Nel Decreto del Presidente del Consiglio (DPCM) del 24 ottobre scorso non vi è alcun accenno a misure specifiche da adottare per gli alunni con disabilità. Esso ha stabilito che tutte le scuole secondarie di secondo grado debbano incrementare «il ricorso alla didattica digitale integrata, per una quota pari almeno al 75 per cento delle attività, modulando ulteriormente la gestione degli orari di ingresso e di uscita degli alunni, anche attraverso l’eventuale utilizzo di turni pomeridiani e disponendo che l’ingresso non avvenga in ogni caso prima delle 9,00». Successivamente il Ministero dell’Istruzione nella Nota n. 1927 del 25 ottobre ha sottolineato che «particolare attenzione, nell’attuazione della misura, va posta agli alunni con disabilità, con disturbi specifici dell’apprendimento ed altri bisogni educativi speciali. In tal senso, si ricorda che vanno applicate puntualmente le indicazioni contenute nel Decreto del Ministro dell’istruzione 7 agosto 2020 n. 89 e nell’Ordinanza del Ministro dell’istruzione 9 ottobre 2020, n. 134».
Purtroppo, anche nelle due Ordinanze della Regione Calabria sulla sospensione delle attività didattiche in presenza non si accenna minimamente alle misure possibili per garantire il diritto alla didattica in presenza per gli alunni con disabilità.
Come FISH Calabria (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) abbiamo lavorato alacremente, in questi mesi, unitamente alla FISH Nazionale, a tutela degli alunni con disabilità proponendo soluzioni specifiche al Ministero dell’Istruzione per continuare a garantire in questo periodo emergenziale il diritto allo studio di tutti gli alunni. Ma per gli alunni e le alunne con disabilità questo nuovo fermo della scuola comporterà notevoli danni, sia sulla loro crescita di studenti, andando ad aumentare le numerose problematiche già create nello scorso anno scolastico, sia incidendo notevolmente sul gap già esistente con i coetanei quando si potrà tornare a scuola.
Riteniamo dunque irrinunciabile la presenza quotidiana a scuola degli alunni e delle alunne con disabilità, in una dimensione inclusiva, vera e partecipata.
Che la didattica in presenza per le persone con disabilità sia un diritto riconosciuto, è stato per altro riconosciuto anche in norme recenti, come il Decreto Ministeriale Protocollo n. 39 del 26 giugno scorso, il quale aveva espressamente previsto che «nel caso di nuova sospensione dell’attività didattica l’Amministrazione centrale, le Regioni, gli Enti locali, gli enti gestori delle istituzioni scolastiche paritarie e le istituzioni scolastiche statali opereranno, ciascuno secondo il proprio livello di competenza, per garantire la frequenza scolastica in presenza, in condizioni di reale inclusione, degli alunni con disabilità e degli alunni e studenti figli di personale sanitario o di altre categorie di lavoratori, le cui prestazioni siano ritenute indispensabili per la garanzia dei bisogni essenziali della popolazione. La circostanza di cui al presente paragrafo sarà regolata da apposito atto dispositivo. Ove, per specifiche condizioni individuali o di contesto, non sia possibile garantire la frequenza scolastica agli alunni con disabilità, il coinvolgimento delle figure di supporto messe a disposizione dagli Enti locali (Operatori Educativi per l’Autonomia e Assistenti alla comunicazione, per gli alunni con disabilità sensoriale), recentemente definita dall’art. 48 della Legge di conversione del DL “Cura Italia”, contribuirà ad assicurare un alto livello di inclusività agli alunni con disabilità grave, collaborando al mantenimento della relazione educativa con gli insegnanti della classe e con quello di sostegno [grassetti nostri nella citazione, N.d.R.]».
Pertanto chiediamo che gli studenti con disabilità continuino a frequentare in presenza la scuola per poter garantire loro il diritto allo studio. Allo stesso tempo, però, chiediamo che gli studenti con disabilità e il docente di sostegno con l’assistente all’autonomia e la comunicazione non siano lasciati soli in classe, ma che si preveda la presenza anche di un piccolo gruppo di compagni per garantire le «condizioni di reale inclusione» previste dal citato Decreto Ministeriale n. 39.
I compagni che dovrebbero essere presenti in classe con l’alunno/a con disabilità potrebbero essere quelli già citati dallo stesso Decreto Ministeriale («alunni e studenti figli di personale sanitario o di altre categorie di lavoratori, le cui prestazioni siano ritenute indispensabili per la garanzia dei bisogni essenziali della popolazione»), oppure individuati dalle singole scuole in base al principio dell’autonomia scolastica.
Tutto ciò può considerarsi un “accomodamento ragionevole” alla luce dell’articolo 24 della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità. Qualora poi l’alunno/a con disabilità sia certificato anche “fragile”, il Ministero dell’Istruzione, tramite l’Ordinanza n. 134 del 9 ottobre scorso, ne ha chiarito le modalità della scolarizzazione. A seguito infatti della domanda scritta e documentata rivolta dalla famiglia alla scuola, l’alunno “fragile” può fruire, oltre che della didattica a distanza, anche di istruzione domiciliare in presenza.
Quella stessa Ordinanza ha chiarito che sono alunni “fragili” quanti, con o senza disabilità, «abbiano una certificazione di immunodeficienza o patologia grave rilasciata dal pediatra di libera scelta (PLS) o dal medico di medicina generale (MMG) in raccordo col dipartimento di prevenzione (DdP) territoriale». Il PEI (Piano Educativo Individualizzato) degli studenti con disabilità riconosciuti anche come “fragili” deve naturalmente essere aggiornato alla nuova situazione didattica e, in caso di istruzione domiciliare, si può prevedere che il docente di sostegno e/o l’assistente specialistico all’autonomia e alla comunicazione svolgano a casa le ore già assegnate per l’alunno a scuola.
In conclusione, la nostra Federazione, ben consapevole del triste periodo che sta attraversando la Regione Calabria, a causa del lutto che ha coinvolto tutti, con la scomparsa della Presidente Jole Santelli, chiede, alla luce della normativa citata, che la Regione Calabria stessa, gli Enti Locali, gli Enti Gestori delle Istituzioni Scolastiche Paritarie e le Istituzioni Scolastiche Statali adottino tutte le misure adeguate per permettere ai nostri studenti la frequenza scolastica in presenza o, qualora lo studente con disabilità sia anche “fragile”, si attivino immediatamente i progetti di istruzione domiciliare da realizzarsi tramite gli insegnanti di sostegno e gli assistenti per l’autonomia e la comunicazione degli Enti Locali, anche garantendo la connessione a distanza con i propri docenti e compagni di classe.
A tal fine rimaniamo disponibili per dare sostegno e supporto sia alle Istituzioni che agli alunni e alle alunne con disabilità che dovessero richiederlo.