Dieci anni fa l’Unione Europea ha ratificato la Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, la prima Convenzione sui diritti umani di cui l’Unione Europea è diventata parte, dando così l’avvio a una nuova era in cui il rispetto e la responsabilità nei confronti dei diritti delle persone con disabilità costituisse un dovere al tempo stesso morale e giuridico.
Nell’ultimo decennio l’Unione e i suoi Stati Membri si sono adoperati per adempiere agli obblighi previsti dalla Convenzione, ciò che per l’Unione stessa significa garantire che le proprie norme, le politiche e i programmi siano inclusivi delle persone con disabilità, rispettino in pieno la Convenzione e promuovano appunto un’Europa inclusiva.
Tutti i Paesi dell’Unione Europea sono vincolati dalla Convenzione, nonché dalle norme comunitarie in materia di non discriminazione e accessibilità. Ciò significa che gli Stati Membri devono garantire sistemi di istruzione inclusivi per le persone con disabilità e disporre di una legislazione che vieti la discriminazione sul posto di lavoro. Essi, inoltre, devono adoperarsi per far sì che i trasporti e gli edifici pubblici siano accessibili.
La Strategia sulla Disabilità 2010-2020 ha guidato l’azione dell’Unione Europea negli ultimi dieci anni, ponendo la disabilità tra le priorità dell’agenda elaborata dall’Unione stessa e apportando miglioramenti tangibili.
La Legge Europea sull’Accessibilità (European Accessibility Act), imprescindibile punto di riferimento nel proprio àmbito, prevede, ad esempio, che i prodotti e i servizi fondamentali come i telefoni, i computer, gli e-book, i servizi bancari e le comunicazioni elettroniche siano resi accessibili, in modo tale da poter essere utilizzati da tutte le persone con disabilità.
Le norme dell’Unione in materia di diritti dei passeggeri garantiscono alle persone con disabilità l’accesso al trasporto aereo, navale e su strada.
E ancora, l’Unione ha svolto un ruolo fondamentale nella promozione dell’inclusione delle persone con disabilità su scala mondiale grazie alle proprie politiche umanitarie e di sviluppo.
La pandemia di Covid-19 ha messo in luce nuove disuguaglianze cui le persone con disabilità si trovano a dover far fronte e un impatto maggiore, rispetto alle altre persone, anche a causa di tali diseguaglianze. Con le scuole chiuse e le lezioni online, il materiale didattico e le attrezzature non sono sempre accessibili agli studenti e alle studentesse con disabilità.
Inoltre, le teleconferenze, il telelavoro e gli acquisti online possono costituire un ostacolo per alcuni. Persino l’accesso alle informazioni sullo stesso virus si è rivelato problematico. Pertanto, nella strategia di risposta alla crisi, l’Unione Europea intende fare dell’uguaglianza un aspetto prioritario del proprio programma d’azione, adottando il pacchetto di incentivi più ambizioso della propria storia al fine di promuovere la ripresa.
La nostra bussola per una ripresa giusta dopo il Covid punta sull’inclusione delle persone con disabilità affinché possano vivere con dignità e autonomia e avere accesso a servizi che permettano loro di partecipare a pieno al mercato del lavoro e alla società.
Nel prossimo mese di aprile, la Presidenza portoghese dell’Unione riunirà la Commissione e gli Stati Membri per un dialogo politico di alto livello sui diritti delle persone con disabilità al fine di tracciare il cammino da seguire per il futuro.
In tal senso stiamo intensificando i nostri sforzi per evitare che gli effetti del Covid blocchino i progressi realizzati per quanto riguarda le persone con disabilità: per garantire una ripresa realmente resiliente ed equa, le politiche dovrebbero essere concepite in modo inclusivo per tutti.
Dopo una serie di ampie consultazioni presenterò una nuova Strategia dell’Unione rafforzata sui diritti delle persone con disabilità per il periodo 2021-2030, che si baserà sui risultati conseguiti negli ultimi dieci anni e offrirà soluzioni per affrontare i problemi futuri.
Tale Strategia riguarderà tutti gli aspetti della Convenzione ONU, dando attuazione ai diritti sanciti dalla stessa e fornendo un quadro solido per i prossimi anni, al fine di garantire che nessuno sia lasciato indietro.
Vivere in modo indipendente, studiare in un ambiente inclusivo e avere le giuste condizioni in cui lavorare e prosperare sono necessità assolute: i milioni di persone con disabilità dell’Unione Europea hanno diritto di essere liberi da discriminazioni e da stereotipi negativi.
Per conseguire, però, questi ambiziosi obiettivi, occorrerà l’impegno di tutti. La citata Strategia, infatti, dovrà costituire il punto di riferimento per l’Unione Europea, per tutti i governi, per le parti sociali, per la società civile e per il settore privato. Essa renderà più facile lavorare insieme per realizzare i nostri impegni, anche nel quadro del dialogo e del partenariato con le persone con disabilità. Garantirà che queste ultime possano partecipare in modo paritario a tutti gli aspetti della vita.
Il nostro impegno e la nostra azione in questo settore politico rappresenteranno un altro passo avanti verso un’Unione dell’Uguaglianza. Pertanto collaborerò strettamente con gli Stati Membri per rendere l’Unione Europea un modello in àmbito di inclusione, accessibilità e diritti umani. Le persone con disabilità parteciperanno attivamente a tale dialogo e processo: niente di quanto le riguarda, infatti, dovrebbe essere deciso senza la loro partecipazione. Ed è proprio questo il significato autentico del motto Uniti nella diversità.