«Questo 2020 resterà per molto tempo nella memoria di tutti noi per tanti aspetti, compreso quello legato alla violenza sulle donne. Quest’anno, infatti, la pandemia da Covid-19 e le misure adottate dai Governi di tutto il mondo per prevenire il suo diffondersi hanno peggiorato la situazione per molte donne già vittime di violenza domestica. Vista la situazione, molte donne si sono trovate a vivere sotto lo stesso tetto con il proprio aguzzino, senza possibilità di scampo. In Italia, secondo l’ISTAT, durante il lockdown c’è stato un incremento delle richieste d’aiuto del 73% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, un dato allarmante. Ma non solo: sono ben noti i recenti e meno recenti fatti di cronaca che raccontano di violenze contro le donne con disabilità per mano di familiari, operatori o caregiver. Le donne con disabilità, pur rappresentando il 16% della popolazione europea ossia circa 40 milioni, sono una categoria tra le più a rischio».
Lo scrivono dalla UILDM Nazionale (Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare), alla vigilia di domani, 25 novembre, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, ribadendo un concetto ormai ben noto anche ai Lettori di «Superando.it», ovvero che «essere donna e persona con disabilità comporta il rischio di subire una discriminazione multipla», un tema, tra l’altro, che è uno di quelli trattati nell’àmbito del progetto Disabilità: la discriminazione non si somma, si moltiplica – Azioni e strumenti innovativi per riconoscere e contrastare le discriminazioni multiple, promosso proprio in questi mesi dalla FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), e già ampiamente presentato sulle nostre pagine.
«Molto spesso – sottolineano ancora dalla UILDM – le donne con disabilità sono considerate come “esseri asessuati” e questa è già di per sé una forma di violenza, perché non vengono riconosciute come persone che possono decidere autonomamente della propria vita, esprimendo la propria volontà. Se a questo dato si aggiungono violenze psicologiche o fisiche messe in atto da chi si prende cura di loro o da soggetti esterni, molto spesso si rischia che il fenomeno rimanga sottotraccia per la difficoltà a riconoscere, descrivere gli eventi e difendersi. O peggio, a denunciare per la paura di non essere credute».
Sul tema della violenza nei confronti di donne e ragazze con disabilità, conducendo una riflessione che punta a sensibilizzare la comunità su questi aspetti poco noti alla maggior parte delle persone, si sono concentrate le attività del Gruppo Donne UILDM sin dalla propria nascita e quest’anno il Gruppo stesso ha deciso di lanciare, per il 25 novembre, una propria iniziativa, vale a dire un contest fotografico, aperto a tutti coloro che abbiano a cuore tali temi.
Si tratta in sostanza dell’invito a farsi una foto con un oggetto rosso (scarpa, foulard o qualsiasi altra cosa a scelta o a disposizione), dichiarando di essere contro la violenza e la discriminazione multipla che colpisce tutte le donne, comprese quelle con disabilità. Si potrà scriverlo su un foglio o anche sulla fotografia stessa. Per partecipare, sarà quindi sufficiente pubblicare domani, 25 novembre, l’immagine, taggando #gruppodonneuildm e #uildmnazionale e dando quindi la propria autorizzazione alla condivisione. «Le foto – spiegano dal Gruppo Donne UILDM – verranno poi rilanciate attraverso i nostri canali social [a questo link vi è la pagina Facebook del Gruppo, N.d.R.], per abbattere le distanze e dire insieme il nostro “No alla violenza contro le donne!”».
«In questi anni – ricorda Anna Mannara, consigliere nazionale della UILDM con delega al Gruppo Donne – abbiamo raccontato storie, raccolto e divulgato testimonianze con l’obiettivo di far prendere consapevolezza alle istituzioni, alla società e alle stesse vittime, talvolta inconsapevoli, della violenza esercitata sulle donne, nello specifico sulle donne con disabilità. Le storie che abbiamo raccolto hanno evidenziato quanto la violenza, in qualunque modo venga esercitata, abbia sempre un denominatore comune, ma abbiamo anche fatto luce sulla specificità che assume quando la donna che la subisce ha anche una disabilità fisica e/o psichica. Abbiamo collaborato con le nostre Sezioni territoriali e siamo state invitate da altre Associazioni a relazionare sul tema, proprio perché abbiamo acceso un faro su un problema che troppo spesso viene negato, passa sotto silenzio o è difficile da riconoscere. Continueremo a raccogliere e divulgare testimonianze, a organizzare incontri dedicati al tema della violenza sulle donne con disabilità. Il lavoro che vorremmo portare avanti come Gruppo per i prossimi mesi sarà quello di verificare se i Centri Antiviolenza esistenti in Italia sono strutturati per accogliere anche persone con disabilità e, contemporaneamente, verificare altre possibili sedi di accoglienza». (S.B.)
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: uildmcomunicazione@uildm.it (Alessandra Piva e Chiara Santato).
Per approfondire il tema della violenza nei confronti delle donne con disabilità, suggeriamo di accedere al sito di Informare un’h-Centro Gabriele e Lorenzo Giuntinelli, Peccioli (Pisa), alla Sezione intitolata La violenza nei confronti delle donne con disabilità. Più in generale, invece, sul tema Donne e disabilità, oltre a fare riferimento al lungo elenco di testi da noi pubblicati, presente a questo link, nella colonnina a destra dell’articolo intitolato Voci di donne ancora sovrastate, se non zittite, ricordiamo anche la Sezione Donne con disabilità, sempre nel sito di Informare un’h.