Accesso alle cure: si ipotizza un trattamento diverso per chi ha una disabilità?

«Si sta per caso ipotizzando una diversità di trattamento nell’accesso alle cure per le persone più vulnerabili?»: a chiederlo è la FISH, in riferimento a quanto si scrive nella bozza del nuovo Piano Pandemico, in fase di definizione da parte del Ministero della Salute, ovvero che «i princìpi di etica possono consentire di allocare risorse scarse in modo da fornire trattamenti necessari preferenzialmente a quei pazienti che hanno maggiori probabilità di trarne beneficio». Per questo la Federazione chiede al Ministro della Salute «quali siano i reali princìpi di etica che ispirano il Piano»

Realizzazione grafica con omino bianco a fianco di un grande punto di domanda rossoFanno riflettere e al tempo stesso inquietano i titoli dedicati dagli organi d’informazione dedicati alla bozza circolante in questi giorni del nuovo Piano Pandemico, ovvero del nuovo Piano strategico-operativo nazionale di preparazione e risposta a una pandemia influenzale, in fase di definizione da parte del Ministero della Salute. Basti pensare, ad esempio, al titolo utilizzato dall’Agenzia ANSA, che scrive La bozza del Piano pandemico: in situazione di crisi, cure a chi trae più beneficio.
Al di là dei titoli, però, è sui contenuti del testo che punta l’attenzione della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), quando chiede chiarimenti al Ministro della Salute Speranza, in una nota diffusa in queste ore, su «quali siano i princìpi di etica alla base del nuovo Piano pandemico». «A leggere infatti le 140 pagine del documento – viene sottolineato dalla Federazione -, si percepiscono alcuni passaggi che andrebbero per lo meno chiariti meglio. Infatti, se da una parte si afferma che un quadro di etica è tra le fondamenta delle politiche di Sanità Pubblica e che tali princìpi sono alla base della visione e della pianificazione che deve mirare a garantire risorse e protezioni giuste ed eque, con particolare attenzione ai gruppi vulnerabili; dall’altra, però, si afferma che “durante situazioni di crisi, i valori etici fondamentali consentono alcune azioni che non sarebbero accettabili in circostanze ordinarie”. Nel documento viene per altro precisato che “ciò non significa, però, modificare i principi di riferimento, occorre, invece, bilanciarli in modo diverso. In condizioni di crisi cambiano le situazioni, non gli standard di etica».

Si tratta di affermazioni che, se non chiarite meglio, vengono ritenute «particolarmente dolorose» da Vincenzo Falabella, presidente della FISH, il quale dichiara innanzitutto che «l’impatto della pandemia sulle nostre comunità ci ha obbligato e ci obbligherà a ripensare molte cose nella nostra vita e a rimodulare alcune priorità in una direzione che preveda innanzitutto la garanzia di una maggiore tutela della salute e della sicurezza dei cittadini tutti, ma ancor di più di coloro che sono più vulnerabili ed esposti ai rischi connessi alla condizione di salute, e tra questi vi sono senza dubbio le tante persone con disabilità». «Per questo – prosegue – chiediamo senz’altro una maggiore attenzione alle persone con disabilità e alle loro famiglie, ma soprattutto di sciogliere le ambiguità che la bozza del nuovo Piano Pandemico sembra contenere. Perché c’è un altro passaggio contenuto nel documento che inquieta particolarmente. Cosa si intende, infatti, quando si scrive che “i princìpi di etica possono consentire di allocare risorse scarse in modo da fornire trattamenti necessari preferenzialmente a quei pazienti che hanno maggiori probabilità di trarne beneficio”? Si sta per caso ipotizzando una diversità di trattamento nell’accesso alle cure per le persone più vulnerabili?».

«Nella teoria – conclude il Presidente della FISH -, il nuovo Piano Pandemico dice di ispirarsi ai principi di equità, solidarietà, fiducia, con particolare attenzione al dovere di cura, ritenuto un caposaldo della deontologia medica. Allo stesso tempo, però, ribadiamo di ritenere ambiguo quando il riferimento al fatto che in caso di disparità tra risorse disponibili e necessità, si dovranno affrontare sfide rilevanti per l’allocazione delle risorse».
«E dunque – conclude Falabella – il Ministro Speranza spieghi con chiarezza quali siano realmente i princìpi di etica che ispirano il nuovo Piano Pandemico». (S.B.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: presidenza@fishonlus.it.

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