L’impegno di CBM in India, dove soffrono 29 milioni di persone con disabilità

Con oltre 10 milioni di casi e 150.000 vittime, l’India è il secondo Paese al mondo per numero di persone colpite dal Covid-19. L’emergenza sanitaria si lega a quella economica e sociale e tra le persone più colpite ci sono segnatamente quelle con disabilità, circa 29 milioni, che rischiano di essere sempre più isolate e discriminate. Per loro lavora già da tempo l'organizzazione CBM Italia, fornendo kit igienici e materiale sanitario, organizzando screening oculistici, promuovendo sensibilizzazione e ora lanciando anche la campagna “Nessun bambino deve rimanere cieco nell’emergenza”
Alekhya, India
Alekhya è una bimba indiana di 5 anni, cieca a causa della cataratta

«Con oltre 10 milioni di casi e 150.000 vittime, l’India è il secondo Paese al mondo per numero di persone colpite dal Covid-19. L’emergenza sanitaria si lega a quella economica e sociale, rendendo la situazione allarmante e tra le persone ad essere più colpite ci sono segnatamente quelle con disabilità, che in India sono circa 29 milioni, su una popolazione di un miliardo e 300 milioni. Sono soggetti a dir poco vulnerabili, che nelle emergenze rischiano di essere ancora più isolati e discriminati: basti pensare che l’84% di essi è stato costretto a prendere in prestito denaro per procurarsi cibo».
A sottolinearlo è CBM Italia – componente nazionale dell’organizzazione umanitaria impegnata nella cura e nella prevenzione della cecità e disabilità evitabile nei Paesi in cerca di sviluppo – che in India è già attiva da tempo nel piano di risposta all’emergenza, supportando una serie di progetti tramite i quali vengono garantiti kit igienici e materiale sanitario alle persone con disabilità e alle loro famiglie, organizzati screening oculistici porta a porta, per offrire cure anche alle persone che vivono nei villaggi più remoti (5.852 beneficiari raggfiunti, tra luglio e ottobre dello scorso anno), e ancora, promossa una campagna di sensibilizzazione sui comportamenti da tenere per prevenire il contagio del virus, una campagna tutta accessibile anche alle persone con disabilità sensoriali.

«Sono certamente attività fondamentali – dichiarano dall’organizzazione – se si considera che durante l’emergenza molti servizi sanitari sono stati interrotti e due persone su cinque non hanno avuto accesso alle cure mediche. Salute della vista, ma non solo. Per coloro, quindi, che nel Paese lavorano nell’economia informale e che dopo il lockdown erano ancora più a rischio di povertà, abbiamo fornito sostegno, distribuendo kit alimentari, senza nemmeno far mancare supporto ai bambini e alle bambine con disabilità, ricordando che il 73% di loro durante il lockdown non ha avuto accesso all’educazione. Un’emergenza, questa, relativamente rientrata attraverso attività di formazione sull’educazione inclusiva rivolte agli insegnanti, che una volta formati hanno organizzato lezioni a distanza o, in assenza di connessione, al telefono».

Oltre dunque a tutte le azioni menzionate, CBM ha lanciato, nei confronti dell’India, anche la nuova, specifica campagna denominata Nessun bambino deve rimanere cieco nell’emergenza (se ne legga a questo link), che tutti possono sostenere. (S.B.)

A questo link è disponibile un approfondimento sugli interventi di CMB Italia in India. Per ulteriori informazioni e approfondimenti: Anita Fiaschetti (anita.fiaschetti@cbmitalia.org).

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