Sono aperte sino al 30 novembre le iscrizioni al nuovo turno (il quarto e ultimo) del progetto di formazione e-learning (“teleapprendimento”) denominato Dislessia Amica Livello Avanzato, iniziativa di cui ci siamo già più volte occupati sulle nostre pagine, voluta dall’AID (Associazione Italiana Dislessia), in accordo con la Fondazione TIM e di intesa con il Ministero dell’Istruzione, che punta ad ampliare le conoscenze metodologiche, didattiche, operative e organizzative dei docenti, necessarie a rendere la scuola realmente inclusiva per gli alunni e le alunne con DSA (disturbi specifici dell’apprendimento).
Gli istituti scolastici hanno quindi ancora alcuni giorni per poter iscrivere i propri docenti, mentre la formazione è già attiva per gli iscritti su piattaforma online e fruibile sino al 28 febbraio del nuovo anno.
Il corso ha una durata di cinquanta ore ed è strutturato in due fasi, la prima delle quali prevede cinque moduli obbligatori e comuni per tutti i docenti, intervallati da verifiche intermedie. La seconda fase, invece, è caratterizzata da contenuti specifici relativi al grado scolastico di appartenenza del docente iscritto (infanzia, primaria, secondaria di primo e secondo grado).
Al termine dell’ultimo modulo, tutti i docenti che avranno completato il percorso formativo potranno accedere alla sezione La didattica a distanza come occasione per ripensare le pratiche didattiche, con video e materiali di approfondimento.
«Novità di quest’ultimo turno del corso – spiegano appunto dall’AID – è la sezione La didattica a distanza come occasione per ripensare le pratiche didattiche, per venire incontro alle esigenze dettate dall’attualità. In questo modulo, infatti, i docenti potranno accedere a contenuti video ad hoc e fruire di una serie di articoli di approfondimento, con riflessioni sulle modalità di affrontare i processi di apprendimento-insegnamento a distanza».
Ai tre turni precedenti di Dislessia Amica Livello Avanzato, va detto, hanno aderito complessivamente 6.157 istituti scolastici, di cui 5.732 scuole statali e 425 scuole non statali (paritarie, centri di formazione professionale ecc.) e hanno partecipato in tutto 129.815 docenti di ogni ordine e grado.
Il progetto, va anche ricordato in conclusione, rientra in Dislessia 2.0, piattaforma della Fondazione TIM che propone un approccio digitale integrato ai disturbi specifici dell’apprendimento. (S.B.)
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: a.morabito@gruppolife.com (Anna Morabito); comunicazione@aiditalia.org (Gabriele Brinchilin).
La dislessia e gli altri DSA (disturbi specifici dell’apprendimento)
Il più diffuso DSA (disturbo specifico di apprendimento) è la dislessia, cioè il disturbo specifico della lettura, che si manifesta e si evolve in concomitanza dell’inizio dell’attività scolastica, quando emergono le prime difficoltà nell’attivare in maniera fluente e senza affaticamento tutte quelle operazioni mentali necessarie per leggere, quali riconoscere le lettere singole, le sillabe e quindi le parole, associandole ai suoni corrispondenti. Frequenza degli errori e lentezza nella decodifica ne sono i tipici aspetti: il bambino può, per esempio, presentare difficoltà nel riconoscere, scambiandoli tra loro, grafemi che differiscono visivamente per piccoli particolari quali: “m” con “n”, “c” con “e”, “f” con “t”, “a” con “e”.
La persona con disortografia, invece, evidenzia la difficoltà a tradurre correttamente le parole in simboli grafici e a confondere il suono delle lettere (per esempio “f/v”, “t/d”, “p/b”, “c/g”, “l/r”).
Un terzo disturbo che impedisce alla persona di esprimersi nella scrittura in modo fluido è la disgrafia, caratterizzata da una grafia spesso illeggibile, da una pressione eccessiva sul foglio e dallo scarso rispetto degli spazi sul foglio.
C’è infine la difficoltà a comprendere simboli numerici e a svolgere calcoli matematici, conosciuta con il nome di discalculia. Stando ai dati, circa il 3% della popolazione studentesca è affetta da tale disturbo, che complica la lettura e la scrittura dei numeri e soprattutto l’elaborazione delle quantità. Gli errori collegati a questa problematica molto spesso non vengono riconosciuti nell’immediato. Diversi, infatti, sono i casi di discalculia erroneamente diagnosticati come dislessia.
L’AID (Associazione Italiana Dislessia)
È nata con la volontà di fare crescere la consapevolezza e la sensibilità in particolare verso il disturbo della dislessia evolutiva, che in Italia si stima riguardi circa 2 milioni di persone.
L’Associazione conta oltre 18.000 soci e 93 Sezioni attive distribuite su tutto il territorio nazionale. Essa lavora per approfondire la conoscenza dei DSA e promuovere la ricerca, accrescere gli strumenti e migliorare le metodologie nella scuola, affrontare e risolvere le problematiche sociali legate a questi disturbi. È aperta ai genitori e familiari di bambini con DSA, alle persone adulte con DSA, agli insegnanti e ai tecnici (logopedisti, psicologi, medici).