Antico e prestigioso riconoscimento destinato al design industriale, con tutta probabilità il più autorevole nel suo settore a livello internazionale, il Premio Compasso d’Oro viene assegnato dall’ADI (Associazione per il Disegno Industriale), con l’obiettivo, appunto, di premiare e valorizzare la qualità del design italiano.
Con particolare piacere, dunque, segnaliamo che nei giorni scorsi, nell’àmbito del XXVI Compasso d’Oro, una Menzione d’Onore è andata a un’iniziativa nata dal basso e impegnata sul fronte della disabilità e dell’inclusione, quale Hackability, organizzazione non profit avviata a Torino, ma diffusasi anche in altre città, come Milano, della quale ci siamo già occupati in varie occasioni sulle nostre pagine: si legga ad esempio l’approfondimento curato da Stefania Delendati, intitolato In diretta dal futuro, tanti ausili creati insieme alle persone con disabilità.
Si tratta, lo ricordiamo, di un’iniziativa che fa incontrare le competenze di designer, maker e artigiani, con i bisogni – e l’inventiva – delle persone con disabilità, introducendo un nuovo modus operandi nella progettazione di oggetti e soluzioni per la vita quotidiana delle stesse persone con disabilità, degli anziani e, più in generale, di coloro che hanno necessità “speciali”. Una metodologia di lavoro, questa, perfezionata in quattro anni di tavoli di lavoro, attirando, dunque, anche l’attenzione della giuria internazionale del Compasso d’Oro.
Hackability, tra l’altro, ha coprogettato un futuro più accessibile in àmbiti quali il cibo (con il supporto di Barilla, Wasa e Harri’s), lo sport (con Juventus) e la mobilità (con Toyota e Arriva), il tutto all’insegna di un metodo inclusivo che ha portato la costruzione di tavoli di co-design sull’accessibilità e l’autonomia anche nelle periferie di Torino, Milano e Parma, nelle scuole, nelle università e nel mondo ospedaliero. Attualmente l’organizzazione ha in corso progetti a Torino, Milano, Cuneo, Parma, Reggio Emilia e Matera e nel prossimo autunno rilascerà un kit di strumenti, per permettere a tutti di cimentarsi, in modo guidato, con la propria metodologia innovativa.
«È una grande novità – dichiara Carlo Boccazzi Varotto – fondatore e coordinatore di Hackability – che ad aggiudicarsi un riconoscimento nel panorama dei grandi premi internazionali di design sia un progetto di innovazione sociale che sposta l’attenzione dai prodotti di design alle ricadute ad impatto sociale e di innovazione e ricerca. Anche sull’onda di questo riconoscimento, ci piacerebbe dare vita, magari a Torino, dove abbiamo un rapporto forte con Istituzioni quali il Politecnico, la Fondazione Links, Torino Social Impact, a un centro che usi il co-design come strumento per produrre conoscenza, processi di innovazione di libero utilizzo (Open Innovation) rivolti alle imprese e di inclusione per superare lo stigma. Non solo, quindi, un laboratorio di prototipazione, ma un vero hub di innovazione in grado di realizzare corsi, workshop, tavoli di coprogettazione, conferenze e mostre, mettendo al centro le persone con disabilità».
Tornando poi alla Menzione d’Onore ottenuta, Boccazzi Varotto sottolinea in conclusione che «per un’iniziativa nata dal basso, nelle periferie torinesi come Hackability, è senza dubbio un grande riconoscimento e il segno che qualcosa sta cambiando». (S.B.)
Ringraziamo Chiara Bisignani per la segnalazione.
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: info@hackability.it.