Cosa significa per te rifiorire dopo una qualche forma di violenza?

di Simona Lancioni*
È stata l’Associazione Verba di Torino, che gestisce il Servizio Antiviolenza Disabili – Il Fior di Loto, a lanciare “#Rifiorire”, innovativa campagna di comunicazione online, voluta per informare e sensibilizzare la popolazione sulla violenza contro le persone con disabilità. L’iniziativa prevede che i profili social dell’Associazione siano animati da spunti di riflessione, racconti di persone, video informativi e altro, a partire dalla domanda «Cosa significa per te rifiorire?». L’iniziativa si chiuderà il 25 novembre, con un incontro in diretta Facebook sul tema “Violenza e disabilità”
Associazione Verba, campagna "#Rifiorire", novembre 2020
Una delle immagini realizzate nell’àmbito della campagna “#Rifiorire”, dedicata al tema della negazione dell’assistenza alla persona da intendere come forma di violenza

A partire dal 9 novembre l’Associazione Verba di Torino, che gestisce il Servizio Antiviolenza Disabili – Il Fior di Loto, ha lanciato #Rifiorire, una campagna di comunicazione online per informare e sensibilizzare la popolazione sulla violenza contro le persone con disabilità. L’iniziativa è legata alla Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, che ricorrerà il 25 novembre prossimo, data in cui è prevista la chiusura della campagna stessa.

L’iniziativa è stata ideata da Alessia Gramai, psicologa del Servizio citato ed esperta di comunicazione sociale. Partendo dalla considerazione che le persone con disabilità talvolta sono esposte a violenza proprio in ragione della disabilità, il Servizio Antiviolenza Disabili non rivolge la propria attività alle sole donne con disabilità, ma anche a uomini con disabilità, e, per farlo adeguatamente, dispone anche di psicologi ed educatori uomini. Infatti, se è vero che le donne con disabilità sono esposte anche alla violenza di genere, la violenza a causa della disabilità colpisce sia le donne che gli uomini, e può essere agìta anche da donne.

Sono diverse le iniziative previste dalla campagna. Innanzitutto, a partire dal 9 novembre, come detto, i profili Facebook e Instagram di Verba hanno iniziato ad essere animati con spunti di riflessione e racconti di persone che si sono rivolte al Servizio, oltre a video informativi, contributi scritti e interazioni con il pubblico chiamato a rispondere alla domanda «Cosa significa per te rifiorire?».
Tra gli strumenti ideati, alcuni sono costituiti da immagini con scritte che descrivono i diversi tipi di violenza, questo perché una della criticità riscontrate negli studi sul fenomeno in questione è che spesso le vittime non hanno consapevolezza della violenza e non la sanno riconoscere.

L’elemento innovativo e apprezzabile delle definizioni proposte è che in diverse di esse vi è un riferimento esplicito a forme peculiari di violenza cui sono soggette le persone con disabilità. Vediamo dunque le definizioni proposte.
«Ricevere botte, pugni, schiaffi, morsi, calci, bruciature oppure minacce con armi, coltelli o qualsiasi oggetto possa ferire è violenza fisica», si legge in una di esse.
«Essere obbligat* ad avere un rapporto sessuale, ricevere dolore intenzionalmente durante il rapporto, essere fotografat* e registrat* durante l’atto sessuale senza consenso e/o con la diffusione del materiale, ricevere telefonate o massaggi a contenuto pornografico è violenza sessuale», si legge in un’altra.
«Essere criticat* o pres* in giro per la propria disabilità, essere esclus* dalla vita sociale e di relazione, essere svalutat* con affermazioni come sei brutt* perché sei disabile, sei solo un handicappat*, sei stupid* perché sei disabile, tanto non sei capace/non ce la fai è violenza psicologica», è scritto nella terza.
«Essere privat* della pensione di invalidità, non poter gestire il proprio denaro perché sottratto dalla persona con cui si vive, essere costrett* a fornire le informazioni che consentono all’altro di controllare e gestire il conto corrente, non poter decidere come gestire i propri soldi è violenza economica», chiarisce un’altra immagine.
«Ricevere ripetutamente chiamate o messaggi non desiderati, essere seguiti di nascosto, essere controllati in tutti gli spostamenti e in tutte le azioni, subire continue intrusioni nella propria vita privata, ricevere minacce è stalking», si legge nella sesta illustrazione.
«Se non ti viene data l’assistenza che ti serve per mangiare/bere/lavarti/andare in bagno/uscire, se ti viene proibito di utilizzare gli ausili che ti servono per muoverti, se ti vengono somministrate medicine con la forza o ti non vengono date se necessarie… anche questa è violenza», conclude l’ultima.

Anche il racconto delle storie di persone con disabilità è proposto tenendo presente la variabile della disabilità e garantendo la parità di genere. In un filmato appositamente ideato, ad esempio, sono narrate le storie di una donna e di un uomo, entrambi con disabilità sensoriale (lei cieca e lui sordo), che hanno subito violenza dai rispettivi partner (un uomo e una donna). In tutte e due le situazioni la disabilità della vittima è stata utilizzata come un elemento per agire un controllo sulla vittima stessa. Entrambe le vittime si sono rivolte al Servizio Antiviolenza Disabili che le ha supportate nel percorso di emancipazione e “rifioritura”.

La campagna, come accennato, si chiuderà nel pomeriggio del 25 novembre (ore 18), con un incontro in diretta Facebook, moderato da Marianna Dell’Abadia, reporter e inviata dell’Associazione Volonwrite sulle tematiche di genere, con la quale le professioniste dell’équipe del Servizio Antiviolenza Disabili dialogheranno attorno al tema Violenza e disabilità, portando i contributi propri della loro professione.
Interverranno inoltre Laura Stoppa, psicologa del Servizio Antiviolenza Disabili; Francesca Dentico, educatrice del Servizio Antiviolenza Disabili; Cristina Biglia, ginecologa dell’ambulatorio accessibile Il Fior di Loto; Marta Petrini, avvocata del Servizio Antiviolenza Disabili.
Il servizio di interpretariato LIS sarà offerto da Anna Di Domizio e dalla sua équipe di interpreti, mentre alla regia ci sarà Federico Stella, multimedia manager di Volonwrite.

Responsabile di Informare un’h-Centro Gabriele e Lorenzo Giuntinelli, Peccioli (Pisa), nel cui sito il presente contributo è già apparso e viene qui ripreso – con minimi riadattamenti al diverso contenitore – per gentile concessione.

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: verbatorino@gmail.com.
Per approfondire ulteriormente il tema della violenza nei confronti delle donne con disabilità, accedere al sito di Informare un’h, alla Sezione intitolata La violenza nei confronti delle donne con disabilità. Più in generale, sul tema Donne e disabilità, oltre a fare riferimento al lungo elenco di testi da noi pubblicati, presente a questo link, nella colonnina a destra dell’articolo intitolato Voci di donne ancora sovrastate, se non zittite, ricordiamo anche la Sezione Donne con disabilità, sempre nel sito di Informare un’h.

Share the Post: