I Lego Braille Bricks, ovvero i mattoncini Lego in Braille, hanno una lunga genesi. La prima idea l’ha avuta nel 2011 l’Associazione danese dei non vedenti e successivamente, nel 2017, la Dorina Noweill Foundation dei non vedenti con sede in Brasile. In seguito è nata una collaborazione internazionale tra Associazioni di non vedenti di Danimarca, Brasile, Regno Unito, Norvegia, Germania, Francia e Stati Uniti, grazie alla quale sono stati condotti molti studi e test.
Il progetto fu presentato per la prima volta dalla Lego Foundation e dalla Lego Group nell’aprile del 2019, durante la conferenza Sustainable Brands di Parigi, e la scelta di pubblicizzare il progetto innanzitutto in Francia non è stata casuale, considerato che è la patria di Louis Braille, l’inventore dell’omonimo metodo di letto-scrittura.
La Lego, partendo dal presupposto che il gioco è fondamentale per i bambini ed è una grande opportunità di apprendimento, ha realizzato appunto i Lego Braille Bricks, con un approccio completamente nuovo, innovativo e divertente. Lo scopo non è solo insegnare ai bambini ciechi e /o ipovedenti l’alfabeto Braille, ma anche favorire l’acquisizione di molte abilità, come la lettura e la scrittura, il senso critico, la fantasia, la creatività, la socializzazione e l’integrazione.
«In qualità di educatore – ha dichiarato Paige Maynard, esperto dello sviluppo delle persone ipovedenti presso la Visually Impaired Preschool Services a Louisville (Kentucky, Stati Uniti) – sono certo che i Lego Braille Bricks saranno utili per unire diversi studenti. Quelli con disabilità visive potranno giocare e imparare insieme ai loro coetanei. I mattoncini, infatti, portano la gioia del gioco nel mondo Braille e nell’insegnamento delle abilità tattili».
Ogni kit è composto da oltre trecento mattoncini che hanno la forma iconica e i colori standard dei Lego classici, e comprendono tutte le lettere dell’alfabeto della lingua prescelta, oltre ai numeri da 0 a 9. Sulla parte superiore ci sono gli stud, bottoni in rilievo con la forma delle singole lettere e dei singoli numeri dell’alfabeto Braille. Alcuni mattoncini sono più grandi perché contengono altri pezzi con lettere diverse, utili alla formazione delle parole, stimolando in tal modo la creatività.
Avendo le caratteristiche di base dei normali Lego, i Lego Braille Bricks permettono ai bambini ciechi e ipovedenti di giocare con gli altri bimbi, favorendo la loro socializzazione e la loro interazione.
Alla rivista «Io Donna» John Goodwin, amministratore delegato della Lego Foundation ha dichiarato: «I bambini non vedenti o sofferenti di danni o difetti alla vista hanno la stessa voglia di apprendere, giocare e sviluppare fantasia e creatività dei loro coetanei privi di problemi visivi, e questo ci ha convinti a lanciare il prodotto, perché da sempre siamo convinti che imparare giocando sia il miglior modo di apprendere».
Dallo scorso anno i Lego Braille Bricks sono sul mercato in Brasile, Danimarca, Francia, Germania, Norvegia, Regno Unito e Stati Uniti e dalla primavera prossima verranno messi in vendita anche in Australia, Austria , Belgio, Canada, Finlandia, Nuova Zelanda, Portogallo, Spagna, Svezia, Svizzera e Paesi Bassi.
In futuro i kit saranno distribuiti gratuitamente a scuole selezionate e a servizi per l’educazione dei bambini con problemi visivi.
Il presente contributo è già apparso in “InVisibili”, blog del «Corriere della Sera.it» (con il titolo “Quei mattoncini in braille che insegnano a costruire le abilità”) e viene qui ripreso – con alcuni riadattamenti al diverso contenitore – per gentile concessione.
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