La pandemia e la popolazione pediatrica con disturbi neuropsichiatrici

Una teleriabilitazione che ha potuto mitigare solo parzialmente l’effetto negativo dell’interruzione delle cure e la comparsa di ulteriori sintomatologie: sono le prime risultanze di uno studio che ha coinvolto oltre settecento famiglie, promosso dall’IRCCS Fondazione Stella Maris di Calambrone (Pisa), nel quadro di un’ampia indagine internazionale, allo scopo di analizzare l’impatto che la pandemia da Covid-19 e il lockdown hanno avuto su bambini/e e ragazzi/e con problematiche neuropsichiatriche

Bimba con problematica neuropsichiatrica in cura presso l'IRCCS Fondazione Stella Maris di Calambrone (Pisa)

Una bimba con problematica neuropsichiatrica in cura presso l’IRCCS Fondazione Stella Maris di Calambrone (Pisa)

Sono stati prodotti nelle scorse settimane i primi dati emersi dallo studio Covid PS-Impact. Stress familiare e disturbi psicopatologici causati dall’emergenza Covid-19 nella popolazione pediatrica con disturbi neuropsichiatrici: l’esperienza della pandemia Sars-Cov-2 in Italia, promosso dall’IRCCS Fondazione Stella Maris di Calambrone (Pisa) e da noi ampiamente presentato a suo tempo.
Progettata e condotta dai medici in formazione della Scuola di Specializzazione in Neuropsichiatria Infantile dell’Università di Pisa, diretta da Roberta Battini, che ha sede presso lo stesso IRCCS Fondazione Stella Maris, d’intesa con i Direttori delle Unità Operative dell’IRCCS (Giovanni Cioni per la Neurologia e Neuroriabilitazione, Filippo Muratori per la Psichiatria e Gabriele Masi per la Psichiatria e Psicofarmacologia), la ricerca ha coinvolto oltre settecento famiglie per analizzare appunto l’impatto che la pandemia da Covid-19 e il lockdown hanno avuto sui loro figli e figlie con problematiche neuropsichiatriche, sia a livello di salute psicofisica che di continuità terapeutico-riabilitativa.
Ricordiamo inoltre che l’iniziativa – rispetto alla quale si sta ora procedendo ad un’ulteriore elaborazione dei dati ottenuti, grazie alla preziosa collaborazione delle famiglie coinvolte – fa parte dell’inchiesta EACD COVID-19 Survey-Families, promossa in più di trenta Paesi dall’EACD (European Academy of Childhood Disability), allo scopo di comprendere l’impatto a breve termine del lockdown sui bambini e sui loro familiari rispetto alle loro condizioni di salute fisica, mentale, al loro stato finanziario, alle condizioni generali di vita e alle possibilità di accesso all’istruzione e ai vari trattamenti necessari.

«Il campione analizzato – spiegano dalla Stella Maris – si è dimostrato sufficientemente rappresentativo della realtà italiana, pur presentando una maggiore presenza di pazienti toscani, e ha fornito alcuni dati sulle difficoltà che pazienti affetti da patologia neuropsichiatrica in età evolutiva hanno dovuto affrontare nel periodo di quarantena. La ricerca, va sottolineato inoltre, ha previsto anche, in un gruppo selezionato di pazienti, la somministrazione via rete nel periodo della pandemia di un questionario rivolto ai genitori, per valutare la presenza nei minori di problematiche comportamentali ed emozionali, che era stato somministrato alle stesse famiglie nei sei mesi precedenti la pandemia. In questo sottogruppo è stato quindi possibile identificare alcune modificazioni in àmbito psicopatologico che possono essere messe in correlazione con altrettante variabili ambientali, terapeutiche e relazionali motivate dalla pandemia».

Riguardo dunque ai dati finora individuati, in attesa di poter disporre di un quadro conclusivo maggiormente dettagliato, si deve parlare ad esempio di come e quanto abbia funzionato lo strumento della teleriabilitazione, per assicurare la continuità terapeutica nel corso del lockdown.
A tal proposito, è già emerso chiaramente che la teleriabilitazione, effettuata per lo più con modalità sperimentali e insufficienti anche per i collegamenti di rete e i dispositivi informatici di molte famiglie, ha potuto mitigare solo molto parzialmente l’effetto negativo dell’interruzione delle cure.

Per quanto riguarda invece il tema specifico delle problematiche neuropsichiatriche registrate in bambini/e e ragazzi/e tra i 6 ai 18 anni, è stato osservato un aumento della sintomatologia ossessiva-compulsiva, dei comportamenti correlati a un disturbo post-traumatico da stress e di alterazione del pensiero. Nei bambini e nelle bambine tra 1 e 5 anni è emerso ivece un aumento della sintomatologia ansiosa e delle lamentele somatiche, come ad esempio mal di testa o mal di pancia.
Anche qui, per altro, sono in corso analisi più approfondite, finalizzate ad individuare il peso che le singole diagnosi, le comorbidità, il genere, le difficoltà socio-economiche o logistiche familiari, possono avere avuto sulle modificazioni sintomatologiche rilevate. (S.B.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: Ufficio Stampa IRCCS Fondazione Stella Maris (Roberta Rezoalli), r.rezoalli@gmail.com.

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