
«Da domani ci aspettiamo che il Sindaco vada in giro per Pescara a demolire tutte le opere pubbliche che presentano barriere architettoniche e forse strapperà qualche altro applauso, ma noi continueremo a combattere le discriminazioni con la cultura, con la solidarietà, con l’empatia e con le armi della democrazia»: così Claudio Ferrante, presidente dell’Associazione Carrozzine Determinate Abruzzo, commenta l’episodio che ha visto il sindaco di Pescara Carlo Masci demolire a colpi di mazza due manufatti pubblici, definiti come «simbolo di incuria e delinquenza»
Il sindaco di Pescara Carlo Masci, mentre demolisce a colpi di mazza due manufatti pubblici
Il sindaco di Pescara Carlo Masci, mentre demolisce a colpi di mazza due manufatti pubblici

Sull’episodio che alla fine di luglio ha visto il sindaco di Pescara Carlo Masci, armato di mazza e accompagnato da alcuni operai comunali, demolire una fontana e un pozzetto, manufatti definiti come «simbolo di incuria e delinquenza», riceviamo e ben volentieri pubblichiamo da parte di Claudio Ferrante, presidente dell’Associazione Carrozzine Determinate Abruzzo, che allo stesso Sindaco di Pescara si rivolge direttamente.

Ognuno è libero di fare ciò che vuole, ma non quando rappresenta le Istituzioni. Qualunque motivo ci fosse per una demolizione di un’opera pubblica, la si fa rispettando ruoli e competenze. Quella “politica spettacolo” non è stata di buon esempio per nessuno, soprattutto per i bambini che devono essere educati da noi adulti alla non violenza, al rispetto delle regole e all’educazione.
Noi crediamo che vedere il Primo Cittadino con una mazza in mano che demolisce un’opera pubblica, (qualunque fosse la motivazione) non sia stato un gesto di grande civiltà, né un modello da seguire. Insomma anche una vera e propria caduta di stile!

La delinquenza, il degrado non si combattono con la demagogia né tanto meno con un martello, né allo stesso modo si possono perseguire l’integrazione e l’inclusione. Un Primo Cittadino deve dare il buon esempio e nell’esercizio delle proprie funzioni non può e non deve svolgere il ruolo dell’attore teatrale e sposare la cultura della politica spettacolo!
Strano non averlo visto con una mazza in mano per demolire le migliaia di barriere architettoniche esistenti nella città di Pescara. Quelle barriere che condannano i cittadini onesti agli arresti domiciliari, quelle barriere che rappresentano le discriminazioni e le violazioni dei diritti umani.

Grazie alle battaglie culturali della nostra Associazione [Carrozzine Determinate Abruzzo, N.d.R.] il 3 dicembre 2015 il Comune di Pescara ha aderito con una Delibera alla Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, ma nessuno ha mai dato seguito a quella delibera, così come è morto ancor prima di cominciare il Piano per l’Eliminazione delle Barriere Architettoniche (PEBA), previsto sin dalla Legge 41 del 1986.

Signor Sindaco, tante volte anche a noi di Carrozzine Determinate era venuta l’idea di abbattere gradini, marciapiedi o rampe con una mazza! Barriere  che impediscono la libertà, e che creano disabilità; ma non lo abbiamo mai fatto perché rispettosi delle regole e delle leggi e soprattutto della Costituzione.
In tutti questi anni abbiamo combattuto queste gravissime ingiustizie con la cultura, con le manifestazioni empatiche, presentando progetti  nelle scuole, organizzando convegni e dibattiti. Evidentemente il Primo Cittadino ci ha voluto far capire che abbiamo intrapreso la battaglia sbagliata, e che è meglio usare la violenza, la forza fisica, una “mazza” per risolvere certi problemi!
Da domani, dunque, ci aspettiamo che con un piccone vada in giro per la città di Pescara a demolire tutte le opere pubbliche che presentano barriere architettoniche e forse strapperà qualche altro applauso, ma noi continueremo a combattere le discriminazioni con la cultura, con la solidarietà, con l’empatia e con le armi che la democrazia ci mette a disposizione. Il Sindaco di Pescara ci scuserà se ci comportiamo così!

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