Non è la prima volta che genitori campani di bambini con autismo sono costretti a ricorrere ai Giudici per ottenere quella Giustizia che una società civile dovrebbe garantire a tutti i Cittadini e in modo naturale. Il diritto alla salute e all’istruzione sono sanciti a chiare lettere nella Carta Costituzionale, eppure devono essere i Tribunali a doverlo continuamente rimarcare.
Sono tante le sentenze sulle “terapie ABA” [analisi applicata del comportamento, N.d.R.] spesso negate o quantificate in modo esiguo e soprattutto senza una progettualità condivisa, con l’unico risultato di sprecare denaro pubblico senza che i pazienti, piccoli e grandi che siano, possano trarne beneficio insieme alle loro famiglie, sempre più vessate da un sistema che, anziché predisporre gli “accomodamenti ragionevoli” atti a rimuovere gli ostacoli per il pieno sviluppo della persona umana, ne pone altri.
Diverse sono anche le Sentenze sull’inadeguata assistenza scolastica sulla carta specialistica, ma che in realtà specialistica non è, perché nella maggior parte dei casi i diversi operatori sono privi della giusta formazione, costringendo le famiglie ad accontentarsi delle “balie” di turno o addirittura a ridurre il tempo scuola, prassi sempre più generalizzata, anche se fortemente discriminatoria e lesiva di diritti costituzionali.
Ancora una volta, dunque, a ricorrere ai Giudici sono stati alcuni genitori supportati dalla nostra Associazione [ANGSA Campania-Associazione Nazionale Genitori Soggetti Austistici, N.d.R.], da sempre al fianco dei bambini e ragazzi con autismo nel rivendicare il loro sacrosanto diritto ad un’esistenza dignitosa che, oltre alle cure appropriate e validate scientificamente, necessita di percorsi individualizzati e condivisi tra figure sanitarie, operatori sociali, insegnanti ed educatori appositamente formati in coerenza col dettato normativo.
Pertanto il Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) della Campania (Sede di Napoli), accogliendo le richieste dei ricorrenti, ha riconosciuto il diritto dei minori a fruire del trattamento terapeutico ispirato ai principi dell’ABA anche durante l’orario scolastico, con la presenza dei terapisti, il cui ingresso, causa la situazione emergenziale legata alla pandemia da Covid-19, non era stato autorizzato «per ragioni di spazio» e in quanto «estranei alla scuola».
Nel dettaglio, all’interno dell’Ordinanza Cautelare pubblicata il 22 ottobre scorso, si può leggere che «pur nella consapevolezza del difficile momento che l’Istituzione scolastica sta vivendo a cagione dell’emergenza epidemiologica, i bisogni assistenziali dei minori e lo svolgimento della terapia in presenza e all’interno dei plessi scolastici assumono in ogni caso carattere di peculiare pregnanza e preminenza [grassetto nostro nella citazione, N.d.R.]», sottolineando il fatto che la stessa presenza dei coetanei determina un ambiente naturale per generalizzare le competenze e le abilità maturate in àmbito terapeutico.
Si tratta di un ennesimo intervento della Magistratura che evidenzia le discrepanze di un sistema non in grado di tutelare gli alunni più deboli, consentendo loro di frequentare la scuola per trarne profitto esattamente come i compagni più fortunati.
Presidente dell’ANGSA Campania (Associazione Nazionale Genitori Soggetti Autistici).
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