Luciano Paschetta, un esperto di grande competenza, che sapeva anche ascoltare

«Per me è stato e rimane un esempio di uomo impegnato, ammirevole per il suo squisito tratto umano e la preparazione che non faceva pesare, ma che aiutava a meglio comprendere i diversi punti di vista sugli argomenti dell’istruzione dei ciechi»: lo scrive Salvatore Nocera, nel suo ricordo di Luciano Paschetta, scomparso oggi dopo una lunga malattia, che fu a lungo dirigente nazionale e piemontese dell’UICI, e una “firma” spesso presente in «Superando.it», ove ha sempre suscitato un dibattito quanto mai costruttivo, in particolare riguardo all’inclusione scolastica delle persone con disabilità

Luciano Paschetta

Luciano Paschetta

In questi anni abbiamo grandemente apprezzato la lucidità e la competenza di Luciano Paschetta, a lungo dirigente nazionale e piemontese dell’UICI (Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti), “firma” molto spesso presente sulle pagine di «Superando.it», nel suscitare un dibattito sempre costruttivo, in particolare sui temi riguardanti l’inclusione scolastica delle persone con disabilità e in particolare di quelle persone con disabilità visiva (l’ultimo suo contributo su queste pagine si intitolava significativamente Inclusione sì, ma con quale modello?).
Di fronte alla notizia della sua scomparsa dopo una lunga malattia, diffusa poche ore fa dalla stessa UICI, siamo vicini alla sua famiglia, consapevoli di avere perso anche noi un “collaboratore” che non ha mai mancato di arricchire i contenuti del nostro giornale. Ne affidiamo il ricordo a Salvatore Nocera.

Ci ha lasciato Luciano Paschetta, noto dirigente e animatore dell’UICI. L’ho conosciuto tantissimi anni fa quando, come dirigente del MAC (Movimento Apostolico  Ciechi), cominciavo ad occuparmi di inclusione scolastica e ne ho immediatamente apprezzato la competenza e l’apertura al dialogo. Un gran signore, sincero nei rapporti, privo di preconcetti ideologici nel campo dell’educazione e dell’inclusione scolastica dei ciechi, disponibile a confrontarsi con chi la pensava diversamente e sempre col desiderio di approfondire le idee altrui, per scoprire se ci fossero elementi condivisibili.
Ho poi avuto occasione – come membro della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) – di incontrarlo nuovamente nell’Osservatorio Ministeriale per l’Inclusione Scolastica, ammirandone sempre, anche in quella sede, la professionalità e la pacatezza utilizzata nel dibattito.
Aveva una grande esperienza del mondo della scuola, dove aveva pure ricoperto il ruolo di Dirigente di Istituti Statali, acquisendo quindi una grande professionalità nel campo della normativa e dei rapporti non sempre facili con docenti e famiglie di alunni e alunne con e senza disabilità.
A seguito di quegli incontri eravamo divenuti amici e ho sempre apprezzato il suo equilibrio anche quando contrastava tesi opposte alle sue.
Per me è stato e rimane un esempio di uomo impegnato, ammirevole per il suo squisito tratto umano e la preparazione che non faceva pesare, ma che ti aiutava a meglio comprendere i diversi punti di vista sugli argomenti dell’istruzione dei ciechi, sui quali talora il dibattito rimane aperto e vivace.
Ciao Luciano, mi ricorderò sempre di te, come penso che faranno tutti coloro che ti hanno conosciuto e ammirato.

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