Lavorando per lavorare non è un semplice gioco di parole, ma è il nome di un ambizioso progetto promosso dall’AIPD (Associazione Italiana Persone Down), per promuovere stage lavorativi all’estero nel settore alberghiero per ragazzi e ragazze con la sindrome di Down [se ne legga la presentazione su queste stesse pagine, N.d.R.].
Ormai non suscita più scalpore entrare in un ristorante o in un albergo e imbattersi in qualcuno del personale con la sindrome di Down. Anche la RAI ha proposto a suo tempo il docufilm Hotel 6 Stelle, raccontando l’esperienza di un gruppo di giovani con sindrome di Down durante uno stage in un grande albergo di Roma.
Nella realtà, invece, i tirocini organizzati dall’AIPD vengono svolti a Barcellona, città scelta non casualmente. Lo spagnolo, infatti, è una lingua molto simile all’italiano e quindi la comunicazione è sicuramente agevolata, anche grazie al fatto che in entrambi i modi di esprimersi si fa un largo uso della gestualità. In particolare, l’Associazione ha scelto Barcellona per far fare gli stage e pernottare i tirocinanti perché ha individuato e avviato una collaborazione con l’Ostello Inout dell’Associazione Icaria Iniciatives Socials, struttura in cui già da diverso tempo lavorano persone con disabilità.
I soggiorni all’estero sono stati concepiti per aiutare i ragazzi e le ragazze con la Sindrome di Down a diventare persone adulte responsabili. Per questo durante gli stage viene chiesto loro di portare a termine precisi compiti assegnati da un’équipe competente e multidisciplinare. Inoltre, la permanenza a Barcellona per tre settimane, durata standard degli stage, li costringe a stare lontano dalla famiglia, e quindi è una grande opportunità di crescita personale.
Anche se il progetto Lavorando per lavorare si può considerare nuovo, perché è stato finanziato da poco tempo dall’Unione Europea, è in realtà dal 2007 che l’AIPD si occupa di tirocini di persone con la sindrome di Down. In questi anni circa un centinaio di giovani sono andati all’estero per uno stage lavorativo. Purtroppo, a causa dell’emergenza Covid i tirocini sono stati interrotti, ma la volontà di proseguire e sviluppare il percorso avviato è rimasta intatta.
«Siamo preoccupati, ma fiduciosi – dichiara Anna Contardi, coordinatrice nazionale dell’AIPD -. Sicuramente la crisi del settore accoglienza renderà più difficili i prossimi inserimenti e l’avvio di molti tirocini già programmati è stato per ora sospeso; dall’altra parte, però, siamo molto contenti che la maggior parte delle persone che avevano un contratto di lavoro siano già tornati a lavorare. Questo ci dimostra che le aziende che si sono confrontate con questi lavoratori hanno capito che loro possono essere una reale risorsa. Ci auguriamo per tutti che la situazione del mercato del lavoro si riprenda rapidamente».
Le parole di Contardi non sono una chimera, ma la reale volontà di proseguire e di ampliare i tirocini all’estero. Infatti, l’AIPD è una delle organizzazioni capofila di ValueAble, progetto europeo per l’inserimento lavorativo delle persone con disabilità intellettiva nel settore alberghiero. Più specificatamente, Valueable – Handing opportunities è una certificazione internazionale destinata alle aziende del turismo che danno un’opportunità di sviluppo professionale a soggetti con problemi intellettivi.
ValueAble, inoltre, ha lo scopo di far capire alle aziende del settore turistico che l’assunzione di persone con la sindrome di Down è molto conveniente sotto vari punti di vista, anche da quello economico, se è vero che in Italia vige una legge per cui alle aziende viene rimborsato il 70% della retribuzione lorda imponibile per cinque anni di ogni dipendente.
Parecchie testimonianze di datori di lavoro con il marchio ValueAble danno prova di come i lavoratori con la sindrome Down siano alquanto affidabili e costanti, poiché per gli stessi il lavoro ha un valore molto alto, che va ben oltre la valenza contrattuale. Oltre poi ad essere una garanzia per la produttività, gli stessi dipendenti hanno un’influenza positiva sull’intero gruppo, rendendolo più affiatato e collaborativo e meno conflittuale.