Merita certamente la più ampia visibilità il documento intitolato La qualità della vita come stella polare di intervento a favore delle persone con disabilità. Progettare qualità di vita per le persone con disabilità, le loro famiglie, i servizi e la comunità; costruire, applicare e documentare (disponibile integralmente a questo link), realizzato dal CBI (Coordinamento Bergamasco per l’Integrazione), organizzazione che rappresenta trenta Associazioni di Volontariato e alcuni singoli genitori operanti in àmbito di disabilità nella Provincia di Bergamo, oltre ad essere il referente locale della LEDHA, la Lega per i Diritti delle Persone con Disabilità che è la componente lombarda della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap).
Il modello su cui si basa il documento sono le cosiddette “Matrici Ecologiche”, ovvero il “cuore” di un noto progetto dell’ANFFAS (Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale), il cui obiettivo venne così presentato a suo tempo sulle nostre pagine: «Favorire l’inclusione sociale e il raggiungimento delle pari opportunità per le persone con disabilità intellettiva e/o relazionale, rendendo concreto il diritto, sancito dall’articolo 14 della Legge 328/00, alla predisposizione di un progetto individuale attraverso la sperimentazione delle cosiddette “matrici ecologiche”, strumento innovativo di screening [“individuazione”, N.d.R.] dei bisogni della persona, che saranno adattate alle esigenze delle persone con disabilità intellettive e/o evolutive in età adulta anche attraverso l’individuazione e la formazione della figura del case manager. Tale sperimentazione consentirà di avviare percorsi innovativi di valutazione e progettazione, di misurare l’efficacia dell’utilizzo di tali strumenti e della figura del case manager e anche, cosa molto importante, di raccogliere e analizzare dati utili per orientare i decisori politici al miglioramento delle politiche di welfare e di sviluppo».
«Con l’attenzione a fare tesoro delle preziose informazioni che utenti e familiari ci forniscono – scrive nella presentazione Luigi Croce, docente di Neuropsichiatria Infantile all’Università Cattolica di Brescia e presidente del Comitato Scientifico dell’ANFFAS Nazionale – invito il Lettore ad approfondire i temi presentati, con un suggerimento specifico per i tecnici e gli amministratori: individuiamo tutte le possibili discrepanze tra quanto le persone con disabilità ci chiedono e i nostri tentativi di sostegno, tutte le volte che non sono davvero orientati a migliorare la qualità di vita delle stesse persone con disabilità, dei loro familiari e della comunità a cui tutti apparteniamo».
Un messaggio, questo, in cui sta tutta l’importanza e il senso stesso del testo prodotto dal Coordinamento Bergamasco per l’Integrazione. (S.B.)
Ringraziamo Edvige Invernici per la segnalazione.
Ricordiamo ancora il link a cui è disponibile il testo integrale del documento La qualità della vita come stella polare di intervento a favore delle persone con disabilità. Progettare qualità di vita per le persone con disabilità, le loro famiglie, i servizi e la comunità; costruire, applicare e documentare. Il percorso di ricerca-azione sui cui quest’ultimo si basa, coordinato da Luigi Croce, è stato realizzato con il contributo di: Confcooperative Bergamo, ATS, CdRS, CGIL Bergamo, CISL Bergamo, UIL Bergamo, Forum Associazioni di Volontariato Socio-Sanitario Bergamasche, Centri Diurni Disabili di Spirano, Pedrengo, Albino, Bergamo, Almenno San Bartolomeo, Piario, Trescore Balneario, Bergamo “Angelo Custode”. Con il supporto scientifico del Dipartimento di Scienze Umane e Sociali dell’Università di Bergamo.