Tanti piloti con disabilità in gara su un’auto da rally

di Emilio Rizzi
La finale del settimo Trofeo “Rally Italia Talent” - competizione motoristica svoltasi all’autodromo di Adria (Rovigo), che per la prima volta, grazie a una vettura adattata, ha previsto anche la categoria delle persone con disabilità - è stata una gara combattuta sui secondi da quattro piloti, Marco Piccoli, Mattia Cattapan, Gabriele Blundo e Andrea Marchesini, classificatisi nell’ordine. E dietro a loro un altro centinaio di piloti con disabilità hanno affrontato le selezioni regionali e poi le semifinali
I primi classificati con disabilità al Trofeo "Rally Italia Talent" di Adria (Rovigo)
I primi classificati con disabilità (e naturalmente con mascherina) al Trofeo “Rally Italia Talent” di Adria (Rovigo)

La finale del settimo Trofeo Rally Italia Talent, competizione motoristica corsa per la prima volta anche nella categoria disabili, come avevamo riferito qualche settimana fa, grazie a una Suzuki Swift adattata dalla Handytech di Moncalvo (Asti), è stata una gara combattuta sui secondi da quattro piloti con disabilità.

Nelle quattro prove a tempo sotto il sole e nella pioggia, nella pista di kart e tra i birilli (erano gomme usate dei kart), negli ampi parcheggi dell’autodromo di Adria (Rovigo), si sono succeduti al comando quattro piloti: Marco Piccoli (24 anni), Mattia Cattapan (29), Gabriele Blundo (47) e Andrea Marchesini (47). Alla fine ha vinto Marco Piccoli di Cavezzo (Modena), disoccupato ed ex meccanico di moto divenuto paraplegico a causa di incidente un frontale in moto quattro anni fa. «Ora sogno di lavorare nel mondo del motorsport. E se mi offrissero anche un volante sarebbe fantastico…», ha commentato un po’ schivo alla fine della gara.
Secondo si è classificato Mattia Cattapan di San Martino di Lupari (Padova), presidente di Crossabili, un’Associazione non profit che offre alle persone con disabilità una serie di attività gratuite finalizzate all’inclusione, alla condivisione, al divertimento, all’autonomia e allo sport. «Ho sempre corso – racconta – e mi sono fatto male durante una gara di enduro sbagliando un salto. Subito dopo l’uscita dall’ospedale sono tornato in pista: sono il primo atleta con disabilità in Italia a gareggiare contro atleti normodotati nella categoria Kart Cross e l’anno passato mi sono classificato primo nel Campionato Trofeo del Nord e secondo al Campionato Italiano Autocross».
Terzo, invece, grazie a una grande rimonta nel secondo giorno, è arrivato Gabriele Blundo di Barolo (Cuneo), ex chef, amputato dopo che una macchina lo ha investito quattro anni fa. «Ora lavoro alla ASL – dice – e faccio un mestiere che mi regala un’emozione unica. Mi occupo di protesi. Essendo passato dalla trafila per l’ottenimento di questo ausilio, non potete immaginare l’emozione e la gioia di telefonare a una persone e poterle dire “È arrivata!”».
Quarto, infine, Andrea Marchesini, della provincia di Chieti, che è in sedia a rotelle dopo un incidente in moto nel 2001. «Il rally è molto diverso dalle corse di velocità turismo che ho fatto dal 2005 al 2017». Ora pensa di tornare in pista anche in questa disciplina grazie alla Hap-Academy che fa corsi di rally e dispone di una vettura attrezzata per le persone con ridotta mobilità.

Dietro i primi quattro, altri cento piloti con disabilità che hanno affrontato le selezioni regionali e poi le semifinali. E ora si pensa alla prossima edizione (a settembre si sono aperte le iscrizioni per le persone con disabilità: se ne legga a questo link) che dovrebbe portare alcune novità: stessa vettura abili e disabili e stessa classifica finale.
L’obiettivo finale lo segna il papà di questo “Grande Fratello” motoristico, Renzo Magnani: «Il mio sogno? Fare correre in un rally come gara premio gratuita un pilota con disabilità». Magari già nel 2021.

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