Senza statistiche attendibili sulla disabilità, niente politiche efficaci

Senza dati attendibili sulla disabilità, difficilmente si potrà arrivare a porre fine alle discriminazioni nei confronti delle persone con disabilità, tramite politiche efficaci. Per mettere quindi a disposizione di tutti uno strumento che fornisce varie conoscenze sulla raccolta, l’analisi e l’utilizzo delle statistiche sulla disabilità, l’IDA (International Disabilità Alliance), CBM e lo Stakeholder Group of Persons with Disabilities for Sustainable Development hanno prodotto il documento “Disability Data Advocacy Toolkit”, preziosa base di lavoro per la tutela dei diritti

"Disabilità e Povertà", 2018

Una realizzazione grafica elaborata nel 2018 sul tema “Disabilità e Povertà”: le persone con una qualche forma di disabilità nel mondo risultavano due anni fa essere più di un miliardo, ovvero il 15% dell’intera popolazione del pianeta

Senza dati e statistiche attendibili sulla disabilità, ben difficilmente si potrà arrivare a un reale rispetto dei diritti delle persone con disabilità e a porre fine alle discriminazioni nei loro confronti, tuttora presenti in tutto il mondo.

Ne era ben consapevole chi ha redatto la Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, che alle statistiche e alla raccolta dei dati ha dedicato un intero articolo (il 31°), ove si scrive testualmente: «Gli Stati si impegnano a raccogliere le informazioni appropriate, compresi i dati statistici e i risultati di ricerche, che permettano loro di formulare ed attuare politiche allo scopo di dare attuazione alla presente Convenzione». E successivamente: «Le informazioni raccolte in conformità al presente articolo devono essere disaggregate in maniera appropriata, e devono essere utilizzate per valutare l’adempimento degli obblighi contratti dagli Stati Parti alla presente Convenzione e per identificare e rimuovere le barriere che le persone con disabilità affrontano nell’esercizio dei propri diritti». E infine: «Gli Stati assumono la responsabilità della diffusione di tali statistiche e garantiscono la loro accessibilità sia alle persone con disabilità che agli altri».

Purtroppo, in molte parti del mondo tali prescrizioni sono ancora “lettera morta”, come viene sottolineato dall’IDA (International Disability Alliance), da cui si dichiara che «dati insufficienti e inattendibili si sono tradotti in una pianificazione e in un bilancio inadeguati per accomodamenti ragionevoli nei confronti delle persone con disabilità e in politiche generalmente inefficaci».

Nel tentativo quindi di mettere a disposizione di tutti uno strumento quanto mai utile, che fornisca una serie di conoscenze di base sulla raccolta, l’analisi e l’utilizzo dei dati sulla disabilità, la stessa IDA, in collaborazione con CBM, l’organizzazione umanitaria impegnata nella cura e nella prevenzione della cecità e disabilità evitabile nei Paesi in cerca di sviluppo e con lo Stakeholder Group of Persons with Disabilities for Sustainable Development (“Gruppo delle persone con disabilità portatrici d’interesse per uno sviluppo sostenibile”), ha prodotto il documento denominato Disability Data Advocacy Toolkit, ovvero un Toolkit – termine letteralmente traducibile in italiano come “cassetta degli attrezzi” – tutto dedicato alle statistiche sulla disabilità quali basi per la tutela dei diritti.
«L’obiettivo – spiegano dall’IDA – è quello di contribuire al crescente dialogo globale sull’importanza dei dati riguardanti le  persone con disabilità, rafforzando la capacità di queste ultime e delle loro organizzazioni rappresentative di tutto il mondo, con approcci semplici a competenze essenziali ai fini della tutela [advocacy], di cui tutte le persone con disabilità potrebbero beneficiare e in particolare quelle sottorappresentate e nelle zone più povere». (S.B.)

Ricordiamo ancora il link al quale è disponibile il documento Disability Data Advocay Toolkit. Per ulteriori informazioni: info@ida-secretariat.org.

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