Non intende affatto fermare il proprio percorso, il Festival della Cooperazione Internazionale, anzi “rilancia”, puntando direttamente, con la sua quarta edizione, sull’attualità più stringente, con un programma tutto centrato sulle “lezioni della pandemia”, sostanziate nel tema Imparare dalla pandemia. “C’è un solo cielo per tutto il mondo”.
L’evento – seguito negli anni scorsi anche dal nostro giornale – è sempre organizzato dall’AIFO (Associazione Italiana Amici di Raoul Follereau) e dalla RIDS (Rete Italiana Disabilità e Sviluppo), l’alleanza strategica avviata nel 2011 da due organizzazioni non governative – la stessa AIFO e EducAid – insieme a due organizzazioni di persone con disabilità, quali DPI Italia (Disabled Peoples’ International) e la FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), alle quali si è aggiunto più di recente l’OVCI-La Nostra Famiglia (Organismo di Volontariato per la Cooperazione Internazionale), con l’obiettivo di occuparsi di cooperazione allo sviluppo delle persone con disabilità, in àmbito internazionale.
Partendo dunque dalla sede virtuale di Ostuni (Brindisi) e avvalendosi del patrocinio garantito dal Comune della città pugliese, nonché di quello dell’ASL di Brindisi, il Festival si articolerà su sei incontri in rete (webinar), in programma dal 27 al 29 ottobre, alla cui diretta Facebook (a questo link) tutti potranno accedere gratuitamente e ai quali parteciperanno esperti del settore, giornalisti, rappresentanti delle Organizzazioni Non Governative e delle Ostituzioni.
«La scelta del tema di quest’anno – spiega Francesco Colizzi, coordinatore del Festival – è caduta segnatamente sull’interrogativo di tutti, cittadini, associazioni, governi, istituzioni internazionali: cosa possiamo/dobbiamo imparare da questa esperienza globale? Il mondo forse non cambierà moltissimo, ma di certo non sarà più lo stesso e l’esito dei cambiamenti potrebbe essere migliorativo per i poveri della Terra, ma anche peggiorativo se non ci sarà attenzione, impegno e lotta. La nostra proposta di fondo, dunque, è la stessa di Raoul Follereau: “C’è un solo cielo per tutto il mondo”. Per quanto infatti gli Stati, le organizzazioni, le comunità e gli individui possano volersi isolare in un dannoso e povero egoismo, siamo una comunità di destino e tutti insieme, se crescerà la consapevolezza del nostro tempo, pur tra errori e cadute, possiamo rendere permanente sulla Terra la pandemia del bene».
Questi i sei incontri previsti:
° 27 ottobre (ore 11-13): Riflessione di apertura: la pandemia del bene di Follereau e la proposta del convivialismo.
° 27 ottobre (ore 15.30-17.30): La pandemia Covid-19 in Italia e le politiche sociali. La definizione di un nuovo welfare di inclusione e prossimità territoriale.
° 28 ottobre (ore 11-13): La pandemia e i gruppi vulnerabili in Italia: esperienze solidali, riflessioni e ricerche.
° 28 ottobre (ore 15-17): La pandemia e i Paesi in cerca di sviluppo: la copertura sanitaria universale come strumento di uguaglianza (Riflessioni sulla fragilità dei sistemi sanitari e dei sostegni sociali nei Paesi poveri).
° 29 ottobre (ore 11-13): Alle radici delle pandemie: superare lo squilibrio economico-ambientale.
° 29 ottobre /ore 15-17): Istituzioni globali e Cooperazione Internazionale: cosa può cambiare?
Da segnalare, infine, anche un’iniziativa speciale legata al Festival, ovvero il supporto alla campagna Solidali con l’Italia, solidali con il mondo, finalizzata alla raccolta fondi per il sostegno alle comunità colpite dal coronavirus in cui opera l’AIFO. (S.B.)
A questo link è disponibile il programma completo del Festival. Per ulteriori informazioni: Valentina Pescetti (valentinapescetti@gmail.com).
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