«Attraverso l’uso delle nuove tecnologie, vogliamo affermare il concetto del turismo inclusivo in territori patrimonio dell’umanità, alpini e prealpini, intendendo la possibilità, per chiunque, di vivere un’esperienza interessante e arricchente, indipendentemente da ostacoli ambientali, fisici, linguistici. Il turismo inclusivo, quindi, può e deve diventare uno dei punti di forza del territorio alpino, facendo crescere l’offerta del territorio, valorizzando e tutelando la bio e la geo diversità grazie all’approccio esperienziale alle conoscenze»: era stato presentato così, in fase di avvio, il progetto GATE (Gate Project), iniziativa di Cooperazione Transfrontaliera finanziata dal Fondo Europeo di Sviluppo Regionale e Interreg V-A Italia-Austria 2014-2020, con partner quali la Fondazione Dolomiti Unesco, la Cooperativa sociale independent L di Merano (Bolzano), il Comune di Santorso (Vicenza), il CAI Alpago, l’Università di Innsbruck e il Centro di Ricerca di Salisburgo (Salzburg Research).
Ora, dopo anni di lavoro, è in programma per la mattinata di domani, martedì 15 dicembre (ore 10.30-14), in modalità virtuale, l’evento conclusivo del progetto, durante il quale ne verranno presentati tutti i risultati. «Si tratterà – spiegano dalla Fondazione Dolomiti Unesco – delle linee guida prodotte dall’Università di Innsbruck e dal Centro di Ricerca di Salisburgo; dei webinar creati per la formazione degli operatori del settore; della sezione FAQ [domande/risposte più frequenti, N.d.R.] all’interno del sito del Progetto; dell’IT-Tool GATE, speciale strumento informatico che permette di visualizzare sul sito informazioni utili relative alle strutture e ai servizi presenti sul territorio e alla loro accessibilità, ma anche tutti i prodotti realizzati e installati nei quattro siti pilota di Gate Project,.siti, questi ultimi, che costituiscono un esempio di come il turismo inclusivo possa essere realizzato, applicando tecnologie diverse, in contesti estremamente differenti tra loro, quali il GEOPARC Bletterbach in Alto Adige, il Parco Rossi a Santorso (Vicenza), il progetto Kinderleicht Wandern nel Salisburghese e il Sentiero della Sensibilità nel territorio dell’Alpago (Belluno)».
«Riteniamo pertanto di essere riusciti a dimostrare – concludono dalla Fondazione – che il turismo inclusivo non deve rimanere solo il “fiore all’occhiello” di alcuni territori alpini, ma che deve espandersi ovunque, diventando anzi un vero e proprio punto di forza dell’area di cooperazione». (S.B.)
Per partecipare all’evento di domani, 15 dicembre, iscriversi a questo link. Per ulteriori informazioni e approfondimenti: info@dolomitiunesco.info.
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