Nella riforma del PEI (Piano Educativo Individualizzato), definita dal Decreto Interministeriale 182/20, sono troppi i punti critici che preoccupano le Associazioni del CoorDown (Coordinamento Nazionale delle Associazioni delle Persone con Sindrome di Down) e le famiglie degli alunni con disabilità, troppi i segnali di un’impostazione culturale che indicano un’inversione di rotta nel processo di inclusione, fiore all’occhiello da sempre del nostro Paese: dal concetto di esonero da materie di studio, alla nuova composizione del GLO (Gruppo di Lavoro Operativo per l’Inclusione), dal meccanismo di assegnazione del sostegno, con l’introduzione del cosiddetto “debito di funzionamento”, fino alla formalizzazione di ore di lezione svolte fuori dalla classe per l’alunno con disabilità.
Non ci sfuggono gli aspetti positivi, come la corresponsabilità educativa, l’impostazione su una prospettiva bio-psico-sociale, la partecipazione attiva dell’alunno con disabilità nei processi decisionali che lo riguardano nel rispetto del principio di autodeterminazione e il legame con il Progetto Individuale, all’insegna di una prospettiva più ampia con cui si guarda alla vita dell’alunno. Ma questo Decreto mette a repentaglio anni di progressi nell’inclusione scolastica e rischia di vanificare gli sforzi fatti per garantire pieni diritti per tutti.
A nome dunque degli alunni e delle alunne con sindrome di Down che rappresentiamo e delle loro famiglie, intendiamo agire in ogni sede opportuna affinché le criticità emerse in questo Decreto vengano riconsiderate. E a tal fine non escludiamo nessuno strumento, come Interrogazioni Parlamentari o azioni congiunte con altre Associazioni, oltreché raccolte di firme e altre iniziative di protesta affinché la voce delle famiglie non resti inascoltata.
A questo link è disponibile in forma integrale un’ampia nota stampa diffusa dal CoorDown, con l’analisi delle criticità individuate dal Coordinamento nel Decreto che ha definito il nuovo PEI (Piano Educativo Individualizzato).