La vittoria di Martina contro quel verdetto senza appello
«Mi fa provare allo stesso tempo grande ammirazione e altrettanta rabbia – scrive Anna Maria Gioria – riportandomi a dolorose sensazioni vissute personalmente, la vicenda di Martina Cipolla, giovane con sindrome di Down, campionessa dello sport, nonché partecipante a un progetto per l’autonomia coabitativa, che una Commissione aveva giudicato “non in grado di lavorare e rendersi autonoma”. Fortunatamente per Martina, che una seconda Commissione ha giudicato “abile al lavoro”, la vicenda si è conclusa bene, ma sembra proprio che gli esami (e i traguardi da raggiungere) non debbano finire mai»