Esprimiamo forte timore e allarme per l’imminente approvazione del Decreto Interministeriale per l’adozione del nuovo PEI (Piano Educativo Individualizzato) e delle relative Linee Guida, accogliendo e condividendo le perplessità espresse su tale materia dal CSPI (Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione) [del parere espresso dal CSPI si legga anche sulle nostre pagine a questo link, N.d.R.].
Avevamo sperato, con la Nota del Ministero n. 1041/20 del 15 giugno scorso (Indicazioni per la verifica del PEI e convocazione dei GLO-Gruppi di Lavoro Operativi per l’Inclusione Scolastica), che finalmente si stesse dando piena attuazione ai principi fondanti del Decreto Legislativo 66/17 sull’inclusione, con la personalizzazione del progetto educativo-didattico e la centralità della famiglia in un armonioso rapporto scuola-famiglia. Il nuovo PEI, invece, anticipa il Decreto del Ministero della Salute per i criteri e le modalità di redazione della certificazione di disabilità con ICD (Classificazione Internazionale delle Malattie), ICF (Classificazione Internazionale del Funzionamento, della Disabilità e della Salute) e Profilo di Funzionamento e, in contraddizione con la Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, che è la Legge dello Stato 18/09, basa ogni valutazione sul “debito di funzionamento” dell’alunno, sacrificandone visione e valutazione sulle capacità e possibilità di acquisizione.
Questo è un modello in contrasto con il diritto dell’utente a incidere e determinare il proprio percorso di crescita e di vita, perché facendo del GLO un organo collegiale, rende l’alunno con disabilità parte di un contesto che vota in forma maggioritaria, non riconoscendo la giusta centralità e importanza al volere dell’alunno e della sua famiglia. Lo stesso dicasi per l’esclusione delle figure professionali private, scelte dalle famiglie, che accompagnano la vita degli alunni con disabilità, sopperendo alla carenza strutturale delle figure professionali ASL e dei presìdi pubblici di prossimità che non arrivano neanche a conoscere tutti gli utenti.
Un modello che sembra rispondere più ad un’ottica di risparmio per il Ministero, privando le famiglie anche del diritto di ricorrere al TAR per vedere riconosciuto il diritto allo studio dei propri figli e ottenere la copertura oraria scolastica con le figure professionali preposte e richieste. Il nuovo modello, infatti, determina le ore di fabbisogno delle risorse professionali per il sostegno didattico e l’assistenza con delle rigide tabelle il cui tetto massimo diminuisce con il crescere dell’età dell’alunno, di molto sottostimato rispetto alla durata complessiva della giornata e della settimana scolastica e senza alcuna considerazione per le necessità legate alla crescita.
Mentre si discute per il riconoscimento della figura del caregiver familiare, del suo ruolo e della sua valenza nel PAI (Piano di Apprendimento Individualizzato), le famiglie vengono estromesse da ogni decisione ed esautorate nel proprio ruolo all’interno del percorso scolastico del proprio figlio/a, punto cardine nello sviluppo di ogni essere umano e parte integrante dello stesso PAI.
Su tale delicata materia, già da noi trattata in alcune occasioni (si vedano i titoli presenti nella colonnina a destra), le nostre pagine sono sempre aperte, naturalmente, a opinioni diverse dalla presente.