«Sono arrivata per restare pochi anni, ma nel tempo il Marocco è diventato la mia casa. Qui ho costruito la mia famiglia e qui voglio continuare a crescere, con i miei colleghi e le persone incontrate, che come noi hanno l’obiettivo di sostenere e difendere i diritti dei bambini e delle bambine con disabilità»: lo ha dichiarato a «Corriere della Sera.it» Alessandra Braghini, dopo essere stata inserita tra i vincitori del premio Volontario Internazionale dell’Anno, assegnato dalla FOCSIV (Federazione degli Organismi Cristiani Servizio Internazionale Volontario), in occasione della Giornata Mondiale del Volontariato del 5 dicembre.
Quarantaseienne mantovana, Braghini vive e lavora da diciassette anni a Rabat, capitale del Marocco, dove porta avanti, con il sostegno del marito Mohamed Mounir e dalle figlie Yasmine e Sofia, i progetti dell’OVCI-La Nostra Famiglia (ove OVCI sta per Organismo di Volontariato per la Cooperazione Internazionale), per l’assistenza e per l’autonomia di bambini e bambine con disabilità appartenenti alle fasce più emarginate e povere dello Stato nordafricano.
Bussola professionale di Alessandra Braghini è l’“educazione inclusiva”: i primi progetti in Marocco, infatti, sono stati realizzati nell’Orfanotrofio Lalla Meriem e poi presso altre scuole locali, seminando tra i docenti marocchini i primi concetti di accoglienza dell’handicap e di tutela dei diritti delle persone con disabilità. Successivamente, assieme alla locale Associazione dei Genitori della Nostra Famiglia, Braghini si è occupata dell’apertura di un Centro Multidisciplinare, esperienza pilota in Marocco, che offre servizi di orientamento e prestazioni specialistiche ai piccoli e alle piccole con disabilità, oltreché, naturalmente, alle loro famiglie. «Si tratta di un modello da provare a replicare in altre regioni del Marocco – ha spiegato lei stessa ad “Avvenire.it” – che si chiama sviluppo inclusivo su base comunitaria: entriamo cioè nelle case dove c’è disabilità assieme alle famiglie, e con i giovani del quartiere», il tutto nel tentativo di costruire e implementare una vera e propria rete in un Paese dove praticamente non esistono servizi pubblici, una rete che al momento coinvolge quaranta giovani formati e oltre quattrocento famiglie beneficiarie dell’intervento.
L’obiettivo futuro di Alessandra, come ha dichiarato ancora ad «Avvenire», è che «i diritti delle persone con disabilità, riconosciuti anche dalle leggi locali, grazie alla buona sensibilità del Governo, siano di fatto attuati, ovvero che un Direttore Didattico non si possa più permettere di lasciare a casa un bambino o una bambina con disabilità, così come un insegnante non si possa più permettere di attuare una didattica inclusiva».
Il premio della FOCSIV Braghini ha voluto condividerlo con Youssef, 17 anni, giovane con disabilità intellettiva che ora ogni giorno passa alcune ore nel laboratorio di un meccanico; con Jihane, 8 anni, che sulla sua carrozzina ha scoperto la gioia di frequentare la scuola tre volte la settimana; e con Adam, 18 anni, giovane con la sindrome di Down, che grazie ai volontari, può tirare di boxe con altri ragazzi.
L’OVCI-La Nostra Famiglia – vale certamente la pena ricordare – fa parte della RIDS (Rete Italiana Disabilità e Sviluppo), l’alleanza strategica avviata nel 2011 dall’AIFO (Associazione Italiana Amici di Raoul Follereau), insieme ad EducAid, a DPI Italia (Disabled Peoples’ International) e alla FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), con l’obiettivo di occuparsi di cooperazione allo sviluppo delle persone con disabilità, in àmbito internazionale. (S.B.)
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