Siamo preoccupati della possibilità di nuove chiusure localizzate o generalizzate. Dal 5 marzo scorso siamo stati lasciati soli e nessun servizio per le persone con disabilità ha mai ripreso a regime. Nuovi lockdown non possono verificarsi in assenza di piani di rimodulazione a domicilio dei servizi per la disabilità, sia adulta che dell’età scolastica.
Basta teleassistenza, se non viene fruita autonomamente dai nostri congiunti, pesa solo su di noi! Basta didattica a distanza, se non si assicura la presenza a domicilio delle figure professionali educative preposte (OEPA, ASACOM o comnque si chiamino gli assistenti all’autonomia e alla comunicazione); ci costringe infatti ad essere sempre presenti e professionalmente preparati! Ma noi siamo caregiver familiari non professionisti!
La regressione dei nostri congiunti ha raggiunto livelli insostenibili, così come l’impossibilità, per loro e per noi, di avere momenti di autonomia gli uni dagli altri.
Chiediamo che il Governo si attivi per prevedere, in caso di lockdown, un piano di rimodulazione a domicilio di tutti i servizi, garantendo alle persone con disabilità un tempo congruo di autonomia dal proprio caregiver familiare.
Chiediamo inoltre che il Governo ci restituisca il diritto alla nostra individualità, garantendoci servizi a domicilio per una copertura oraria congrua, consentendoci almeno di non perdere l’attività lavorativa.
Chiediamo poi alle varie Amministrazioni di smettere di fare economie sui servizi alle persone con disabilità e, in assenza di operatori disponibili a svolgere i servizi a domicilio, che indennizzino il nostro servizio di cura che per tempo e dedizione da sette mesi è totalizzante e continua ad essere dato per scontato.
Chiediamo ancora, e ad alta voce, un impegno e un intervento del Governo perché l’inefficienza del sistema basato solo sui servizi non continui a pesare interamente ed esclusivamente su noi caregiver familiari.
Chiediamo insomma di essere ascoltati!