Tamburi lontani per le persone con disabilità e le loro famiglie

«Qualche settimana fa – scrive Marco Castaldo – il presidente del Consiglio Conte, insieme ad alcuni altri rappresentanti del Governo, suonava i tamburi insieme ad alcuni ragazzi con disabilità in Piazza Montecitorio e lo stesso Conte dichiarava che il Governo è sempre attento e vicino ai disabili e alle loro famiglie per risolvere le problematiche che le affliggono. Il suono di quei tamburi, però, le persone con disabilità e le loro famiglie non l’hanno sentito mica tanto…! E soprattutto quei tamburi li vorrebbero vedere non solo suonati, ma anche ascoltati!»

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Quei fondi già disponibili, ma non ancora utilizzati, che le famiglie attendono

«Le risorse dei Piani di Zona, del Fondo Non Autosufficienza, della disabilità grave e del “Durante Noi – Dopo di Noi” (circa 10 milioni di euro per i Distretti Socio-Sanitari della Provincia di Siracusa), restano non utilizzate nei conti distrettuali, pur essendo risorse disponibili che, se opportunamente coordinate e programmate, fornirebbero risposte immediate e concrete a molte persone con disabilita e alle loro famiglie»: lo denuncia Giuseppe Giardina, presidente dell’ANFFAS di Palazzolo Acreide e Zona Montana (Siracusa), che parte da lontano per spiegare le ragioni di tale protesta

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La pandemia e la popolazione pediatrica con disturbi neuropsichiatrici

Una teleriabilitazione che ha potuto mitigare solo parzialmente l’effetto negativo dell’interruzione delle cure e la comparsa di ulteriori sintomatologie: sono le prime risultanze di uno studio che ha coinvolto oltre settecento famiglie, promosso dall’IRCCS Fondazione Stella Maris di Calambrone (Pisa), nel quadro di un’ampia indagine internazionale, allo scopo di analizzare l’impatto che la pandemia da Covid-19 e il lockdown hanno avuto su bambini/e e ragazzi/e con problematiche neuropsichiatriche

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L’”assistenza virtuale”, in attesa di tempi migliori

«In questi tempi cupi – scrive Giorgio Genta -, quando una normale persona con disabilità grave o gravissima necessita di una visita medica o di un intervento infermieristico sorgono parecchi problemi. Che fare, allora? Andare in ospedale è sconsigliabile o proibito: per un appuntamento specialistico (ad esempio con uno pneumologo) necessitano mesi di attesa, recarsi in pronto soccorso è pericolosissimo. Ricorrere all’automedicazione? È quello che già fanno quasi tutte le famiglie con grave disabilità. Speriamo di resistere abbastanza a lungo. Abbastanza per vedere tempi migliori»

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Una Sentenza della Cassazione sui permessi per l’assistenza

In merito ai permessi lavorativi retribuiti concessi ai lavoratori e alle lavoratici per assistere un familiare con disabilità, una recente Sentenza della Corte di Cassazione, che costituirà un utile precedente giurisprudenziale, chiarisce che si configura una situazione di uso improprio o di abuso del diritto solo nella circostanza in cui venga a mancare del tutto il nesso causale tra assenza dal lavoro e assistenza alla persona con disabilità e che, in ogni caso, l’onere della prova dell’eventuale abuso rimane in capo al datore di lavoro che intende sanzionare il/la dipendente

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Un’applicazione rivoluzionaria, per l’autonomia delle persone non vedenti

Creata dall’ingegnere Claudio Guida e messa alla prova dai componenti della Community Orbolandia.it, la nuova applicazione per iOS “QR Blind” è dotata di molteplici funzioni e permette alle persone non vedenti di creare etichette personalizzate e inclusive con la massima autonomia possibile. Secondo Sergio Muzzolon, fondatore di Orbolandia.it, «si tratta di un’applicazione destinata letteralmente a rivoluzionare l’autonomia dei non vedenti, che saranno sicuramente agevolati nella vita quotidiana, senza più la necessità del classico “occhio in prestito”, che spesso quando serve non c’è»

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Quando scompare completamente la figura del figlio o della figlia con disabilità

«Ogni volta – scrive Sara Carnovali -, di fronte a una tragedia immane individuale, familiare e sociale in cui un genitore uccide il figlio o la figlia con disabilità grave o gravissima, una certa parte del giornalismo avanza titoli ed espressioni quali “quando uccidere la figlia disabile è l’unica opzione”, “il fucile da caccia è la scelta estrema del Dopo di Noi”, “atto d’amore”. Sono narrazioni in cui scompare completamente la figura del figlio o della figlia, soggetto senza volto, reso completamente invisibile, che scompare inghiottito dalla gravità della sua disabilità»

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