«Segnaliamo la situazione dei servizi domiciliari (educativi e di aiuto alla persona) per i quali non è previsto, a differenza che per i servizi diurni (mensile) e residenziali (quindicinale), un programma cadenzato di screening per la verifica di eventuali contagi da coronavirus».
Lo ha scritto l’organizzazione marchigiana Gruppo Solidarietà, in una lettera inviata a tutte le principali Istituzioni Amministrative e Sanitarie della propria Regione, a partire dal Presidente della stessa, sottolineando come, «con la recrudescenza della pandemia, la situazione diventi ogni giorno più difficile. Aumentano infatti le preoccupazioni e le paure da parte degli utenti e dei familiari e si stanno, purtroppo, registrando richieste di sospensione dai servizi».
«Ricordiamo – ha scritto ancora il Gruppo Solidarietà – che questi interventi per le sole persone con disabilità e anziane riguardano, nella nostra Regione, non meno di 5.000 persone. Inoltre, nella grande maggioranza del casi, lo stesso operatore lavora con più persone. A questi numeri, inoltre, vanno aggiunti quelli degli alunni con disabilità, circa 3.500, che fruiscono del servizio per l’autonomia e comunicazione. E anche in questi casi ci sono operatori attivi sia nei servizi scolastici che in quelli extrascolastici».
«Per tutte le ragioni sopra indicate – conclude la lettera -, chiediamo che al pari degli interventi diurni e residenziali, si preveda uno screening periodico anche per gli operatori e gli utenti dei servizi domiciliari». (S.B.)
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: grusol@grusol.it.
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